Barista ucciso, appello del vescovo al funerale: «Fare rete contro la violenza»

Barista ucciso, appello del vescovo al funerale: «Fare rete contro la violenza»
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Martedì 19 Aprile 2022, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 21:29

«Di fronte alla morte di Giuseppe, come già dicevo a novembre scorso al funerale di Claudio Lasala, è necessario anzitutto che Barletta pianga. Il pianto aiuti questa città a mettere da parte distrazioni e banalità, a essere madre che partorisce, che dona vita». Lo ha detto il vescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, Leonardo D'Ascenzo, nell'omelia per i funerali del barista 43enne di Barletta, Giuseppe Tupputi, ucciso con tre colpi di pistola l'11 aprile scorso, mentre era al lavoro nel suo bar.

Il feretro davanti al bar: "Ora canta per le tue figlie"

Finita le cerimonia funebre, il feretro di Giuseppe Tupputi è stato portato davanti alla sua abitazione e al suo bar, il «Morrison's Revolution», dov'è stato ucciso l'11 aprile con tre colpi di pistola.

Davanti al locale in tanti si sono radunati e una sua amica ha voluto salutare Giuseppe, «Morrison» come il leader dei Doors, così come lo chiamavano i suoi amici che conoscevano la sua grande passione per la musica: «Canta per le tue figlie - ha detto la ragazza - devono sapere di una città grigia che piange la nostra rock star». Per chi lo conosceva, infatti, Giuseppe era una «rock star» e la pedana del bar era il suo palco.

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L'appello del vescovo D'Ascenzo

«Di fronte a queste morti - ha proseguito il vescovo - è necessario che Barletta si svegli per davvero e queste lacrime di dolore si trasformino nella forza necessaria per metterci insieme, fare rete, aprire gli occhi. Non vogliamo più che simili tragedie accadano e vogliamo fare di tutto perché non accadano più». L'esortazione è a «respingere con decisione ogni forma di male e di violenza» restando uniti. «Non ci sono soluzioni che magicamente, dalla sera alla mattina, ribaltino una situazione sociale segnata da fragilità, carenze, mancanze - spiega - siamo tutti convinti che dobbiamo investire in educazione e formazione al fine di promuovere e sostenere il rispetto reciproco e la convivenza pacifica e solidale».

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Il pensiero a moglie e figlie

Poi, il pensiero del vescovo va alla moglie della vittima, Giusy, e alle figlie, di otto e cinque mesi. «Facciamo sentire, ciascuno come può, la nostra vicinanza affettuosa, discreta e concreta», augurando consolazione e speranza alla vedova e alle bambine. Il vescovo parla di «delusione, rabbia, sfiducia, impotenza insieme a sofferenza e dolore», dopo quanto accaduto. «Non possiamo, però, e non dobbiamo arrenderci - sottolinea - proseguiamo nell'affermare la cultura della vita, della legalità, della dignità della persona umana». All'esterno della chiesa sono stati fatti volare dei palloncini bianchi e uno rosso.

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