Fu un lutto silenzioso quello di Biagio Genco, 32enne di Altamura scomparso il 17 novembre 2006. C'era il morto, ma il suo cadavere non è mai stato trovato.
A quasi 17 anni da quel delitto - un omicidio non plateale - i carabinieri hanno notificato un'ordinanza in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe Ronzino, al 56enne Giuseppe Antonio Colonna, al 57enne Michele D'Abramo, conosciuto come «Terribile», al 61enne Giovanni Sforza, detto «Washington» e al 44enne Nicola Cifarelli, tutti di Altamura: le accuse nei loro confronti - gli ultimi tre erano già in carcere - sono, a vario titolo, di omicidio aggravato in concorso, detenzione e porto illegale di armi con l'aggravante del metodo mafioso.
L'accusa
Il corpo di «Gino» è stato fatto sparire.
Le indagini
Le indagini sulla morte di Genco, partite nel 2006, hanno avuto un punto di svolta a febbraio scorso con le dichiarazioni di Mario D'Ambrosio, indagato per il delitto in un altro procedimento. L'uomo, «oltre a confermare la sua responsabilità per l'ideazione e l'esecuzione dell'omicidio», è scritto, «forniva dichiarazioni etero-accusatorie nei riguardi» di Colonna, D'Abramo, Sforza e Cifarelli. «Un vero e proprio turning point in ordine alla ricostruzione dei fatti», si legge nell'ordinanza, confermata anche dalle dichiarazioni di altri cinque pentiti.
L'omicidio di Genco «può essere assimilato ad un'operazione di stampo militare, che ha richiesto un'attenta preparazione e una pianificazione complessa». Un delitto volto, «anche alla luce delle sue modalità, a ribadire l'affermazione di un gruppo criminale», nonché alla dimostrazione «dell'egemonia di un gruppo sull'altro» nell'eterna lotta per il controllo della Murgia. «Tutti gli indagati risultano legati a doppio filo agli ambienti criminali di Altamura», dove quel lutto è rimasto silenzioso.