L'intervista/Sanguedolce: «Personale e ospedali col Pnrr La mia Asl guarda ai pazienti»

L'intervista/Sanguedolce: «Personale e ospedali col Pnrr La mia Asl guarda ai pazienti»
di Alfonso SPAGNULO
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Mercoledì 8 Dicembre 2021, 11:10

È arrivata l'altro ieri, da parte della Giunta regionale, la conferma dell'incarico come direttore generale dell'azienda sanitaria di Bari per Antonio Sanguedolce.

L'ente ha voluto così dare continuità al lavoro del manager che ha guidato l'azienda in uno dei periodi più difficili per la sanità pugliese come quello pandemico.
Direttore, la conferma vuole essere una sorta di medaglia sul petto per aver lavorato bene?
«La conferma non può che far piacere anche perché questa è un'azienda complessa, grande e variegata. Quindi il fatto che mi sia stata data fiducia presuppone che ci sia stata una valutazione positiva nei miei confronti e del mio operato».
Ora però si apre un periodo di programmazione dato che sulla sanità pugliese stanno per essere calati milioni di euro nell'ambito del Pnrr. Come si approccerà la Asl di Bari partendo dalle case della salute e dagli ospedali di comunità?
«I prossimi tre anni, proprio per via del Pnrr, saranno molto impegnativi. Noi stiamo lavorando d'intesa con il Dipartimento regionale per valutare le ipotesi sulle strutture proprio di case della salute e ospedali di comunità previste dal piano. Abbiamo già avuto interlocuzione con il Dipartimento e prevediamo di allestire, per quanto concerne le case della salute, una rete quanto più capillarmente diffusa sugli oltre 40 Comuni dell'Asl. Lo stesso vale anche per gli ospedali di Comunità anche se la diffusione è minore. Ma questa è la sanità più vicina ai cittadini. Non abbiamo i siti precisi anche se una bozza è stata già inviata al dipartimento. I desiderata vanno poi compatibilizzati con le risorse disponibili. La decisione finale arriverà successivamente».
È chiaro che il piano nazionale di ripresa e resilienza potrà garantire un aumento del personale a disposizione vero?
«Le risorse umane seguiranno il piano di rafforzamento. E' chiaro che le case della salute e gli ospedali di comunità andranno insieme al personale. Una volta che si avrà il quadro completo delle risorse e delle strutture e di come partire si valuteranno anche le risorse umane».
Direttore, lei si è trovato a gestire due anni terribili dettati dalla pandemia. Può tracciare un bilancio di quanto accaduto e a cosa va incontro la Asl nel prossimo futuro?
«Quello trascorso è un periodo che non dimenticheremo mai. Come Asl di Bari abbiamo fatto di tutto perché ci toccava essendo nelle nostre funzioni. La prima fase del tracciamento, essendo l'unica arma ad inizio pandemia. Poi la fase dei ricoveri in alcune strutture come Policlinico o il Miulli ma quando c'è stato bisogno abbiamo trasformato in poco tempo in strutture Covid il San Paolo, Altamura, Putignano, Terlizzi e Triggiano. Praticamente abbiamo rivoluzionato il modello ospedaliero tradizionale riconvertendo mezza Asl. E ora, dato che non c'è tregua, ora siamo passati alle vaccinazioni con le varie problematiche annesse. In questo caso occorreva essere rapidi e raggiungere subito un'ottima copertura. Noi ci siamo riusciti, non lo dico io ma i numeri. Soprattutto per quanto concerne le prime e seconde dosi. Abbiamo il 91% di vaccinati da noi e ora puntiamo a raggiungere numeri importanti anche per la terza. Stiamo ampliando gli hub e puntando sugli open day. A breve apriremo a Monopoli il centro vaccinale nelle ex Casermette, stiamo potenziando Polignano a Mare e Noicattaro. Nonostante questo lunedì abbiamo registrato 12mila vaccini in tutta la provincia. Devo anche ringraziare i medici di medicina generale che in questo ci stanno dando una grossa mano. Stanno facendo un grande lavoro. Nella Asl di Bari ne abbiamo circa mille e poi, diciamolo, arrivano in modo più capillare e mirata all'utenza. Puntiamo a raggiungere un'importante copertura vaccinale per quanto concerne le terze dosi prima delle festività natalizie. Questo è il nostro obiettivo».
Non si può certo trascurare, nei prossimi anni, l'edilizia ospedaliera a prescindere dalla riconversione di strutture in ospedali di comunità. Immaginiamo che la sua azienda sia concentrata sul completamento del nuovo ospedale Monopoli-Fasano.
«Assolutamente si. L'obiettivo principale è accelerare sull'ospedale Monopoli-Fasano. Poi vedremo quello che emergerà dall'analisi generale col Dipartimento Salute con i fondi Pnrr. Al momento non ci sono altre nuove strutture in programma e i nostri sforzi e la nostra concentrazione è tutto sull'opera che sta nascendo a Monopoli».
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