Mafia a Bari, Gasparri insiste: «Verifiche sul Comune». Decaro: «Fa campagna elettorale sulla pelle della città»

Mafia a Bari, Gasparri insiste: «Verifiche sul Comune». Decaro: «Fa campagna elettorale sulla pelle della città»
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 15:10

Accuse e controaccuse, provocazioni e repliche, mentre monta la polemica politica e l'inchiesta antimafia che ha portato, a Bari, a 130 arresti infiamma la campagna elettorale per le Amministrative ormai alle porte. Fra gli arrestati, infatti, c'è anche una consigliera comunale eletta nelle liste del centrodestra e poi passata alla maggioranza di centrosinistra. Così, all'indomani del blitz “Codice interno”, i parlamentari del centrodestra hanno chiesto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di valutare lo scioglimento per mafia del Comune di Bari e il senatore Maurizio Gasparri ne ha lodato l'operato aggiungendo «probabilmente c’è un Comune da sciogliere, lo deciderà il governo». Tanto è bastato a convincere il sindaco Antonio Decaro ad abbandonare per qualche minuto i lavori del Consiglio comunale e registrare un video rivolto al centrodestra e ai cittadini, video nel quale rivendica di essere a capo «di un'amministrazione perbene».

La seconda puntata

Ora un secondo capitolo del duello a distanza. «Mi dicono di un confuso messaggio audiovisivo pubblicato su un social del sindaco di Bari, Antonio Decaro, in cui fa il mio nome. Mi dicono Decaro confermi molti dei nostri sospetti. Parla di imperfezione del mondo e quindi di contatti di questo o di quel candidato della sua area politica con ambienti non propriamente specchiati. Penso che questo video debba essere girato alle autorità giudiziarie, che potranno trovare spunto per le indagini che in corso» affonda il colpo il senatore Gasparri. «Per quanto riguarda poi gli attacchi personali, come si dice a Roma, mi rimbalzano addosso e li respingo direttamente a Decaro. La gestione del Comune di Bari - prosegue l'esponente di Forza Italia - deve essere sottoposta a un'attenta verifica da parte delle autorità competenti. Ed apprezzo l'iniziativa dei parlamentari del centrodestra che si sono recati dal Ministro dell'Interno Piantedosi. Decaro può dare le lezioncine a casa sua, ma non certamente a me. Che amo Bari, la Puglia e sarò molto attento a quello che sta accadendo in una città che merita di essere governata meglio. La situazione barese è tutt'altro che trasparente. Il confuso messaggio audiovisivo di Decaro lo conferma e offre spunti investigativi ulteriori. L'acquisizione di consensi impropri e di passaggi da uno schieramento all'altro che si è verificata al Comune di Bari e alla Regione Puglia andrà approfondita. Masserie per matrimoni comprese». 

La risposta di Decaro

«Sono felice di leggere dell'amore di Gasparri per questa città. Ma mi permetto di dubitare della genuinità del suo sentimento. Chi ama Bari non fa campagna elettorale sulla pelle della città» ha replicato a strettissimo giro il sindaco Decaro. «Chi ama Bari - ha scritto Decaro - non approfitta di un'inchiesta, lodevole, della Procura per fare di tutta l'erba un fascio, anche se capisco che per provenienza politica questo sia per lui un richiamo irresistibile. Chi ama Bari non si tappa le orecchie mentre il procuratore parla dell'amministrazione come di un ente che ha agito “nella direzione della lotta alla criminalità”. Chi ama Bari non fa finta di non sapere che la consigliera accusata di voto di scambio nel 2019 era candidata proprio nella coalizione dell'onorevole Gasparri. Chi ama Bari, semplicemente, dovrebbe avere più rispetto per la gran parte dei cittadini e delle cittadine baresi di tutte le provenienze politiche che in più circostanze, elettorali e non, hanno dimostrato, loro sì, amore per la città e affetto per questa amministrazione. La stessa amministrazione che lui, tra un'ospitata tv e l'altra, vorrebbe commissariare insieme al consiglio comunale». Secondo Decaro si tratta «dell'ultima, disperata arma di chi non ha idee per la città, non ha un sindaco candidato, e vuole vincere le elezioni “commissariando” gli avversari. Per il resto, se Gasparri vuole intimorirmi, sappia che ha sbagliato bersaglio. Io non ho paura di lui e non ho paura della verità, avendo denunciato in prima persona, come tutti i baresi sanno, i clan mafiosi della città. Si facciano dunque tutti gli accertamenti del caso. Ho la coscienza a posto, io».

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