Residenze universitarie, altri 242 posti per gli studenti. Il rettore: «Noi tenuti fuori dal progetto del campus dell'ex caserma»

Residenze universitarie, altri 242 posti per gli studenti. Il rettore: «Noi tenuti fuori dal progetto del campus dell'ex caserma»
di Elga MONTANI
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Sabato 11 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:57

Dopo l’annuncio della firma del protocollo per la realizzazione di un Polo dell’Innovazione con tanto di posti letto per studenti nella ex caserma Magrone, nonché della riconversione dell’ex ospedale Bonomo per destinarlo a residenze e alloggi universitari, arriva la notizia che la Regione Puglia ha ottenuto 50 milioni di euro per finanziare nuove residenze universitarie. 

I nuovi posti letto 

Grazie a questi fondi sarà possibile realizzare alla Lum una nuova residenza con 242 posti letto con fondi pari a 16.238.916 euro. Inoltre, arriverà un milione di euro per procedere a lavori di efficientamento energetico sulla residenza Pietro Mennea, sempre a Bari. Progetti e finanziamenti che vanno ad aggiungersi a quanto è già in atto in città, come il piano che sta trasformando l’ex Nautico al quartiere Libertà in una residenza universitaria da 86 posti letto, di cui quattro dedicati ai portatori di handicap. Quest’ultimo è l’unico progetto già avviato che, salvo imprevisti, dovrebbe essere inaugurato nei prossimi mesi, considerando che i lavori hanno data di scadenza dicembre 2023. 
I temi dell’emergenza abitativa e del diritto allo studio sono da mesi al centro di diverse proteste in tutto il Paese e anche a Bari, dove nei mesi scorsi ci sono stati anche alcuni incontri tra le associazioni studentesche e l’amministrazione comunale, oltre che tra gli studenti e le istituzioni regionali.

L'intervento del rettore Bronzini

Nel pomeriggio di ieri al Politecnico si è parlato della tematica in un seminario dal titolo “Per una politica regionale dell’abitare studentesco”. Presente il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Stefano Bronzini.

Nel suo intervento, il Magnifico ha voluto sottolineare: «Purtroppo ci siamo accorti tardi del problema, ma l’importante è che ce ne siamo accorti. La Regione come dimostrano anche questi fondi arrivati ora è stata tempestiva. Sicuramente avere più posti letto aiuterà a risolvere uno dei problemi». In merito all’emergenza che lamentano studenti e non solo a Bari, il rettore ha voluto rimarcare che «l’emergenza non è legata solo ai posti letto, piuttosto è frutto di una trasformazione degli assetti urbani che ha avuto conseguenze».


Parlando nello specifico dei numeri che riguardano il suo ateneo ha voluto spiegare: «Il problema non sono solo i fuorisede, se si considera che noi abbiamo circa un 62% della popolazione universitaria sottoposta a mobilità quotidiana. A loro cosa offre la nostra città? Esiste un diritto allo studio che va declinato in modo diverso. C’è il diritto all’organizzazione del tempo libero? C’è il diritto alla quotidianità fuori casa per chi non ha l’alloggio?». E su questo conclude: «Parlare oggi di Bari come di una città universitaria è una stupidaggine, è ancora una città con l’università. Dobbiamo capire di cosa parliamo quando parliamo di diritto o tra 5-10 anni saremo di nuovo in ritardo». Sui fondi e su quanto si sta facendo a Bari è intervenuta anche l’assessore comunale Paola Romano che ha dichiarato: «I fondi del ministero sono importanti, perché permetteranno di aumentare i posti letto. Intanto, stiamo ragionando su misure di breve periodo per dare risposte immediate, come misure per sostenere gli affitti, o sperimentazioni per agire sulla fiscalità ovvero far in modo di rendere più interessante per un proprietario di una seconda casa affittare ad uno studente o ad una giovane coppia».
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