Euro 2032, San Nicola azzurro e città in crescita. «Meritiamo di ospitare l’Europeo»

Euro 2032, San Nicola azzurro e città in crescita. «Meritiamo di ospitare l’Europeo»
di ​Elga MONTANI e Gino MARTINA
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 05:00

Il ritorno a Bari della Nazionale, dopo ben sette, anni è stato il banco di prova verso il possibile utilizzo dello stadio San Nicola per ospitare Euro2032, che l’Italia organizzerà assieme alla Turchia. Sia la città che i baresi hanno risposto presente, accogliendo nel migliore dei modi gli azzurri di Spalletti. Lo stadio era strapieno, con oltre 58mila spettatori paganti, tante famiglie e tanti bambini.
L’organizzazione, pur se perfettibile, è stata delle migliori, come sottolineato dai cronisti Rai, con l’impianto rimesso a lucido per l’occasione. Soddisfatto e orgoglioso il sindaco Antonio Decaro, presente allo stadio sabato sera. 

Il sindaco Decaro


«La città di Bari ha accompagnato quello che ci auguriamo sia l’inizio di nuova stagione per la nostra Nazionale – sottolinea -. Un gruppo di ragazzi giovani che hanno offerto un bel calcio ai più di 50mila tifosi ch hanno reso uno spettacolo il nostro stadio San Nicola». 
Su Bari, sede dell’Europeo, Decaro ha aggiunto: «L’entusiasmo e l’impegno con cui la città accolto questo appuntamento, dalla partecipazione dei tifosi a quella dei commercianti e di chi ha fatto vivere tra le strade di Bari il benvenuto agli azzurri, saranno il primo bigliettino da visita per la candidatura ad ospitare uno dei match di Euro 2032».
Bari è candidata tra le possibili cinque sedi italiane insieme a Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Verona.

Bisognerà aspettare il 2026 per sapere quali tra queste saranno scelte, nel frattempo, ci sono alcuni aspetti che Bari ha che possono essere considerati punti di forza . 

Il presidente del Coni 


Come sottolinea Angelo Giliberto, presidente del Coni Puglia: «Bari se la gioca, e nel 2032 migliorerà notevolmente». Tra gli aspetti che potrebbero favorire la nostra città rispetto ad altre, ci sono la posizione del nostro aeroporto «dal quale in 15 minuti si arriva nel centro di Bari. Solo poche altre città hanno questa situazione». Tra gli altri aspetti che verranno presi in considerazione secondo Giliberto anche «la strada che porta dall’aeroporto allo stadio, ma sicuramente la zona migliorerà; gli impianti del carburante; l’accoglienza. Una federazione internazionale guarda questo, soprattutto la Fifa». 
«Sull’accoglienza – prosegue il presidente Coni Puglia - Bari non è seconda a nessuno. Ci sono strutture alberghiere di qualità, e si può accogliere la Nazionale». In conclusione, Giliberto sottolinea: «Se miglioriamo tutte queste cose che già esistono, allora sarà bellissimo. È vero che si sta pensando ad un commissario degli stadi, che vanno tutti adeguati agli standard, ma ritengo che Bari possa aspirare ad essere una delle città di Euro2032». 

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Antonio Di Gennaro


Dello stesso avviso Antonio Di Gennaro, punto fermo del Bari anni ‘80-‘90, campione d’Italia col Verona ed ex Nazionale, che oggi segue come opinionista Rai: «Questa è una piazza importante, al di là dello stadio, tra le prima dieci d’Italia, che meriterebbe una squadra in grado di qualificarsi per le coppe europee. Ed è un territorio cresciuto tantissimo negli ultimi anni. L’Europeo garantirebbe un indotto economico notevole. Ci sono dei limiti dovuti alla struttura dello stadio ma che appartengono a tutte le città. In Italia siamo indietro, basti guardare oggi che impianti ci sono in Paesi come Polonia, ex Jugoslavia o Ungheria. Persino in Turchia sono avanti».
Sul punto Di Gennaro insiste: «Mercoledì sono a Wembley per la Nazionale, dove l’impianto è stato buttato giù e rifatto, riqualificando anche il quartiere attorno. Gli stadi con la pista di atletica andrebbero rifatti, a memoria non ricordo meeting organizzati al San Nicola, ad esempio. La funzionalità deve essere per il calcio, dove la pista non esiste perché peggiora la visuale, ma c’è il fattore vincolo architettonico che credo debba essere superato».
Un obiettivo non certo semplice, come sottolinea l’ex campione. «In Italia diventa tutto difficile. La strada è quella della proprietà in mano alle società, che garantirebbe investimenti. Ci sono nove anni a disposizione per migliorare e superare vincoli e burocrazia, come quelli che stanno incontrando a Firenze. In questo deve essere brava anche la politica, nell’unirsi per trovare le soluzioni».
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