Baby gang, parla la mamma del 12enne aggredito: «Pugni e calci senza motivazione: ora mio figlio ha paura»

Il pestaggio a Bari vecchia mentre passeggiava

Baby gang, parla la mamma del 12enne aggredito: «Pugni e calci senza motivazione: ora mio figlio ha paura»
Baby gang, parla la mamma del 12enne aggredito: «Pugni e calci senza motivazione: ora mio figlio ha paura»
di Elga MONTANI
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Giovedì 15 Giugno 2023, 05:00

Un’aggressione improvvisa e senza alcun motivo. Botte date solo per divertimento e forse per «segnare il territorio». L’ennesima aggressione ad un ragazzino a Bari, nella zona della città vecchia, ha dell’incredibile. A raccontare nel dettaglio quanto accaduto è la mamma del dodicenne preso a pugni, un ragazzo, come spiega la mamma, che non «è un tipo che cerca la lite, o che provoca».

Erano le 19 di pomeriggio di lunedì quando il ragazzino si trovava sulla muraglia con i suoi amici, dovevano andare ad un compleanno di un’amica e una delle mamme li aveva accompagnati e lasciati giusto il tempo di cercare parcheggio.

Il racconto

«I ragazzi erano in zona piazza Ferrarese – racconta la mamma ancora scossa da quanto accaduto -, mio figlio e i suoi amici erano un gruppo di una decina di persone e stavano tranquillamente camminando e chiacchierando.

Questi delinquenti, perché non so come altro chiamarli, che pare fossero anche più piccoli di mio figlio, almeno di statura, senza alcun motivo all’improvviso lo hanno aggredito». Il gruppo di ragazzini ha attaccato all’improvviso, senza aver prima dato alcun segno e senza la minima avvisaglia. Gli amici del giovane, tutti della sua stessa età, presi dal panico sono scappati, come è normale essendo tutti dodicenni. «Uno di questi altri ragazzi ha colpito mio figlio con uno schiaffo sulla nuca – prosegue il racconto della mamma -, poi un altro lo ha bloccato da dietro e altri gli hanno dato due pugni in faccia, uno schiaffo, uno sgambetto e un calcio. Un attacco completamente gratuito». Per fortuna il giovane non ha riportato grossi danni, solo un livido sotto l’occhio, essendo riuscito a non cadere e a scappare quasi subito dai suoi aggressori. «La sua fortuna è stata aver avuto la prontezza di scappare – spiega la donna -, dopo essere riuscito a divincolarsi, si è avvicinato ad una coppia di signori che hanno compreso cosa stava accadendo e lo hanno aiutato. Hanno fatto finta che stesse con loro e lo hanno abbracciato. Sono stati degli angeli. I ragazzi che lo hanno aggredito, invece, nonostante lui stesse scappando gli urlavano dietro “Hai paura?” e hanno provato ad inseguirlo». Subito dopo, il dodicenne ha contattato sua madre, e anche l’amica della mamma che lo aveva accompagnato e si trovava nei pressi. Nell’immediato sono anche intervenuti alcuni agenti della polizia locale che si trovavano in zona. Per quanto riguarda la denuncia dell’accaduto, la mamma del ragazzo ci tiene a precisare che al momento non è stata fatta, ma a causa del fatto che «gli agenti della polizia locale intervenuti hanno preso i miei documenti e mi hanno chiesto cosa volessi fare. Ma mi hanno anche detto che comunque sarebbe una denuncia contro ignoti e senza testimoni perché la coppia che aveva soccorso mio figlio nel frattempo si era allontanata. Mi hanno fatto capire che fare denuncia a queste condizioni non sarebbe servito a molto. Anche perché il gruppo degli aggressori era con ogni probabilità costituito da minorenni». Resta una grande amarezza per l’accaduto, e per il fatto che un ragazzino di dodici anni deve ora superare una situazione difficile e imparare a non avere paura di uscire a causa di quanto successo. «Avrei fatto denuncia se fosse servita a bloccare queste situazioni, perché si tratta di un episodio da non sottovalutare. Sappiamo d’altronde che non è la prima volta che accade un episodio simile – conclude la mamma del giovane -. La mia amica ha anche chiamato la polizia ma non so di preciso il motivo per cui non siano intervenuti, perché ero nel panico più totale. Non è giusto non poter essere fino in fondo cittadini della propria città. Non è possibile che un ragazzino non possa stare per i fatti suoi con i suoi amici a chiacchierare».

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