Babygang sul bus, il prefetto: «Problema sociale»

Martino parla dopo l'ultima aggressione sul bus ad un ragazzo extracomunitario

Babygang sul bus, il prefetto: «Problema sociale»
di Lucia J.Iaia
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Sabato 10 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:25

Non è un problema che riguarda i trasporti pubblici ma al massimo, il contesto sociale in cui alcuni ragazzi agiscono. E' questo, per sommi capi, ciò che il prefetto di Taranto Demetrio Martino rimarca all’indomani della nota sindacale sull’ultima aggressione a bordo di un autobus di linea.

I raid

Come è noto, una baby gang ha preso di mira un malcapitato sul numero 16 di Kyma Mobilità, prima intimandogli di scendere dall’autobus e poi colpendolo anche con tirapugni e coltelli al volto e al torace. Il ragazzo di colore non ha riportato, fortunatamente serie ferite e, ad oggi, non ha sporto alcuna denuncia. 
«Ritengo – sottolinea il prefetto - che sia un fenomeno di carattere sociale ed il fatto in questione non mi pare che abbia attinenza con il trasporto pubblico. E’ successo su un bus ma poteva accadere anche in strada o in qualsiasi altro posto». Intanto, la dinamica dei fatti così come descritta dai rappresentanti Filt Cgil, Uil Trasporti, Ugl Autoferrotranvieri e S.i.n.a.i. di Taranto desta comunque una evidente preoccupazione. «Ci sono indagini in corso per verificare l’accaduto ed è chiaro che verrà applicata la normativa con il coinvolgimento della procura dei minori, attivando tutte le procedure del caso.

Al contempo però, ritengo che sia particolarmente importante adottare strategie che riguardino il tessuto sociale come le azioni di recupero che stiamo portando avanti e che daranno i loro frutti più in là nel tempo. Sono attività che vedono impegnate insieme tutte le autorità, dalla magistratura alle forze dell’ordine, dai sindacati dei locali da ballo alla scuola ed è tra i ragazzi che vogliamo incidere».

In effetti, comune denominatore sono gli atteggiamenti caratterizzati dalla violenza tra i più giovani ma il prefetto puntualizza anche sull’aspetto numerico. «Taranto, rispetto ad altre città italiane con simile densità demografica, non presenta un elevato numero di episodi di questo genere. Ciò non toglie che vi è massima attenzione al sistema di sicurezza da parte delle forze di polizia affinché si prevenga, dove è possibile, e si reprima dove non lo è». In altre parole, non pare sia un problema di sicurezza sugli autobus. «No, infatti. Purtroppo registriamo atti di intolleranza e di razzismo anche in altri contesti, come per esempio le scuole e soprattutto nelle fasce giovanili». Eppure, i sindacati dei trasporti evidenziano invece, l’esigenza di adottare misure urgenti dopo le aggressioni ai danni di alcuni lavoratori ma anche di cittadini, come il ragazzo di colore appunto.

«I sindacati chiedono che sia convocato il comitato di ordine e sicurezza, un organo di consulenza che io stesso presiedo e che ho più volte riunito. Ma è bene precisare che in questo tipo di discussione non può intervenire il rappresentante sindacale perché non è previsto dalla legge e perché non rappresenta un contributo aggiuntivo di conoscenza dei fatti. Ho più volte ribadito che la nostra attenzione è massima ma ritengo che sia una questione attinente allo scarso rispetto verso l’altro. Non certamente meno grave - precisa Martino - e su cui occorre continuare a ragionare con azioni di prevenzione, repressione ma soprattutto con il recupero sociale». In merito invece, al pulsante rosso che l’autista ha premuto domenica per chiedere soccorso ma senza alcun riscontro, il prefetto precisa che sono in corso verifiche rispetto a questa misura installata dall’azienda e che potrebbe non aver funzionato. Intanto mercoledì, il sit in annunciato dai sindacati davanti alla prefettura si svolgerà con l’intento di accendere i riflettori sul tema. «Io - conclude il prefetto Martino - certamente li riceverò e parlerò con loro come ho sempre fatto».

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