La devianza e la criminalità minorile sono in continue espansione, sempre più bassa è poi l’età in cui si accede all’alcol e in cui si inizia a fare uso di stupefacenti. E sempre più diffuse sono le nuove dipendenze quali la ludopatia o la dipendenza da social. Per quanto riguarda la criminalità minorile, nelle province di Bari, Bat e Foggia, nell’ultimo anno, si è registrato un incremento dei reati del 7,7%. Ben 985 i procedimenti penali iscritti, contro i 915 dell’anno precedente per un totale di 169 minori coinvolti residenti a Bari. Aumentato il numero delle ragazze entrate nel circuito penale come autrici di reati, con numeri che parlano di 147 ragazze in tutto il distretto di cui circa 40 residenti a Bari.
Il protocollo
Sono numeri su cui ragionare e che preoccupano, quelli presentati durante il rinnovo del protocollo tra Comune e Procura dei minorenni di Bari per proseguire l’esperienza del Pim - Pronto Intervento Minori - che, dal 2019, consente di intervenire tempestivamente nei casi di abuso-maltrattamento, devianza ed evasione dell’obbligo scolastico a Bari.
I numeri
Per quanto riguarda nello specifico i casi di cui ci si è occupati, si parla di 36 casi di condotta irregolare e devianza, sei casi di inadempienza scolastica e 74 casi di conflittualità genitoriale, incapacità educativa, violenza fisica/assistita e violenza sessuale. «Qualche volta mi chiedo se questa unità operativa raggiunga realmente gli scopi proposti – sottolinea il procuratore Ferruccio De Salvatore - mi pongo questa domanda, perché non possiamo dire che si stia registrando una riduzione del disagio minorile, che anzi è palpabile, e coinvolge bambini e adolescenti appartenenti ad ogni fascia sociale. Con una criminalità minorile sempre più cattiva e violenta, con adolescenti che agiscono per noia, per spirito di emulazione, o per mettersi alla prova. Nonostante tutto, però, i risultati ottenuti a Bari sono notevoli, perché a dispetto di quello che è l'incremento della criminalità minorile e del disagio minorile in tutta Italia e nel mondo, sul territorio lavoriamo moltissimo, proprio grazie al pronto intervento minori, sulla prevenzione».
Di una cosa il procuratore è certo e ci tiene a sottolinearlo: «Per quanto riguarda le ipotesi che sconfinano nel penale, nella criminalità minorile, a Bari ci sono gruppi di minori che si uniscono occasionalmente, ma non siamo riusciti a provare che ci siano organizzazioni vere e proprie di adolescenti che hanno un piano criminoso. Questi gruppi, che si uniscono occasionalmente, sono fatti sia di ragazzi che di ragazze, e insieme commettono reati, come piccole rapine ai danni di coetanei, per il semplice piacere di percuotere, o per il gusto di dimostrare la propria forza e la propria supremazia». Il lavoro da fare è tanto e necessario è puntare sull’educazione. «Il problema che si pone – aggiunge De Salvatore – è quello di intercettare le ragioni del malessere dei minori e di intervenire, innanzitutto, sotto un profilo educativo e di sostegno anche delle famiglie, perché molto spesso i figli sono il prodotto dei loro genitori». In che modo si possa intervenire è presto detto: «La scuola deve lavorare in modo sempre più incisivo guadagnando di nuovo autorevolezza, ma è necessario anche lavorare sulle famiglie, incrementando le politiche sociali a loro supporto e sostegno. Necessarie attività educative per i genitori, corsi di sostegno alla genitorialità, sostegno psicologico, educativa domiciliare che vale per i minori, ma anche per i genitori. In quanto ci si scontra con sacche di grande malessere, non soltanto materiale, ma anche culturale».