Adolescenti, reati in aumento. L'allarme: «Criminalità minorile violenta»

Ben 985 i procedimenti penali iscritti, contro i 915 dell’anno precedente per un totale di 169 minori coinvolti residenti a Bari

Adolescenti, reati in aumento. L'allarme: «Criminalità minorile violenta»
​Adolescenti, reati in aumento. L'allarme: «Criminalità minorile violenta»
di Elga MONTANI
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 05:00

La devianza e la criminalità minorile sono in continue espansione, sempre più bassa è poi l’età in cui si accede all’alcol e in cui si inizia a fare uso di stupefacenti. E sempre più diffuse sono le nuove dipendenze quali la ludopatia o la dipendenza da social. Per quanto riguarda la criminalità minorile, nelle province di Bari, Bat e Foggia, nell’ultimo anno, si è registrato un incremento dei reati del 7,7%. Ben 985 i procedimenti penali iscritti, contro i 915 dell’anno precedente per un totale di 169 minori coinvolti residenti a Bari. Aumentato il numero delle ragazze entrate nel circuito penale come autrici di reati, con numeri che parlano di 147 ragazze in tutto il distretto di cui circa 40 residenti a Bari.

Il protocollo

Sono numeri su cui ragionare e che preoccupano, quelli presentati durante il rinnovo del protocollo tra Comune e Procura dei minorenni di Bari per proseguire l’esperienza del Pim - Pronto Intervento Minori - che, dal 2019, consente di intervenire tempestivamente nei casi di abuso-maltrattamento, devianza ed evasione dell’obbligo scolastico a Bari.

Anche gli stessi numeri registrati da questo servizio permettono di fare un quadro chiaro e allarmante. Infatti, nel 2023 all’Ufficio interventi civili della Procura minorile sono giunte 243 segnalazioni che sono state suddivise, in base alla natura delle stesse, tra il Pim (Pronto Intervento minori con competenza sul territorio della città di Bari) e l’Uic (Ufficio Interventi Civili con competenza sul territorio dell’intero distretto tranne Bari). Sono 116 i fascicoli gestiti solo dal Pim (in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma solo per motivi “burocratici” legati a problemi con il passaggio da un sistema operativo all’altro che ha semi paralizzato le Procure), mentre 127 quelli di cui si è occupato l’Uic - Ufficio interventi civili, per un totale di 140 minori seguiti. I fascicoli seguiti dal Pim (42 nel primo trimestre, 31 nel secondo trimestre, 26 nel terzo trimestre, 17 nel quarto trimestre) sono distribuiti su tutto il territorio del comune di Bari, in quanto 53 sono quelli relativi al municipio I, 22 sono i casi del municipio II, 24 del municipio III, cinque del municipio IV, nove 9 del municipio V, a cui vanno aggiunti tre minori intercettati dalla ripartizione servizi alla persona in quanto migranti o senza residenza.

I numeri

Per quanto riguarda nello specifico i casi di cui ci si è occupati, si parla di 36 casi di condotta irregolare e devianza, sei casi di inadempienza scolastica e 74 casi di conflittualità genitoriale, incapacità educativa, violenza fisica/assistita e violenza sessuale. «Qualche volta mi chiedo se questa unità operativa raggiunga realmente gli scopi proposti – sottolinea il procuratore Ferruccio De Salvatore - mi pongo questa domanda, perché non possiamo dire che si stia registrando una riduzione del disagio minorile, che anzi è palpabile, e coinvolge bambini e adolescenti appartenenti ad ogni fascia sociale. Con una criminalità minorile sempre più cattiva e violenta, con adolescenti che agiscono per noia, per spirito di emulazione, o per mettersi alla prova. Nonostante tutto, però, i risultati ottenuti a Bari sono notevoli, perché a dispetto di quello che è l'incremento della criminalità minorile e del disagio minorile in tutta Italia e nel mondo, sul territorio lavoriamo moltissimo, proprio grazie al pronto intervento minori, sulla prevenzione».

Di una cosa il procuratore è certo e ci tiene a sottolinearlo: «Per quanto riguarda le ipotesi che sconfinano nel penale, nella criminalità minorile, a Bari ci sono gruppi di minori che si uniscono occasionalmente, ma non siamo riusciti a provare che ci siano organizzazioni vere e proprie di adolescenti che hanno un piano criminoso. Questi gruppi, che si uniscono occasionalmente, sono fatti sia di ragazzi che di ragazze, e insieme commettono reati, come piccole rapine ai danni di coetanei, per il semplice piacere di percuotere, o per il gusto di dimostrare la propria forza e la propria supremazia». Il lavoro da fare è tanto e necessario è puntare sull’educazione. «Il problema che si pone – aggiunge De Salvatore – è quello di intercettare le ragioni del malessere dei minori e di intervenire, innanzitutto, sotto un profilo educativo e di sostegno anche delle famiglie, perché molto spesso i figli sono il prodotto dei loro genitori». In che modo si possa intervenire è presto detto: «La scuola deve lavorare in modo sempre più incisivo guadagnando di nuovo autorevolezza, ma è necessario anche lavorare sulle famiglie, incrementando le politiche sociali a loro supporto e sostegno. Necessarie attività educative per i genitori, corsi di sostegno alla genitorialità, sostegno psicologico, educativa domiciliare che vale per i minori, ma anche per i genitori. In quanto ci si scontra con sacche di grande malessere, non soltanto materiale, ma anche culturale».

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