La prima Regione a cambiare di colore è, da oggi, la Sicilia passata dal bianco al giallo. La causa: il record, in negativo, sul fronte della campagna vaccinale con appena il 61,3% di siciliani immunizzati. Nel Lazio, per fare l’esempio di una delle Regioni più virtuose, la percentuale dei vaccinati è del 75,8%. Ciò comporta nell’Isola una forte pressione sulle terapie intensive e sulle aree mediche, visto che si ammalano in modo serio di Covid i pazienti che non hanno ricevuto alcuna inoculazione. Ma c’è di più. La Sicilia, in base all’allarme dei virologi, potrebbe passare la settimana prossima addirittura in arancione. Il verdetto arriverà però soltanto venerdì, quando verrà pubblicato il consueto report settimanale dell’Istituto superiore della Sanità, del Comitato tecnico scientifico e del ministero della Salute.
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) August 30, 2021
La Sicilia è tornata gialla: cosa cambia?
Zona gialla, focus sui prossimi giorni
Da lunedì prossimo il cambio di colore, dal bianco al giallo, potrebbe riguardare altre Regioni. In primis la Sardegna, dove la percentuale di vaccinati è del 66,1% e la Calabria (65,3%). A seguire: la Basilicata (67,4%), la Provincia di Bolzano (64,5%), il Piemonte (66,7%), il Molise (72,7%) e la Campania (69,4%).
Il caso della Sardegna
Che la situazione sia seria è confermato dalle notizie che rimbalzano da Cagliari. Sulla base degli ultimi rilevamenti la Sardegna già oggi registra dati da zona gialla, con oltre 50 casi per 100mila abitanti, il 15% di posti letto occupati in area medica e il 10% in terapia intensiva. «Siamo in bilico», dice il commissario straordinario Ares-Ats Massimo Temussi, «la situazione è molto variabile e c’è molto turn over nelle degenze ordinarie: basta un solo giorno per superare le soglie e rientrare nei limiti». La coperta è corta e gli sforzi di Ats e Assl territoriali per far quadrare i conti sui servizi sanitari, nel momento in cui si aprono nuovi reparti-Covid, sono quotidiani. Complessivamente sono 292 i posti letto disponibili in Sardegna, di questi 266 (il 91%) sono occupati confermando le enormi criticità che si stanno vivendo nei presidi sanitari durante la quarta ondata.
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