Violentò ragazzina conosciuta sui social, scatta la condanna

Il tribunale di Taranto
Il tribunale di Taranto
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 20:48 - Ultimo aggiornamento: 20:54

Violentò una ragazzina di 14 anni che aveva conosciuto sui social. Per lui, l'altro giorno, è scattata la condanna in abbreviato a tre anni di reclusione. Questo il verdetto del giudice di Taranto per un ventenne della provincia jonica finito a giudizio con la contestazione di violenza sessuale. Lo stesso magistrato ha assolto un amico dell'imputato anche lui a giudizio, ma con l'accusa di aver fatto da palo durante l'aggressione a sfondo sessuale.

La storia

La vittima e l'imputato, che all'epoca dei fatti aveva diciotto anni, si sarebbero conosciuti nell'ottobre del 2020 navigando su uno dei social più utilizzati dai giovanissimi. I due, entrambi residenti in una cittadina del versante occidentale della provincia di Taranto, si sarebbero scambiati foto e numeri di telefono e alla fine avrebbero concordato un'uscita a quattro. A quell'incontro, però, la ragazzina si sarebbe presentata da sola. A fine serata la quattordicenne accettò di scambiare alcune effusioni in una zona isolata, mentre l’altro ragazzo a quel punto si sarebbe allontanato per lasciare ai due la loro intimità. 
Una volta soli, quindi, il diciottenne avrebbe offerto dello stupefacente alla minorenne e insieme avrebbe consumato della cocaina.

Poi sarebbero riprese le effusioni. Ma in quel momento il ragazzo avrebbe cambiato completamente modo di agire. Avrebbe preteso un rapporto completo e al rifiuto avrebbe continuato, tappando la bocca alla giovane per impedirle di urlare. 

Il verdetto 

La denuncia della vittima ha portato all’incriminazione del diciottenne ma anche del suo amico, finito nei guai con l’accusa di aver fatto da palo.  I due hanno chiesto e ottenuto di definire la propria posizione in abbreviato. Il pm aveva chiesto la condanna a sei anni. Il giudice, alla luce degli elementi raccolti e dello sconto secco di un terzo della pena previsto dal rito alternativo, ha inflitto tre anni di carcere all'imputato. Assolto, per non aver commesso il fatto, l'amico.  

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