Tre volte in pronto soccorso, poi muore nel giorno del compleanno: 9 medici indagati

L'ospedale Santissima Annunziata
L'ospedale Santissima Annunziata
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Martedì 26 Settembre 2023, 22:05 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 06:40

Si è recato per tre volte al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto nel giro di 40 giorni, dopo aver accusato un malore ai primi di agosto. Dopo il terzo passaggio e il successivo ricovero nell’ospedale jonico, però, per lo sfortunato tarantino è morto. Si è spento durante la degenza nel giorno del suo settantesimo compleanno, per la disperazione dei familiari. E ora saranno gli accertamenti della magistratura a chiarire se i medici che lo hanno seguito potevano fare di più per salvargli la vita. 

Morto in ospedale: inchiesta. Nove medici indagati


Sul registro degli indagati, infatti, sono finiti i nominativi di nove medici che hanno avuto modo, in tempi diversi, di seguire il paziente durante i sui diversi accessi all’ospedale ma anche durante la sua permanenza in corsia. 
Si sono accesi i riflettori della procura sulla morte di un tarantino di settant’anni, deceduto lo scorso 10 settembre proprio nel nosocomio tarantino. A chiedere l’intervento della procura sono stati i familiari della vittima che vogliono comprendere cosa sia accaduto in quei quaranta giorni e se sussistano profili di responsabilità da parte dei medici. 
Per questo nei giorni scorsi hanno presentato una denuncia che ha innescato il procedimento con i conseguenti accertamenti disposti dal pubblico ministero Francesco Sansobrino.

Dopo l’esposto presentato dal legale della famiglia, l’avvocato Emilio Panico, il magistrato ha subito decretato l’acquisizione della documentazione clinica relativa ai ricoveri del paziente e ha disposto l’autopsia. 

L'autopsia


L’altro giorno il pubblico ministero ha affidato l’accertamento autoptico a due consulenti, il professore Biagio Solarino, specialista in medicina legale, e il professore Carlo Delvecchio, specialista in neurochirurgia, entrambi dell’ Università di Bari. Al decisivo passaggio giudiziario hanno presenziato anche i legali dei medici indagati, assistiti dagli avvocati Egidio Albanese, Raffaele Errico, Luca Perrone, Alessandra Semeraro, Rosa Di Pierro, Antonio Mancaniello, Adriano Minetola e Ivan Zaccaria.


Uno dei legali dei medici indagati, inoltre, ha ritenuto di nominare come consulente di parte il medico legale Liliana Innamorato. Stando a quanto riportato negli atti del procedimento, agli specialisti nominati dal pubblico ministero si chiede di accertare con l’autopsia, ma anche attraverso la documentazione sanitaria acquisita tempestivamente, se sussistano profili di responsabilità addebitabili ai medici a carico dei quali è ipotizzano il reato di omicidio colposo. 
Per rispondere al quesito i due esperti dell’Università di Bari si sono riservati di depositare la loro relazione entro sessanta giorni. Solo dopo, quindi, sarà possibile valutare il futuro del procedimento che, come sempre in questi casi, va considerato in fase assolutamente embrionale, così come l’iscrizione dei medici coinvolti sul registro degli indagati va ricompreso nell’alveo degli atti dovuti.

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