Taranto, Melucci salvato da un consigliere: Abbate non firma. Il Consiglio comunale resta in piedi

Taranto, Melucci salvato da un consigliere: Abbate non firma. Il Consiglio comunale resta in piedi
di Paola CASELLA
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Martedì 20 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:48

Luigi Abbate è il salvatore di Rinaldo Melucci. Alle 19.01 di ieri, dopo essersi fatto attendere invano dai colleghi per l’intera giornata, il consigliere ha inviato un comunicato stampa in cui spiega il motivo per cui non si è presentato dal notaio per mandare a casa il sindaco. «Non sono il pupazzo di Michele Emiliano» afferma.

La giornata

La notizia ha lasciato di stucco un po’ tutti gli addetti ai lavori e tanti cittadini, ma soprattutto i sedici consiglieri che nel corso della giornata si erano recati nello studio notarile Monti, in via De Cesare, per apporre la propria firma per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale e dire così basta a quest’esperienza amministrativa. Eccetto Abbate, nessuno è mancato all’appello: Vincenzo Di Gregorio e Lucio Lonoce (Partito democratico), Antonio Lenti (Europa Verde), Mario Odone (Movimento 5Stelle), Piero Bitetti e Stefania Fornaro (Con), Luca Contrario (Una Strada diversa), Gianni Liviano (Demos), Massimiliano Di Cuia (Forza Italia), Walter Musillo, Francesco Cosa e Cosimo Festinante (Svolta liberale per Taranto), Francesco Battista (Lega), Giampaolo Vietri e Tiziana Toscano (Fratelli d’Italia), Massimo Battista (Una Città per cambiare Taranto). Quest’ultimo si è recato al seggio nonostante la delicata situazione di salute in cui si trova, così come aveva assicurato la sua presenza lo scorso 3 febbraio quando si sarebbe dovuta discutere ed approvare la mozione di sfiducia presentata proprio da lui e da Abbate, ma che poi è sfumata per mancanza del numero legale.

In quell’occasione Luigi Abbate indossò una maglietta con la scritta: “Melucci e company dignità politica zero. Andate via!”. 

Ecco cosa è successo 


Ieri sera, incredibilmente, è stato proprio lui a decidere di farlo restare, visto che la sua sarebbe stata la 17esima firma necessaria allo scioglimento del consiglio comunale. 
Luigi Abbate, dopo essere stato uno dei principali fustigatori di Melucci e della sua maggioranza, sempre armato di microfono e telecamera, ora è colui che, non sfiduciandolo, gli restituisce agibilità politica. Eppure, fino all’altro ieri Abbate, pur essendo fautore della ripresentazione della mozione di sfiducia, aveva assicurato che avrebbe firmato dinanzi al notaio. Si registra, dunque, che c’è stato un ripensamento della sua posizione tra domenica e lunedì. Curioso. Il consigliere Massimo Battista non lo ha seguito. 
Abbate entrerà ora in maggioranza? Probabilmente, no. La sua “missione” politica pro Melucci si è conclusa ieri sera, a meno di nuovi e contrari ripensamenti notturni. Ma è difficile che ciò accada dopo il comunicato che ha inviato alle redazioni. È probabile, invece, che lo rivedremo tranquillamente nei suoi vecchi panni. 


La giornata di ieri è stata particolarmente convulsa e non solo per l’operato di Luigi Abbate. È stata una giornata all’insegna dell’incertezza per il sospetto di qualche possibile ripensamento dell’ultim’ora nel centrodestra. In tarda mattinata, infatti, è circolata la notizia che i consiglieri Francesco Battista della Lega e Vietri e Toscano di Fratelli d’Italia non avrebbero firmato. La notizia avrebbe fatto sobbalzare molti militanti dei due partiti, soprattutto di Fratelli d’Italia, che avrebbero fatto sentire la propria voce, rinfacciando ai vertici regionali e nazionali la sconfitta alle scorse Amministrative a causa di scelte calate dall’alto. Per avere conferma diversi giornalisti hanno cercato con insistenza i tre protagonisti della vicenda che, alla fine, sono apparsi nello studio notarile ed hanno firmato. D’altro canto, sarebbe stato difficile spiegare non solo al proprio elettorato, ma all’intera città il perché di un’eventuale mancata firma da parte di esponenti del centrodestra. Sarebbe servito solo a rafforzare ulteriormente l’ipotesi di un’intesa tra Melucci ed il ministro di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto in funzione anti Emiliano. L’ipotesi, però, non si è concretizzata perché ciò avrebbe decretato una frattura insanabile tra Fratelli d’Italia e Lega da una parte e Forza Italia dall’altra ed avrebbe minato la credibilità delle prime due forze politiche nelle prossime competizioni elettorali. Poi ci ha pensato Abbate a decidere per tutti.
Cosa accadrà da oggi a Palazzo di Città? Melucci e la sua maggioranza dovranno continuare a governare la città con una maggioranza completamente diversa da quella che lo ha sostenuto alle ultime elezioni. Una maggioranza fondata non più sul ruolo dei partiti, ma sulla volontà del singolo consigliere. Ieri anche Luigi Abbate, decidendo legittimamente per sé, si è adeguato a questo schema. Chi è all’opposizione, invece, adesso potrà mantenere questo ruolo o tornare in maggioranza. Anche da qui passerà la credibilità politica di ciascuno dei consiglieri.

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