Taranto, sede invasa da topi e blatte: chiude il Centro per l'Impiego dopo l'ispezione dello Spesal/Le foto

Topi e blatte nel centro per l'Impiego
Topi e blatte nel centro per l'Impiego
di Massimiliano MARTUCCI
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Giovedì 20 Aprile 2023, 20:48 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 17:03

Topi e blatte, segnalate da diverso tempo, nel Centro Per l’Impiego (Cpi) di Taranto, in via Carrieri: chiuso. Che dovesse chiudere, però, era noto almeno dal 7 aprile, quando sul sito di Arpal Puglia è comparso questo avviso: «Si informano gli utenti che da martedì 11 aprile 2023 gli Uffici del Coordinamento Operativo, del Collocamento Mirato, delle Vertenze Collettive e del Centro per l’impiego di Taranto resteranno chiusi al pubblico sino al trasferimento presso nuova sede». 

Le carenze igieniche riscontrate 


La chiusura del servizio, rivolto a persone in cerca di lavoro, ma anche a cassintegrati, anche del Siderurgico, ha provocato un certo allarmismo.

Il motivo andrebbe ricercato in pesanti carenze igieniche e sanitarie, segnalate dalle categorie regionali dei sindacati che rappresentano gli impiegati pubblici, Fp Cgil, Cisl Fp, Uilfpl e Csa, in diverse comunicazioni inviate fin da febbraio alle autorità competenti, dove si denunciavano le condizioni di diverse sedi Arpal, e non solo quella di Taranto. 

I sindacati chiedono l'intervento dello Spesal


Il 2 febbraio scorso i sindacati chiedono esplicitamente l’intervento dello Spesal, come fanno notare in una lettera scritta all’Arpal, il 27 marzo, mettendo in copia anche l’assessore regionale alla Formazione Sebastiano Leo, in cui rendono note le condizioni in cui si trovano i 45 lavoratori del Cpi di Taranto e i dodici coordinatori. Nella lettera si può leggere: «A seguito della nostra richiesta di intervento allo Spesal di Taranto (nota n.18 del 02/02/2023), contemporaneamente notiziata anche alla Prefettura di quel territorio, richiesta da noi documentata e avvalorata nella sua gravità da materiali fotografici, l’Arpal ha effettuato una pulizia straordinaria, che non ha attenuato però la condizione di assoluta inadeguatezza della sede tarantina, sollevata infatti dallo Spesal nella sua ispezione». 

 


Attraverso la stessa missiva si apprende che la sede sarebbe stata presto chiusa e i lavoratori ricollocati, e i sindacati lamentano il mancato coinvolgimento. Secondo quanto afferma però Cosimo Scarnera, direttore dello Spesal Taranto, che non ricorda quando è stata effettuata l’ispezione, ma sicuramente, tra il 2 febbraio e il 27 marzo, non erano stati ritrovati problemi così gravi da imporre la chiusura. 


La decisione di chiudere la sede del Cpi di Taranto, pare fosse già stata presa. Secondo la documentazione fotografica di cui siamo venuti in possesso, la sede tarantina del Centro per l’Impiego aveva un serio problema di presenza di topi e di blatte, che mettevano a repentaglio la salute e anche semplicemente la tranquillità dei lavoratori, tanto che questi, attraverso le sigle sindacali prima provinciali e poi regionali, hanno segnalato la questione prima alla stessa Agenzia e quindi anche allo Spesal, quando la situazione è diventata non più sostenibile.

I dipendenti spostati in altre sedi


Dei 45 lavoratori, e dei dodici coordinatori, alcuni sono stati messi a lavorare in smartworking, quattro unità sono state trasferite a Martina, altrettante a Grottaglie e a Massafra, e altri ancora nella sede di Arpal di via Ancona. I disagi maggiori, però, saranno vissuti dai lavoratori, dai cassintegrati e da tutta l’utenza tarantina verso cui erano rivolti i servizi del Cpi, costretti o a spostarsi in via Ancona oppure nei paesi limitrofi, dato che alcune delle pratiche gestite da Arpal non possono essere svolte in maniera telematica.
Secondo la legge, la responsabilità logistica per l’insediamento dei centri per l’impiego, è del Comune, che dovrebbe essere chiamato a trovare una soluzione che soddisfi non solo le esigenze di igiene e sicurezza, ma anche logistiche.
Secondo quanto è scritto sul sito dell’Agenzia regionale per il lavoro, la chiusura del centro tarantino è «temporanea», ma è chiaro che finché si troverà un’altra sede ci vorrà del tempo, Inoltre, stando alla corrispondenza tra sindacati e Arpal, non ci sono le condizioni per ricollocare tutti insieme i lavoratori che fino a qualche giorno fa operavano in via Carrieri.

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