Calci al "corriere" dopo la reazione alla multa: indagati anche tre vigili urbani

Calci al "corriere" dopo la reazione alla multa: indagati anche tre vigili urbani
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 11:31

Tre vigili indagati. Insieme al “corriere”, multato per aver lasciato il suo furgone in divieto in pieno centro, e ad uno dei passanti che intervenne durante il parapiglia tra gli agenti della Polizia Locale e il conducente del mezzo dopo la contestazione della multa e la reazione dell'uomo. 
Sono cinque, in tutto, gli indagati per l'episodio avvenuto lo scorso 14 marzo in via Oberdan all'angolo con via Pupino a Taranto. Quel giorno, come si ricorderà, la tensione salì alle stelle tra il “corriere” e tre agenti che tentarono inutilmente di fermarlo. E il video dell'uomo strattonato fece il giro del web, scatenando reazioni di indignazione. 

Video


A distanza di sette mesi, il pm Filomena Di Tursi ha chiuso le sue indagini e ha notificato i canonici avvisi di conclusione, con valore di informazione di garanzia. 
Il magistrato, praticamente, ha chiamato a rispondere di quanto accaduto tutte le parti in causa. A cominciare dai tre agenti: si tratta di un vice commissario e di due vigili urbani, accusati di aver abusato della loro funzione.

A loro carico, infatti, il pm ipotizza le contestazioni di violenza e lesioni, aggravate dall'aver abusato del potere derivante dal loro ruolo. Sotto accusa, infatti, sono finite le modalità con le quali gli agenti risposero alla reazione scomposta del conducente dopo la multa.

Il capo di imputazione

Stando a quanto si legge nel capo di imputazione provvisorio, “dopo aver redatto un verbale di contravvenzione ed aver invitato il conducente del furgone ad esibire la patente di guida, dopo il rifiuto, lo costringevano con violenza ad uscire dal veicolo, lo scaraventavano per terra, lo tenevano bloccato con le ginocchia, e gli sferravano dei forti calci ai fianchi provocandogli lesioni giudicate guaribili in dieci giorni”. 
Un'azione che il pm ha bollato come violenta e soprattutto condotta valicando i confini del potere conferito agli agenti. Una contestazione basata sulla denuncia del “corriere” tarantino ma anche su quelle immagini che finirono subito sui social e sui siti web di tutti i giornali. 
Nei guai, come si è detto, anche il “corriere”: si tratta di un tarantino di 36 anni. L'uomo, quel giorno, parcheggiò il suo furgone in controsenso e a ridosso di un scivolo per disabili. Commise l'infrazione per pochi minuti mentre consegnava un pacco. Al suo ritorno, però, trovò i vigili e soprattutto la contravvenzione. Avrebbe reagito in maniera sprezzante accartocciando il verbale e lanciandolo via. Inoltre avrebbe tentato di allontanarsi rifiutando di mostrare la patente e di fornire i suoi dati ai vigili, urlando che quella multa andava tolta.

La "reazione" a catena

Durante la reazione avrebbe anche colpito uno degli agenti a un ginocchio. Proprio questo suo comportamento avrebbe innescato l'azione dei tre vigili che cercarono di fermarlo mentre lui si dimenava, gridando come un ossesso. Un comportamento che al 36enne, difeso dall'avvocato Fabrizio Lamanna, ha prodotto le contestazioni di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, oltre a quella di rifiuto di fornire le proprie generalità. 
Come si ricorderà, le urla del “corriere” provocarono anche l'intervento di diversi passanti. E più di qualcuno tentò di riportare la calma, prendendo le parti del conducente e chiedendo ai vigili di limitare il loro intervento anche in considerazione della sproporzione fisica e numerica tra gli agenti e quell'uomo. Uno dei passanti, però, avrebbe esagerato insultando i tre vigili. Per questo l'uomo, un tarantino di 57 anni (difeso dall'avvocato Cosimo Lardiello) deve difendersi dalle accuse di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. 
Ora i tre vigili inquisiti e gli altri due indagati hanno a disposizione venti giorni per chiedere di essere interrogati o presentare elementi per chiarire la propria posizione e scongiurare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. 
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