Quattro anni e dieci mesi di reclusione. Questa la condanna inflitta oggi, con il rito abbreviato, ad un manduriano di 44 anni, finito prima in carcere e poi a giudizio con le pesanti contestazioni di tortura, lesioni, sequestro di persona e atti persecutori.
In camera di consiglio, infatti, stamattina, si è celebrata l’udienza decisiva dopo la decisione dell’imputato di definire la sua posizione con il rito alternativo. Per lui il pm di udienza Antonio Natale aveva chiesto la condanna a otto anni di reclusione, sulla base anche dello sconto secco di un terzo della pena assicurato dal ricorso al giudizio abbreviato. Alla luce degli elementi emersi, il giudice Francesco Maccagnano ha decretato per l’imputato la condanna a quattro anni e dieci mesi di reclusione.
La vicenda
La sconcertante vicenda si è verificata nella cittadina messapica a fine settembre.
I due conoscenti avrebbero avviato una relazione sentimentale altalenante e si sarebbero visti diverse volte. Quella sera, dopo i momenti di intimità a casa dell’uomo, però, le cose sarebbero degenerate prima in un diverbio e poi nella brutale reazione dell’imputato. La malcapitata sarebbe stata chiusa nell’abitazione per un’ora e mezza e il suo aguzzino l’avrebbe colpita con schiaffi, calci, pugni e persino testate.
A quel punto la donna venne medicata e l’uomo venne arrestato e condotto in carcere. Sul suo capo piombarono subito le gravi contestazioni, compresa quella pesante di tortura. Accuse per le quali l’imputato ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Ieri pomeriggio è giunto il verdetto del giudice Maccagnano che ha condannato l’uomo a quattro anni e dieci mesi di reclusione.