Gennaio da brividi, 267 morti in 31 giorni

Gennaio da brividi, 267 morti in 31 giorni
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 13 Aprile 2017, 20:32
«Il picco di decessi di gennaio è elevatissimo. È un macabro record della storia di Taranto. Ed è giunto dopo il sorprendente diniego del sindaco all’istituzione dell’Osservatorio mortalità». Il macabro record equivale a 267 decessi a Taranto nel gennaio 2017, un triste primato se si confrontano gli ultimi diciassette anni. Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, ha risposto presente all’invito della Commissione Ambiente del Comune di Taranto. Con lui, anche Fulvia Gravame del nodo Peacelink jonico.
Dopo le polemiche sorte in seguito alla bocciatura in consiglio comunale di un Osservatorio sulla mortalità, ieri l’ambientalista è stato invitato dalla commissione presieduta da Salvatore Brisci. Prima di analizzare i numeri - da sottolineare che la fonte è la stessa Commissione che ha acquisito agli atti i dati del Comune, i decessi si riferiscono a Taranto città dal 2000 al 2017 e rilevano la mortalità rilevata - è opportuno ritornare indietro per sintetizzare cosa è successo.
Nel consiglio comunale del 29 marzo a Taranto, la consigliera d’opposizione Lina Ambrogi Melle - raccogliendo il progetto di Peacelink - ha proposto l’Osservatorio mortalità in tempo reale a Taranto. È un progetto in cui Peacelink credeva e crede fermamente in quanto potrebbe dare il polso della situazione ambientale. Secondo l’associazione, infatti, ci sono giorni in cui Taranto anziché registrare cinque decessi (è il dato medio), ne conta più del doppio. Peacelink ha sempre ricordato che la relazione statisticamente significativa fra Wind Days (giorni in cui spira il vento dall’area industriale con determinate caratteristiche ndc) e mortalità è già stata documentata per il quartiere Tamburi di Taranto in uno studio scientifico del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia.
Quel giorno è mancato il numero legale cosicché la mozione è stata ripresentata il 31 marzo. Mozione bocciata e un solo voto favorevole, ossia quello della proponente Ambrogi Melle.
Ieri, c’è stato un tentativo di riavvicinamento e chiarificatore. Sottolineando che non vi sarà tempo in questa consigliatura per approvare l’Osservatorio - nel prossimo e ultimo consiglio non è calendarizzata la proposta - sono emersi dati che Marescotti ha ritenuto preoccupanti.
Proprio a gennaio di quest’anno c’è stato un picco di decessi, 267. Nei due restanti mesi del 2017, i numeri calano drasticamente a febbraio (151) mentre lo scorso mese ci sono stati 174 decessi.
Un altro dato che Marescotti ha sottolineato è relativo a dicembre 2015. Quell’anno Peacelink chiese misure particolari prevedendo in base al meteo quindici Wind Days consecutivi, poi diventati ventuno. In quel mese c’è il secondo dato di decessi più alto dal 2000: 212. È bene sottolineare che sono fredde statalistiche ma secondo l’associazione sarebbe opportuno avere un osservatorio in tempo reale dei decessi: significherebbe disporre di uno strumento di pronto allertamento per una città già da tempo dichiarata ufficialmente ad alto rischio ambientale.
Secondo l’associazione sarebbero dati demografici da approfondire sotto il profilo epidemiologico ma attendibili da un punto di vista statistico. Costituirebbero la “spia rossa” di una criticità da valutare e di cui tuttavia tenere immediatamente conto.
«Al disinteresse mostrato noi reagiremo pubblicando su Peacelink l’elenco numerico completo dei decessi dal 2000 in poi. La gente saprà quello che non ha potuto conoscere in tutti questi anni. Questa sarà la nostra risposta a chi non vuole neppure conteggiare i morti in un contesto di grave criticità ambientale e sanitaria» ha concluso Marescotti.
 
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