Sequestro di card prepagate e fotocopie di documenti di identità, indagata 38enne

La perquisizione
La perquisizione
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Lunedì 4 Aprile 2016, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 14:07
È nata come una semplice indagine per truffa di prodotti sul portale “Subito.it” ma potrebbe riservare molte sorprese l’inchiesta della magistratura jonica, dopo l’individuazione di un tarantino di trentuno anni e di una donna di 38, pure tarantina, indagati per la truffa ai danni di numerosi acquirenti. Soprattutto la perquisizione effettuata nell’abitazione della donna potrebbe far lievitare l’inchiesta diretta dal sostituto procuratore dottor Remo Epifani.
Ad agire su delega del magistrato, nei giorni scorsi, sono stati i carabinieri del comando provinciale di Taranto e della sezione di pg presso la procura della Repubblica.
E si è trattato di una perquisizione che ha dato parecchi frutti.
Nella rete degli investigatori, infatti, è finito materiale di tipo diverso ed estremamente interessante.
Insieme con tablet, telefonini e svariate carte prepagate, sia bancarie che postali, utilizzate evidentemente per far confluire il denaro degli acquirenti, che pagavano in anticipo la merce a cui erano interessati, i carabinieri sui sono ritrovati di fronte ad una truffa di più ampio respiro.
In casa della trentottenne, a questo proposito, gli investigatori hanno individuato e sequestrato le fotocopie dei documenti di identità di numerose persone.
 
Persone, per la cronaca, che non avrebbero nulla a che fare con l’indagata nè con i suoi familiari.
In ogni caso, gli investigatori hanno ritenuto del tutto anomala la presenza nell’abitazione di copie di documenti personali di chi non rientra nel suo nucleo familiare.
Secondo indiscrezioni, però, oltre ai documenti in copia delle carte di identità di soggetti estranei, nell’abitazione perquisita c’erano anche lettere di credito, comunicazioni bancarie e di tipo assicurativo.
Materiale e tracce di rapporti epistolari, cioè, che rientravano nel carteggio privato fra istituti di tipologia diversa e loro clienti.
Come e perchè la trentottenne avesse la disponibilità di questo materiale non è dato saperlo.
Tuttavia, è proprio questa scoperta ad aver elevato il livello di qualità dell’indagine diretta dal dottor Epifani.
Il sospetto, considerata l’indole e i precedenti della donna finita sott’accusa, è che la disponibilità del materiale non avesse alcun fine lecito.
Prevedibilmente, il sequestro di questo materiale indurrà gli investigatori ad aprire una specifica finestra d’indagine. Necessaria, soprattutto, per individuare le direttrici di questo ulteriore canale illecito. E soprattutto per garantire le persone alle spalle delle quali era stata ordita - o stava per esserlo - una sicura azione fraudolenta. L. Cam.
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