Esclusi dai sostegni, protestano i lavoratori agricoli in Puglia: «Esclusi dai ristori, il Governo ci ascolti»

Dl Sostegni, sit-in di protesta dei lavoratori agricoli: «Esclusi dai ristori, il Governo ci ascolti»
Dl Sostegni, sit-in di protesta dei lavoratori agricoli: «Esclusi dai ristori, il Governo ci ascolti»
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Sabato 10 Aprile 2021, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 21:12

Potrebbe essere decisiva la prossima settimana per l’imminente futuro dei 27mila lavoratori agricoli della provincia di Taranto sui circa 172mila braccianti occupati in Puglia. Questa mattina hanno tenuto un partecipato e riuscito sit in di protesta davanti al Palazzo della Prefettura contro l’esclusione dal decreto Sostegno e per il rinnovo del contratto provinciale. Il capo di gabinetto della Prefettura jonica, la dottoressa Maria Luisa Ruocco, ha recepito le loro istanze, impegnandosi a riferire tutto al prefetto Demetrio Martino già lunedì.

La nota dei sindacati

 

Durante il presidio di protesta i lavoratori hanno contestato «l'esclusione» dal decreto Sostegni varato dal governo per fronteggiare la crisi economica derivata dalla pandemia e per il rinnovo del contratto provinciale per operai agricoli e florovivaisti.

«L’intenzione - ha fatto sapere la dottoressa Ruocco ai segretari provinciali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Lucia La Penna, Antonio La Fortuna e Antonio Trenta, ricevuti al termine della protesta - è quella di far pervenire  a Roma un documento per sollecitare una rapida soluzione della vertenza ed in modo particolare per chiedere chiarimenti sull’esclusione dei lavoratori agricoli dai sostegni concessi dal governo nazionale a quelle categorie che hanno perso produttività a causa della pandemia sanitaria da covid 19».

“E - precisano Trenta, La Penna e La Fortuna - nel caso specifico dei lavoratori agricoli, parliamo di oltre due milioni di giornate di lavoro non effettuate rispetto allo scorso anno». Per quanto riguarda invece le problematiche locali, e in modo specifico il mancato rinnovo del contratto provinciale del lavoro, le cui trattative procedono estremamente a rilento nonostante siano già stati abbondantemente superati i termini di scadenza, dalla Prefettura è stata espressa la volontà di contribuire ad accelerare l’iter, anche attraverso una convocazione presso il locale Palazzo del Governo di tutte le parti interessate, sia quelle datoriali che quelle sindacali e associative. 

Proteste anche a Bari

 

Questa mattina Fai, Flai e Uila hanno organizzato un presidio anche davanti alla prefettura di Bari, per protestare contro i provvedimenti del decreto Sostegni che - secondo il sindacato - «hanno ancora una volta penalizzato i lavoratori e le lavoratrici del settore agricolo, perpetrando una grave ingiustizia verso i 172mila braccianti occupati in Puglia, di cui 37mila solo a Bari».

«Una platea importante - rilevano - esclusa dal diritto a qualsiasi sostegno, malgrado abbia subìto la perdita di migliaia di giornate di lavoro a causa dell'emergenza Covid». «Alla delegata della prefettura di Bari che ci ha accolti abbiamo rappresentato le istanze di tutti quei lavoratori dimenticati dal Governo - dicono Fiore, Lepore e Buongiorno, segretari provinciali di Fai, Flai e Uila Bari - i lavoratori agricoli si sentono messi da parte, nonostante siano stati indispensabili in piena pandemia per assicurare la continuità degli approvvigionamenti di derrate alimentari».

Fai, Flai e Uila, pertanto, «chiedono alcune misure indispensabili a tutelare lavoratrici e lavoratori, quali il conteggio per l'anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019; l'introduzione del bonus per gli stagionali dell'agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza; il riconoscimento di una cassa integrazione stabile per i pescatori».

Inoltre, proseguono, «abbiamo unitariamente posto quali punti essenziali anche la richiesta di riconoscere la clausola sulla condizionalità sociale nella politica agricola comune (Pac), affinché i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali». In piazza i sindacati hanno ribadito il proprio no ai voucher: «Siamo contrari al tentativo di semplificare ancora di più l'uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori».

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