Marcia dei trattori e presidi permanenti: la protesta degli agricoltori continua. Foto e Video

Mercoledì 31 Gennaio 2024, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 13:15 | 2 Minuti di Lettura
Foto di Max Frigione

Dopo le manifestazioni a Bari e a Foggia nei giorni scorsi e a Lecce ieri, trattori oggi a Carovigno per un presidio di protesta del movimento spontaneo di agricoltori del nord Brindisino.

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Un presidio permanente con oltre cinquanta trattori da questa mattina sta protestando in Largo Machiavelli a Carovigno, in provincia di Brindisi, unendosi alla mobilitazione in corso degli agricoltori in tante realtà italiane. "Ci stanno togliendo la dignità. Ma questa volta non ci fermeremo" puntualizza la delegazione. Cartelli e slogan contro le politiche comunitarie che sostengono gli imprenditori "porteranno alla chiusura di molte aziende. E tanti saranno i posti di lavoro a rischio". Riforma della Pac, costi di produzione, calamità e fitopatie, concorrenza sleale e burocrazia: questi i temi rilanciati durante il presidio a cui ha partecipato anche il sindaco dello stesso comune, Massimo Lanzilotti. "Un comitato spontaneo - spiega il primo cittadino - che decide in maniera pacifica di presidiare questa piazza per manifestare tutta la propria insofferenza verso delle politiche europee, e del governo nazionale, va sostenuto con forza da parte della politica soprattutto quella locale. Ci troviamo di fronte a delle richieste che provengono dal basso ma che sono purtroppo poco ascoltate". Il governo, secondo il sindaco, "nel decreto Milleproroghe deve abolire l'Irpef agricola e ragionare per trovare le coperture per detassare il gasolio agricolo". Territorio, quello dell'Alto Salento, alle prese da anni con l'emergenza xylella, e quindi ad un forte calo della produzione a causa di un batterio che anche in quest'area della Puglia ha già provocato l'abbattimento di migliaia di piante. "Ho già chiesto un'audizione al ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per questo tema, che va affrontata come un'emergenza nazionale - conclude Lanzilotti - e non come un territorio isolato a sé stesso. Perché a rischio è il futuro immeditato di numerose aziende".

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