Francesca Viggiano, vice presidente regionale del Partito democratico, dovrebbe tornare nella giunta del Comune di Taranto, guidata dal sindaco Rinaldo Melucci. Per far nuovamente posto alla rappresentante del Pd potrebbe uscire dall’esecutivo Laura Di Santo, assessore al Patrimonio, alle Politiche abitative e ai Tributi, in quota ai Socialisti e Repubblicani. La scelta di escludere Di Santo sarebbe giustificata dal fatto che in consiglio comunale c’è un solo consigliere comunale espressione di questa forza politica, Paolo Castronovi. Il sindaco potrebbe successivamente “risarcire” i Socialisti e Repubblicani, attribuendo loro una postazione in qualche consiglio di amministrazione di una società partecipata.
La riunione
Della decisione che il sindaco Rinaldo Melucci starebbe maturando si è parlato nel corso della riunione della segreteria provinciale, presieduta dal segretario regionale Domenico De Santis, che si è svolta nel pomeriggio di ieri per affrontare il tema dell’appoggio esterno e del ritiro della delegazione da esecutivo e Partecipate, a seguito dell’esclusione di Viggiano dalla squadra di governo.
Il sindaco
Il primo cittadino nei giorni scorsi ha annunciato che avrebbe provveduto ad una rivisitazione complessiva delle deleghe. Al momento, però, non ci sono atti ufficiali. Melucci, infatti, non ha ancora comunicato né il rientro di Viggiano né l’esclusione di Di Santo o di qualche altro assessore e neppure quali saranno le deleghe attribuite a Francesca Viggiano che l’altro giorno è stata esclusa dalla giunta perché, stando a quanto da lei stessa ha affermato in un post sulla sua pagina facebook, qualche giorno prima non aveva firmato la delibera sui Giochi del Mediterraneo. Ieri Melucci ed il Partito democratico, parlandosi, sono così riusciti ad evitare che lo scontro si trasformasse in rottura politica.
Se entrambe le parti fossero rimaste ferme sulle proprie posizioni, si sarebbe spaccata non solo la coalizione di centrosinistra, ma anche il rapporto all’interno delle stesse forze politiche della maggioranza: da una parte gli amministratori, consiglieri ed assessori, restii all’appoggio esterno e a lasciare le proprie postazioni, dall’altra i vertici dei partiti impegnati a rimettere in campo il primato della politica. Per le segreterie regionale, provinciale e cittadina del Partito democratico la strategia messa in campo si è rivelata vincente.
I tre segretari Domenico De Santis, Anna Filippetti e Giuseppe Tursi hanno raggiunto diversi obiettivi. Il Pd è innanzitutto uscito dalle sabbie mobili in cui per diverso tempo è stato immobilizzato, ha poi aperto un canale di dialogo con il Movimento 5Stelle e con il movimento regionale Con, espressione di Michele Emiliano, riuscendo in questo modo a tenere testa all’iniziativa del sindaco che probabilmente finora aveva fatto affidamento sulle divisioni interne al Pd e alla stessa coalizione. Il Pd è riuscito, inoltre, a non spaccarsi al suo interno e ad evitare che la stessa sorte toccasse ad altri partiti in cui pure c’erano amministratori non disponibili all’appoggio esterno e parte politica favorevole.