Operaio morto al porto di Taranto, momenti strazianti ai funerali: «Non ci sono parole»

Operaio morto al porto di Taranto, momenti strazianti ai funerali: «Non ci sono parole»
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Venerdì 25 Marzo 2022, 19:11 - Ultimo aggiornamento: 19:34

«Io ho sentito tante testimonianze su Massimo, era un bravo ragazzo, sapeva amare, era bravo, e questo ci serve. Queste parole ci dicono che lui è nelle mani di Dio. In questi momenti non ci sono parole, ci può essere soltanto vicinanza».

Così don Pasquale Laporta nell'omelia per i funerali, celebrati nella chiesa Nostra Signora di Fatima della borgata di Talsano, di Massimo De Vita, il 45enne operaio morto martedì scorso a seguito di un incidente sul lavoro nell'area pubblica del quarto sporgente delo porto di Taranto.

L'incidente mortale

De Vita, in carico alla Compagnia portuale Neptunia, è stato schiacciato da un telaio in acciaio che si è ribaltato durante operazioni di movimentazione di pale eoliche danneggiate scaricate poco prima da una nave cargo.

All'esterno della chiesa diverse corone di fiori degli amici e dei colleghi. Sulla bara, rose rosse e bianche.

Don Pasquale ha letto un messaggio, poi consegnato alla moglie e ai due figli di De Vita, inviato dall'arcivescovo Filippo Santoro, per il quale gli incidenti mortali sul lavoro rappresentano qualcosa di «inaccettabile per una società che si dica civile».

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