Taranto, incidente sul lavoro al porto: operaio morto schiacciato da un telaio

Il luogo dell'incidente
Il luogo dell'incidente
6 Minuti di Lettura
Martedì 22 Marzo 2022, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 08:06

Un lavoratore ha perso la vita questa mattina nel porto di Taranto. Il tragico incidente sul lavoro è avvenuto intorno alle otto nella parte pubblica del quarto sporgente dello scalo di Taranto. A perdere la vita Massimo De Vita, tarantino di 45 anni. La vittima,  padre di due figli e ex operaio TCT, era impegnato all'interno della compagnia portuale Nuova Neptunia per una commessa di una ditta d'appalto, quando è stato schiacciato da un grosso telaio in ferro durante le operazioni di movimentazione a terra di un carico di pale eoliche danneggiate. Sul luogo della tragedia i sanitari del 118 e gli uomini della Polizia. Per la vittima, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. 

L'incidente

E' stato un telaio di ferro a uccidere, questa mattina, al porto di Taranto l'addetto della compagnia portuale, Massimo De Vita. Il telaio, stando ad una prima ricostruzione, si sarebbe improvvisamente sganciato mentre veniva fatto scendere in banchina da una nave che ha trasportato pale eoliche. Secondo quanto si è appreso, il telaio, che ha un peso rilevante, non conteneva le pale che erano state sbarcate poco prima. L’incidente è avvenuto al quarto sporgente, nella parte pubblica, già teatro di altri gravi incidenti negli anni passati. Ad aprile dello scorso anno Natalino Albano, giovane operaio di una impresa di movimentazione e trasporti, precipitò da una nave sulla banchina del quarto sporgente al porto e morì sul colpo. Albano stava seguendo l’andamento del carico a bordo di pale eoliche.

La precisazione di Acciaierie Italia

Con riferimento all'incidente sul lavoro avvenuto questa mattina sullo sporgente numero 4-Lato Ponente del porto di Taranto, in cui è morto un operaio di una ditta d'appalto, a quanto si è appreso durante la movimentazione di un carico di pale eoliche, Acciaierie d'Italia precisa «di non avere alcun coinvolgimento nelle operazioni che hanno condotto a tale incidente, né direttamente né tramite attività svolte da appaltatori per conto di Acciaierie d'Italia». L'azienda comunica inoltre «di non avere in gestione lo sporgente numero 4 -Lato Ponente del porto di Taranto». Nelle stesse ore durante le operazioni di scarico in corso al secondo sporgente del porto di Taranto, gestito da Acciaierie d'Italia, un escavatore si è ribaltato sulla banchina. Lo comunica la stessa azienda, precisando che «non si segnalano danni alle persone operanti nell'area».

I sindacati

«L'incidente mortale sul lavoro allunga inesorabilmente l'elenco di vite spezzate a Taranto e nel Paese, nonostante le continue denunce sindacali sulla mancata sicurezza e motivate da una progressività di eventi che contrastano, in particolare, con la dignità della persona e del lavoro, principi valoriali della nostra Carta Costituzionale» dichiara Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl di Taranto, manifestando «solidarietà e vicinanza» alla famiglia di Massimo De Vita.

«Confermiamo ancora una volta la nostra fiducia nella Magistratura, perché prima possibile faccia chiarezza sulla dinamica dell'incidente odierno ma auspichiamo, ancora una volta, che gli Enti strumentali preposti rendano più cogenti ispezioni e controlli, prima che altri incidenti mortali si verifichino», conclude Solazzo.

«Massimo De Vita non c'è più, ma c'è una storia, la sua, e quella di Natalino Albano, altro operaio morto quasi un anno fa a 300 metri dalla tragedia di oggi, e che non vogliamo più declinare al passato. Archiviarla tra le cose accadute e dimenticate», dichiara Paolo Peluso, segretario generale della Cgil di Taranto.  «In questo momento - aggiunge Peluso - le autorità incaricate delle indagini sull'incidente, stanno verificando le dinamiche, ma a quanto pare Massimo De Vita, operaio esperto anche per la sua decennale esperienza all'interno dell'ex Taranto Container Terminal, aveva appena iniziato il suo turno di lavoro.

Oggi avrebbe dovuto caricare i castelletti in acciaio che sorreggono nel trasporto le pale eoliche. Non si comprende ancora come uno di questi manufatti in acciaio sia caduto proprio sul corpo di De Vita che purtroppo non avrebbe avuto scampo». «Era un nostro iscritto - sottolinea il segretario provinciale della Filt Cgil Francesco Zotti -. Suoneremo nuovamente quelle tragiche sirene e speriamo che questa volta riescano a ridestare le coscienze di tutti. Alla famiglia e agli amici di Massimo, tutto il cordoglio della Cgil e della Filt».

«Come si fa a dire addio alla vita mentre si è impegnati in qualcosa che invece dovrebbe dare un senso alla vita, migliorarla, renderla più dignitosa?», si chiede Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia. «Invece - continua Busto - ci ritroviamo a piangere l'ennesimo giovane pugliese vittima del lavoro. L'augurio è che la giustizia ionica faccia velocemente il suo corso individuando cause e colpevoli di questa terribile tragedia, ma ciò comunque non restituirà Massimo all'affetto dei suoi familiari e dei suoi cari, ai quali vanno le più sentite condoglianze della segreteria regionale della Uil di Puglia». Quando si chiedono «misure più concrete - osserva l'esponente della Uil - per arrivare a tagliare il traguardo 'zero morti sul lavorò non facciamo demagogia o comunicazione spicciola. La politica smetta di prendere tempo e si assuma le proprie responsabilità. L'assunzione di qualche nuovo ispettore non basta, bisogna programmare investimenti, attivare un monitoraggio costante e, soprattutto, cambiare le regole del gioco, lasciando fuori dai grandi appalti pubblici - conclude Busto - le aziende che non rispettano alla lettera le misure di sicurezza imposte dalla legge e che non applicano i contratti nazionali di lavoro».

Romano (M5s): «Ora una Commissione d'inchiesta su Taranto»

«Ancora un'altra vittima sul lavoro al porto di Taranto. Lascia sgomenti quanto avvenuto oggi, a pochi metri dal luogo dove un anno fa un altro operaio ha perso la vita, in condizioni analoghe, mentre lavorava. Nell'esprimere cordoglio e stringermi, a nome delle commissioni che rappresento, alla famiglia e alla comunità di Taranto per la perdita di Massimo De Vita, che era anche un iscritto del sindacato Filt-Cgil, ritengo necessario che le Istituzioni diano un segnale forte e chiaro. Per questo ho avanzato la proposta di anticipare la missione della commissione d'inchiesta sugli infortuni da programmare a Taranto». Lo afferma in una nota il vicepresidente della commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia e senatore del Movimento 5 Stelle, Iunio Valerio Romano. «Nonostante l'angoscia e la preoccupazione per le tensioni internazionali - osserva il senatore pugliese, che è anche capogruppo del M5S in commissione Lavoro di palazzo Madama - non possiamo permetterci di abbassare la guardia sul tema delle morti sul lavoro, che in Italia continuano ad essere un'emergenza nazionale. Bisogna uscire dalla logica che le attività di prevenzione siano un mero adempimento formale per renderle un elemento sostanziale, capace di limitare al massimo il rischio di infortuni e incidenti mortali sul lavoro», conclude Romano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA