L'omicida di Taranto: «Ho preso l’arma per difesa ma volevo solo spaventarli»

La polizia sul luogo dell'omicidio
La polizia sul luogo dell'omicidio
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Venerdì 2 Luglio 2021, 05:00

«Ho estratto la pistola, ma non volevo sparare. Volevo spaventarli dopo che avevamo discusso. I colpi sono partiti accidentalmente». Questa la versione resa al giudice da Antonio Bleve, il tarantino fermato dagli investigatori della squadra Mobile della Polizia per l’omicidio del 21enne Alessio Serra. 

L'udienza

Ieri mattina, infatti, Bleve, che è difeso dall’avvocato Pasquale Blasi, in collegamento da remoto, è comparso dinanzi alla giudice Galasso, per il rituale appuntamento con l’udienza di convalida. 
Al varco del primo confronto con i giudici, però, l’uomo ha scelto di rendere soltanto delle dichiarazioni spontanee. Al magistrato, quindi, ha spiegato la sua ricostruzione di quanto accaduto, nella notte tra lunedì e martedì, in via Capecelatro. Bleve ha raccontato di essere uscito di casa per cercare la sua ex moglie. Una volta giunto nella zona, avrebbe incrociato Alessio Serra e il fratellastro di quest’ultimo, nuovo compagno della ex di Bleve. A suo dire, sarebbe nata una discussione che in pochi minuti ha assunto toni piuttosto accesi. A quel punto avrebbe estratto la pistola, senza uscire dalla sua vettura, e con l’intento di spaventare i rivali. Un primo colpo sarebbe partito accidentalmente già nell’abitacolo. Gli altri, secondo l’indagato, sarebbero partiti sempre in maniera fortuita, quando Alessio Serra gli sarebbe andato incontro, nel tentativo di disarmarlo.

Il video


Un racconto che ora verrà confrontato con gli elementi raccolti dagli investigatori della squadra Mobile nelle ore immediatamente successive al delitto. A cominciare dalle immagini registrate da una telecamera di sorveglianza che ha filmato la drammatica sequenza dell’omicidio. Quel video, infatti, ha spianato la strada alla risoluzione a tempo di record del caso da parte della squadra Mobile della Polizia, con il fermo del responsabile.
Dopo la sparatoria, avvenuta poco dopo mezzanotte e la morte del 21enne, sopraggiunta poco dopo il suo arrivo in ospedale, gli investigatori hanno avviato le indagini decifrando il quadro in cui è maturato il delitto.

La dinamica

Secondo gli investigatori, l’altra notte Bleve sarebbe uscito in strada per regolare i conti con il fratellastro di Serra, che da poco aveva allacciato una relazione con la sua ex moglie, dalla quale l’uomo si era separato. Una volta individuato il suo bersaglio avrebbe estratto la pistola. Il suo obiettivo è riuscito a ripararsi dietro una macchina in sosta. Purtroppo lo sfortunato Alessio Serra ha pagato con la vita il suo tentativo di difendere il fratellastro e di bloccare l’uomo armato. Uno dei proiettile esplosi lo ha centrato al petto. E per lui non c’è stato nulla da fare. È stato soccorso immediatamente da una equipe del 118 che lo ha condotto in ospedale, dove è giunto in condizioni disperate. I medici hanno fatto di tutti per strapparlo alla morte, ma il ragazzo si è spento mezz’ora dopo il suo arrivo al Santissima Annunziata. Poche ore dopo, gli investigatori della Mobile hanno rintracciato e fermato Bleve.
Il 33enne è stato rintracciato in un’abitazione del quartiere Tamburi, nei pressi della quale aveva parcheggiato anche la sua macchina.

Lui stesso ha consentito di ritrovare l’arma che aveva nascosto sotto un masso in un terreno del quartiere Paolo VI. 

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