Dolore e commozione al funerale di Matilde. La mamma: «Fatela vivere in tutti voi». Silenzio assordante per l'ultimo saluto a Matteo

Dolore e commozione al funerale di Matilde
Dolore e commozione al funerale di Matilde
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Febbraio 2024, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 11:07

"Fatela vivere in voi, in tutti voi. Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro, come ha fatto lei". Questa la frase che mamma Adelaide, in lacrime, ha urlato ai tantissimi ragazzi e ragazze presenti nel pomeriggio presso la chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a Latiano, per i funerali di Matilde Chionna. La studentessa, che frequentava la terza classe al liceo linguistico "Ettore Palumbo" di Brindisi, ha perso la vita domenica scorsa - come il fidanzato Matteo Buccoliero, 20enne di Sava - in un tragico incidente stradale lungo la provinciale che collega Torre Santa Susanna e Mesagne. Nel luogo di culto non c'era posto, così la folla si è assiepata anche sul sagrato: centinaia di persone di ogni età e provenienti da ogni parte della provincia. Dolore e commozione tra chi ha voluto dare l'ultimo saluto alla giovane 17enne.

Video

La bara bianca è stata accolta da un lungo applauso.

per terra un pallone da volley grande passione di "Mati". Una passione coltivata fino alla fine dei suoi giorni: domenica, prima dell'incidente, era stata protagonista di una grande prova nel 3-0 della sua New Volley Oria contro il Monopoli nel match valevole per il campionato regionale di Serie D. Tanti i palloncini bianchi e rosa fatti volare in cielo sulle note di di "Ogni volta" di Vasco Rossi cantate dai familiari, in particolare proprio da mamma Adelaide prima di dirigersi verso il cimitero.

Il funerale di Matteo

Una cerimonia del silenzio e del dolore che ha tolto la forza a tutti. Il funerale di Matteo Buccoliero, 19 anni, sarà ricordato così Sava, per la chiesa piena in ogni suo angolo e per il silenzio che rendeva palpabile la sofferenza dei genitori con gli occhi incollati sulla bara di legno chiaro per tutta la durata dell’omelia celebrata da don Piero Pesare. Unica voce quella del prelato che rimbombava tra le alte navate della chiesa di San Francesco adibita dalla sera prima a camera ardente dello sfortunato diciannovenne, vita spezzata sul fiorire da un destino inaccettabile per chiunque.

Il padre di Matteo

Suo padre Mariano, noto magistrato inquirente della Procura della Repubblica di Taranto, non si è separato un attimo dalla bara del figlio, prima in piedi e poi su una sedia che qualcuno ha recuperato da qualche parte e l’ha portata vicino. Schiena ricurva, occhi spenti, con un braccio e la testa poggiati sulla cassa che ha lasciato solo al termine della cerimonia abbandonando la chiesa mano stretta a quella della moglie Roberta. L’immagine dei genitori, dalla sofferenza pura, indescrivibile, ha sfilato così tra le due ali di folla che si apriva al loro passare. Tanti i colleghi del padre e della madre impiegata al centro per l’impiego a Manduria, tantissimi conoscenti e semplici concittadini, tutti con la voglia di abbassare lo sguardo per paura di incrociare quegli occhi spenti mentre gli ultimi palloncini bianchi si perdevano nel cielo che a tutti ieri è apparso più cupo.
La cassa è stata portata a spalle sino alla macchina dell’agenzia funebre dove è stata riposta con delicatezza accompagnata da un tiepido applauso, ovattato anche quello. Poi di nuovo il silenzio. Com’era stato anticipato sul manifesto, i genitori e nessun altro dei parenti più stretti hanno voluto restare per le strette di mano del cordoglio. Un ulteriore dolore evitato che tutti hanno compreso e condiviso limitandosi a lasciare il proprio ricordo sul libro lasciato all’ingresso della chiesa.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA