Salento, funerale della madre negato: il detenuto aveva ottenuto l’ok

Salento, funerale della madre negato: il detenuto aveva ottenuto l’ok
Salento, funerale della madre negato: il detenuto aveva ottenuto l’ok
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Giovedì 30 Novembre 2023, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 21:42

Il magistrato di sorveglianza concede a un detenuto l’autorizzazione a partecipare al funerale della madre. Ma l’uomo non viene condotto in chiesa e non partecipa alla cerimonia funebre. 
Sconcerto, per la vicenda, è stato espresso dal suo legale, Francesco Spagnolo, che narra l’accaduto. I fatti hanno inizio il 28 novembre scorso. Quando viene a mancare la madre di una persona, originaria del Basso Salento, che si trova nel carcere di Borgo San Nicola con l’accusa di maltrattamenti. Non una particolare pericolosità sociale, come invece rilevato in altri casi dai magistrati che hanno negato i permessi anche in occasioni così dolorose. In questo caso, l’ok è giunto dal Tribunale di sorveglianza con provvedimento firmato dal giudice Ines Casciaro. Il protagonista della vicenda ha potuto però raggiungere i familiari solo ieri.

«All’incirca dopo mezz’ora dal deposito della mia istanza - ricostruisce il legale - il magistrato di sorveglianza, persona particolarmente sensibile ed attenta, ha autorizzato “la concessione di un permesso necessitato di 2 ore, escluso il tempo del viaggio, per rendere omaggio alla salma della propria madre presso l’abitazione della stessa e se rientrante nelle due ore di permesso, di partecipare anche al funerale. Permesso con decorrenza immediata».
«Il personale di cancelleria - prosegue - attento e scrupoloso, ha provveduto a informare immediatamente l’istituto di pena per l’esecuzione del decreto adottato.

Ma il 28 novembre, non si è avuta notizia del trasferimento del detenuto nel luogo indicato ed autorizzato».

Il racconto

Il racconto va avanti: «La mattina seguente, alle 10 circa è stato nuovamete inoltrato alla casa circondariale di Lecce lo stesso decreto del magistrato di sorveglianza corredato del parere del pm “senza reclamo”. Sta di fatto che i funerali sono stati celebrati senza la presenza del detenuto che nonostante godesse del permesso non ha “beneficiato” di quanto ottenuto».
Da qui l’indignazione: «Mi risuona un solo aggettivo, prosegue l’avvocato Spagnolo, Assurdo. Non sono in grado di attribuire delle responsabilità su quanto accaduto essendo consapevole che il sistema penitenziario è oramai al collasso, che risulta difficile organizzare una scorta anche per la traduzione in tribunale, che la magistratura di sorveglianza (che nel caso di specie è stata particolarmente sensibile e veloce, unitamente al personale di cancelleria, è chiamata a pronunciarsi in maniera urgente su un numero elevatissimo di istanze, ma in questo caso siamo davanti a qualcosa di diverso e sul quale è necessario interrogarsi: non è stato eseguito un ordine dell’autorità. Questo è il dato».

Ultima riflessione: «La morte della madre del detenuto - conclude - integra una vicenda eccezionale e cioè non usuale, particolarmente grave, idonea ad incidere profondamente nella vicenda umana e sul grado di umanità della detenzione. Negareuna simile opportunità ha privato il detenuto di un momento di profonda umanità, come sostare davanti alla salma del proprio caro, importante per la sua rieducazione e per la sua risocializzazione. Si è persa, ancora un volta, l’occasione di realizzare un sistema carcerario rispettoso dei dettami della nostra carta costituzionale». 

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