Ex Ilva, i commissari contro il sindaco: «Pronti a impugnare l'ordinanza di chiusura dell'impianto»

Ex Ilva, i commissari contro il sindaco: «Pronti a impugnare l'ordinanza di chiusura dell'impianto»
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 29 Febbraio 2020, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 09:51
Illegittima, inappropriata e sproporzionata. Così viene bollata dai commissari straordinari che gestiscono Ilva in Amministrazione straordinaria l'ordinanza del sindaco Melucci riguardante lo stabilimento.

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La struttura governativa ha preannunciato quindi una futura contromossa riservandosi di impugnare l'ordinanza. Il primo cittadino ne ha preso atto amaramente, spiegando di sentirsi dalla parte giusta e convocando due incontri: un faccia a faccia urgente proprio con i commissari e, in attesa di quel confronto, il tavolo di crisi con istituzioni locali e organizzazioni sindacali. È il sunto della giornata di ieri che, come prevedibile, è stata foriera di reazioni. Tranne quella, al momento, della maggiore accusata ossia ArcelorMittal. La multinazionale sceglie la strategia del silenzio ma è chiaro che anch'essa potrebbe appellarsi alle sedi competenti contro quell'ordinanza.

Ad uscire allo scoperto, immediatamente, sono stati i commissari straordinari di Ilva in As formalmente ancora proprietaria dello stabilimento. Ricordiamo che l'ordinanza 15 del 27 febbraio contingibile e urgente obbligava a una serie di prescrizioni per l'eliminazione del rischio e di elementi di criticità sia ArcelorMittal, sia Ilva in As ciascuna per quanto di competenza e di responsabilità. Il contrattacco dei commissari espressione del governo è al vetriolo. Il provvedimento interviene in un momento in cui ci si sta prodigando per l'auspicata riconversione dello stabilimento nell'ambito del generale progetto per la città di Taranto, a favore della quale, com'è noto, il governo profonde numerose energie.

Fermi restando gli accertamenti che saranno effettuati sulla natura e la provenienza delle emissioni su cui si fonda il provvedimento, Ilva In As. - per quanto ad essa riferibile - ritiene illegittima, inappropriata e sproporzionata l'ordinanza che incide sull'esercizio di uno stabilimento d'interesse strategico nazionale e su interessi che devono trovare la loro composizione e il loro bilanciamento attraverso l'appropriato uso degli strumenti ordinari. La stessa azienda si riserva quindi di impugnare l'ordinanza dinanzi alle autorità competenti. Non si è fatta attendere la controreplica di Melucci che ha preso atto delle affermazioni dei Commissari, immagino sapranno supportarle adeguatamente nelle sedi preposte. Il sindaco ha ribadito di sentirsi dalla parte giusta, la parte della salute, per cui ho responsabilità, sono con i miei concittadini e i bambini di Taranto.

E ha aggiunto, pungente, che si sarebbe aspettato di vedere i commissari di governo dalla stessa parte, la parte che sta indicando il presidente Conte per l'intero Paese. Dichiarazioni accompagnate anche da un invito agli stessi commissari straordinari Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo per un confronto urgente. Da quanto emerso, ci sarebbe una generale disponibilità da parte degli amministratori di Ilva in As. Parallelamente, il sindaco ha convocato per lunedì prossimo alle ore 15 il tavolo di crisi. Il summit presso Palazzo di Città ha come oggetto la disamina delle complesse questioni afferenti lo stabilimento siderurgico ex Ilva e prevede la presenza di presidente della Provincia, presidente della Camera di Commercio, presidente dell'Autorità di Sistema portuale e segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Melucci inoltre ha convocato sempre per lunedì, alle 10.30, l'europarlamentare D'Amato e i sette parlamentari Labriola, Pagano, Vianello, De Giorgi, Ermellino, Cassese e il sottosegretario Turco.

Sul fronte romano, come anticipato ieri, confermato lo slittamento della firma sull'intesa tra governo e ArcelorMittal alla prossima settimana. I commissari straordinari hanno presentato al Mise l'istanza di 22 pagine per l'autorizzazione alla sottoscrizione della transazione dell'accordo di modifica del contratto di affitto e degli ulteriori accordi con le società del gruppo ArcelorMittal. Sarà quindi un addendum ed è previsto l'impegno delle parti a collaborare anche con le organizzazioni sindacali e le istituzioni competenti per definire, entro il 31 maggio 2020, una soluzione che preveda il ricorso a strumenti di sostegno, compresa la cassa integrazione guadagni straordinaria, per un numero di dipendenti da determinare. Per il resto, confermate le linee generali sul nuovo piano industriale per il periodo 2020-2025 con il revamping di Afo5, l'utilizzo del preridotto e la costruzione di un forno elettrico: produzione a 8 milioni di tonnellate di acciaio e per l'occupazione di parla di tenuta dei livelli con 10.700 risorse a regime. Confermata anche la clausola di uscita al 30 novembre per Mittal da 500 milioni di euro mentre l'ingresso di un partner statale nel capitale determinerà la modifica delle condizioni di acquisto, con l'anticipo della data al 2022 e un dimezzamento del canone di acquisto da 180 a 90 milioni di euro.

«Stiamo limando ancora le differenze che ci sono tra la visione del governo e quella di ArcelorMittal riguardo al futuro dello stabilimento di Taranto» ha affermato ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli a Uno Mattina su Rai Uno. Entro il 6 marzo, la fumata bianca.
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