Braccio di ferro col governo per l'ex Ilva: Mittal prima annuncia stop impianti, poi marcia indietro

Arcelormittal taranto
Arcelormittal taranto
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Sabato 20 Marzo 2021, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Prima la minaccia di abbassare la produzione e ridurre gli investimenti. L'annuncio era arrivato in una nota ufficiale di ArcelorMittal a causa del mancato investimento dello Stato: a dicembre, infatti, l'accordo prevedeva un bonifico di 400 milioni di euro per una partnership paritaria con Invitalia. Poi in giornata, in un confronto con i sindacati, l'azienda ha fatto un parziale dietrofront su alcune fermate creando totale confusione. I sindacati sono in subbuglio.

L'ANNUNCIO

Aminvestco (società italiana del gruppo Mittal) "fa riferimento all’Accordo di Investimento firmato con Invitalia lo scorso 10 dicembre 2020 che prevede l’impegno si Invitalia  a sottoscrivere e versare un aumento di capitale di euro 400 milioni entro il 5 febbraio 2021 e una serie di altre misure per sostenere gli investimenti della società. Nonostante la natura vincolante dell’Accordo, ad oggi Invitalia non ha ancora sottoscritto e versato la sua quota di capitale e quindi non ha adempiuto agli obblighi previsti dall’Accordo".

Questo persistente mancato adempimento, prosegue l'azienda, "sta seriamente compromettendo la sostenibilità e le prospettive dell’azienda e dei suoi dipendenti. Conseguentemente Aminvestco è costretta ad annunciare una riduzione dei suoi livelli di produzione e un rallentamento temporaneo dei suoi piani di investimento. Queste misure saranno in vigore fintanto che Invitalia non adempierà agli impegni presi con l’Accordo di Investimento". 

ArcelorMittal ha fermato una serie di impianti strategici nel siderurgico di Taranto. Per esempio Produzione lamiere. Inoltre ha inviato ieri alle aziende dell’indotto-appalto una comunicazione dove chiede la sospensione delle attività Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. ArcelorMittal aveva già fermato nella primavera 2020 i cantieri Aia a causa dell’emergenza Covid.

MARCIA INDIETRO

ArcelorMittal nel corso della giornata è tornata sui suoi passi: gli impianti che tra ieri sera e stamattina ha dichiarato di voler fermare, adesso non li ferma più. Fim Cisl e Fiom Cgil annunciano che in merito all’assetto di marcia del siderurgico, l’azienda ha effettuato una nuova comunicazione “che di fatto modifica le direttive precedentemente comunicate”.

Ci saranno tre altiforni in attività e in particolare per il Treno nastri 2 “è prevista la ripartenza nella giornata di oggi”. Inoltre per l’acciaieria 1 “riparte e pertanto il personale sarà richiamato per consentire le operazioni di riavvio”. Per gli impianti produzione lamiere 2 e il tubificio Erw restano “attualmente fermi” dicono Fim e Fiom ma “sarà valutata dall'azienda, nei prossimi giorni, la possibile ripartenza. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro di dettaglio per conoscere i futuri assetti di marcia”.

 “È del tutto evidente - affermano Fim Cisl e Fiom Cgil - che la schizofrenia di ArcelorMittal è legata, così come abbiamo sin da subito dichiarato, ad interessi di parte che non devono per nessuna ragione coinvolgere i lavoratori. Crediamo che non sia più rinviabile un confronto di merito con il governo per porre fine ai continui ricatti della multinazionale”.

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