Il centro raccolta rifiuti in un parco: il Tar boccia il progetto

Il centro raccolta rifiuti in un parco: il Tar boccia il progetto
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Martedì 8 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Il centro di raccolta rifiuti solidi urbani e indifferenziati di San Pietro in Bevagna, per il quale il comune di Manduria ha già speso 50mila euro, non si può realizzare nel punto individuato. Lo ha stabilito definitivamente il Tar di Lecce che si è espresso nel merito accogliendo il ricorso presentato da un gruppo di proprietari di abitazioni situate nelle vicinanze della discarica controllata.

La vicenda

La sentenza della prima sezione del Tribunale amministrativo leccese, pubblicata ieri, ha accolto in pieno la tesi del collegio difensivo dei ricorrenti, formato dagli avvocati Antonio Eugenio Casto e Maria Luisa Avellis che ha basato la linea processuale sulla sorta di una completa relazione tecnica a firma del consulente di parte, architetto Andrea Casto. Perno principale dell’opposizione: l’assenza della necessaria variante urbanistica. 
Un macroscopico errore cui l’amministrazione del sindaco Gregorio Pecoraro aveva cercato di rimediare con una variante bocciata dal Consiglio comunale. Tutto da rifare. Salta anche l’anticipo di 50mila euro già versato all’impresa che si era aggiudicata l’appalto, «Edilia Restauri» di Lecce, con l’incognita di una probabile richiesta di risarcimento da parte di quest’ultima per il mancato guadagno oltre alle spese necessarie per il ripristino dei luoghi già compromessi da opere in muratura e gettate di cemento per le fondazioni. 
Tutto questo perché, come hanno riconosciuto i giudici amministrativi, l’area individuata non era urbanisticamente adatta. Un evidente errore commesso dalla precedente amministrazione commissariale dell’ente, reiterata dall’attuale che ha dato il via ai lavori nonostante gli insistenti allarmi che provenivano dai residenti e dagli ambientalisti che facevano notare le incongruenze del progetto non solo per le carenze di istruttoria (urbanisticamente quella zona agricola non permette insediamenti industriali di quel genere), ma anche dal punto di vista pratico. 
L’area ricade all’interno di un parco realizzato dal «Gruppo di azione locale Terra del Primitivo» adibito ad area pic-nic con giochi per bambini e sentieri costato all’incirca 150 mila euro di fondi europei. Soddisfattissimi i legali dei ricorrenti, un po’ meno l’avvocato del Comune, Danilo Brunetti che aveva puntato sulla «irricevibilità per tardività del ricorso». Convinti del contrario gli avvocati Casto e Avellis. «Il Tar ha accolto la nostra tesi sin dalla fase cautelare con la sospensione dei lavori – ricordano i legali dei ricorrenti -, scongiurando la realizzazione di un’opera che, così come progettata, non avrebbe risolto il problema dei rifiuti a San Pietro in Bevagna creando piuttosto gravi criticità a tutti i residenti della zona, nonché ai turisti interessati al percorso naturalistico del Gal». 
Nei mesi scorsi era stata promossa anche una petizione con la quale numerosi cittadini chiedevano a gran voce al sindaco di non realizzare l’ecocentro a pochi metri dalle abitazioni e di fronte alla Masseria Marina sede della «Casa del Parco della salina e delle zone protette del litorale manduriano.

L’impresa «Edilia Restauri» aveva vinto la gara con un ribasso del 32% su una base d’asta di 300mila euro. Il Gal Terre del Primitivo non si è costituito in giudizio.

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