Respinto il ricorso dei genitori di uno studente di un liceo di Bari, che era stato bocciato l'anno scorso in uno scientifico della provincia. La vicenda aveva fatto scalpore per via delle motivazioni a cui la famiglia aveva imputato la bocciatura: la pandemia e l'utilizzo della didattica a distanza.
Il Tar Puglia dà ragione ai professori
Il Tar Puglia ha infatti respinto il ricorso, giudicandolo «infondato», stabilendo invece che il risultato scolastico è legato alle assenze e all'impreparazione dello studente a molte delle prove.
Le motivazioni dei giudici: assenze e impreparazione
Per metà anno scolastico, quindi, ha frequentato in presenza, mentre per l'altra meta ha fruito della dad. «In tale ultimo periodo le assenze, le entrate in ritardo o le uscite anticipate - rileva la sentenza - sono state giustificate non per problemi di connessione ai device telematici ma sempre per motivi personali». Inoltre «va evidenziato - si legge ancora nel provvedimento del Tar - che la scuola ha attivato un piano della ddi definendo obiettivi, scelte organizzative, piattaforma, metodologie, attività strumenti per la verifica e la valutazione» e che quindi «le criticità rilevate in relazione alla situazione emergenziale pandemica, sono state affrontate dalla scuola in linea con gli interventi programmati». Alle interrogazioni, ricostruiscono i giudici, l'alunno era spesso impreparato e «in diverse discipline non ha svolto il compito o l'esercitazione assegnata anche secondo le modalità a distanza», consegnando le prove in bianco. Per il Tar, quindi, «la delibera di non ammissione dello studente alla classe successiva e immune dai censurati vizi di legittimità» e «non si rileva alcun errore sui presupposti, ne difetto di motivazione o carenza istruttoria.
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