«Nostro figlio bocciato per colpa della Dad». Ma il Tar dà ragione alla scuola

«Nostro figlio bocciato per colpa della Dad». Ma il Tar dà ragione alla scuola
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Venerdì 10 Settembre 2021, 15:00

Respinto il ricorso dei genitori di uno studente di un liceo di Bari, che era stato bocciato l'anno scorso in uno scientifico della provincia. La vicenda aveva fatto scalpore per via delle motivazioni a cui la famiglia aveva imputato la bocciatura: la pandemia e l'utilizzo della didattica a distanza.

Il Tar Puglia dà ragione ai professori


Il Tar Puglia ha infatti respinto il ricorso, giudicandolo «infondato», stabilendo invece che il risultato scolastico è legato alle assenze e all'impreparazione dello studente a molte delle prove.

La famiglia aveva impugnato, chiedendone l'annullamento, la non ammissione del figlio al secondo anno, ritenendo che «il consiglio di classe» non avesse «tenuto conto della particolarità dell'anno scolastico appena trascorso, pesantemente condizionato dalla nota pandemia e dalla didattica a distanza» e non avesse chiarito in che modo «le carenze» che avevano portato alla bocciatura «non fossero dovute a queste difficoltà». Nella sentenza i giudici amministrativi spiegano che «lo studente ha fruito della didattica digitale integrata cogliendo l'opzione dell'attività in presenza, su precisa scelta della famiglia, a seguito dell'ordinanza del presidente della Regione Puglia».

Le motivazioni dei giudici: assenze e impreparazione

Per metà anno scolastico, quindi, ha frequentato in presenza, mentre per l'altra meta ha fruito della dad. «In tale ultimo periodo le assenze, le entrate in ritardo o le uscite anticipate - rileva la sentenza - sono state giustificate non per problemi di connessione ai device telematici ma sempre per motivi personali». Inoltre «va evidenziato - si legge ancora nel provvedimento del Tar - che la scuola ha attivato un piano della ddi definendo obiettivi, scelte organizzative, piattaforma, metodologie, attività strumenti per la verifica e la valutazione» e che quindi «le criticità rilevate in relazione alla situazione emergenziale pandemica, sono state affrontate dalla scuola in linea con gli interventi programmati». Alle interrogazioni, ricostruiscono i giudici, l'alunno era spesso impreparato e «in diverse discipline non ha svolto il compito o l'esercitazione assegnata anche secondo le modalità a distanza», consegnando le prove in bianco. Per il Tar, quindi, «la delibera di non ammissione dello studente alla classe successiva e immune dai censurati vizi di legittimità» e «non si rileva alcun errore sui presupposti, ne difetto di motivazione o carenza istruttoria.
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