Così non si può andare avanti. Di questo passo davvero i Giochi del Mediterraneo di giugno 2026 sono a forte rischio.
La lettera
Venti sindaci, tra cui Rinaldo Melucci, primo cittadino di Taranto, e il presidente della Regione, Michele Emiliano, scrivono al premier Giorgia Meloni, ai ministri Raffaele Fitto (Affari europei, coesione e Pnrr) e Andrea Abodi (Sport) e al commissario dei Giochi, Massimo Ferrarese. Va bene, dicono, se si ha intenzione di fare un vertice a Roma con le parti interessate, presente anche il Coni col presidente Giovanni Malagò, purché si tenga “immediatamente al fine di evitare ulteriori perdite di tempo prezioso, vengano invitati i membri del Comitato organizzatore Taranto 2026, insieme ai tutti i sindaci delle città che hanno aderito all’iniziativa” e serva effettivamente a chiarirsi sulla direzione di marcia.
Nella lettera i sindaci (per il Tarantino ci sono Avetrana, Castellaneta, Crispiano, Ginosa, Grottaglie, Laterza, Leporano, Martina, Massafra, Montemesola, Mottola, Pulsano, San Giorgio Statte, Taranto e Torricella più quelli di Lecce, Fasano, Monopoli e Conversano) ripropongono le questioni note: quando arrivano i fondi, i 150 milioni di euro; quando si approva il Dpcm che deve sbloccare le risorse; chi deve appaltare le opere; quali procedure andranno applicate.
La scadenza e il chiarimento
Ieri, intanto, sono scaduti i tre giorni che Ferrarese con la diffida ha dato a Melucci perché gli consegnasse i progetti definitivi ed esecutivi delle cinque opere relative a Taranto che dovrebbero essere pronti da fine giugno. In serata i progetti non erano stati ancora trasmessi. Melucci però dovrebbe inviare una sua lettera al commissario - pare dai toni molto duri - con cui replica alla diffida. Venendo alla lettera dei sindaci e del governatore regionale, questi dicono che “è evidente che senza l’approvazione del Dpcm a cura dell’attuale Governo e della messa a disposizione delle risorse in favore dei Comuni interessati, non è possibile procedere con le progettazioni e con l’appalto dei relativi lavori. Inoltre, anche i cronoprogrammi predisposti ed allegati alla bozza di Dpcm (nel luglio 2022) dovranno essere aggiornati e le scadenze posticipate a partire dall’effettivo trasferimento delle risorse ai soggetti attuatori che risultano i Comuni beneficiari in quanto proprietari degli impianti sportivi”. I sindaci rammentano che “tutti i Comuni hanno predisposto uno studio di fattibilità tecnico-economico necessario per inserire gli interventi nel proprio piano delle opere pubbliche, la gran parte dei Comuni si è anche attivata per sviluppare, a proprie spese, i progetti definitivi in attesa di ottenere le risorse necessarie alla realizzazione degli interventi”, ma, ed è qui il punto, “senza la necessaria copertura finanziaria per la realizzazione delle opere non è consentito approvare i progetti definitivi né tantomeno sviluppare i progetti esecutivi”.
La risposta del commissario
Ferrarese, commentando la lettera, dice a Quotidiano che «le polemiche inutili non servono a nulla. Ho inviato una pec ai sindaci e alcuni hanno già inviato i progetti. Non ritengo utili riunioni assembleari che non producono nulla. Ritengono doveroso interloquire direttamente con tutti i sindaci per capire la situazione e a che punto sono». Sugli appalti, dice Ferrarese «ho già provveduto a fare un contratto con una centrale di committenza (si tratterebbe di Sport e Salute, società del Mef - ndr) e aspetto i progetti per decidere se appaltarli attraverso la centrale di committenza o, in caso di realtà che sono avanti, potrei anche pensare ad alcuni appalti dei Comuni. Il vertice con Governo e Coni si farà, così chiariamo il ruolo del commissario, che credo non sia stato ancora capito. Si confonde il ruolo del commissario con quello del tesoriere e io non lo sono. E se Melucci vuole staccare la spina dei Giochi da Taranto, non solo questo non è possibile ma io ne attacco tre di spine. I Giochi dobbiamo farli a Taranto».