Giochi del Mediterraneo: si torna al passato per gli sport nautici di Taranto

La banchina ex stazione Torpediniere
La banchina ex stazione Torpediniere
di Domenico PALMIOTTI
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Giovedì 10 Agosto 2023, 06:00

Stop a cala dei nocchieri come nuova location del centro per gli sport nautici, vela, canoa e canottaggio di Taranto. Il commissario dei Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese, l’aveva individuata in alternativa alla ex stazione torpediniere della Marina Militare in quanto c’erano problemi burocratici che ne impediscono l’utilizzo, ma un sopralluogo fatto ieri dal commissario, dai componenti della struttura tecnica e da un esperto di sport nautici venuto apposta da Roma, Giuseppe Di Palo, ha messo da parte cala dei nocchieri e rilanciato l’area originaria. Entrambi i siti appartengono alla Marina Militare e sono sul Mar Piccolo. 

I problemi 


Ma perché adesso cala dei nocchieri non va più bene? Sostanzialmente, da quanto è emerso dalla verifica sul posto, per due problemi: la vicinanza dei vivai delle cozze e l’indisponibilità di grandi spazi, necessari per queste competizioni sportive. Questo spingerebbe a fare il campo di gara al di là dei vivai ma poi sorgerebbe un problema di visibilità della manifestazione dalla terraferma. 
L’idea era quella di allestire tre tribune per il pubblico e di creare una serie di strutture a mare. Invece, tutto messo da parte dopo il responso dell’esperto. Di Palo, napoletano, 55 anni, ha iniziato a praticare lo sport del canottaggio nel 1983 presso il C.R.V. Italia. Nel 1987, da militare, ha gareggiato con le forze armate di Sabaudia e vanta nella sua carriera sportiva tre titoli di categoria - uno ragazzi e due juniores -, una medaglia di bronzo in 4 senza ai Mondiali juniores del 1985 e d’argento in 4 con nel 1986 e una medaglia di bronzo ai Mondiali Assoluti nel 1987 in otto. Resisi conto che l’area di cala dei nocchieri, vicino al Punta Penna, non è più praticabile, il commissario Ferrarese, Di Palo e i tecnici sono tornati, insieme ai rappresentanti della Marina Militare, all’ex stazione torpediniere. E qui il sopralluogo ha dato un responso favorevole: l’area si presta bene per gli sport nautici, gli spazi a mare e a terra vengono definiti “enormi”, e quindi si riprende il progetto iniziale. 

Il progetto iniziale


Dov’è però il problema? Che l’ex stazione torpediniere non è stata ancora trasferita dal Demanio militare a quello marittimo anche se ad ottobre 2020 in Prefettura a Taranto, nell’ambito del “Cantiere Taranto”, l’allora premier Giuseppe Conte firmò un accordo insieme alle amministrazioni e ai ministeri interessati con cui l’area veniva data alla città per finalità turistiche, con l’idea di realizzarvi un approdo per la nautica da diporto. Questo è il problema burocratico di cui si diceva prima, la cui esistenza è stata confermata dal commissario Ferrarese anche nella conferenza stampa dei giorni scorsi nella sede della Camera di Commercio dove hanno sede i suoi uffici.

La soluzione

E allora come uscirne? «Stiamo fissando un incontro per dopo Ferragosto col presidente dell’Autorità portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, per trovare la migliore soluzione possibile per utilizzare l’ex stazione torpediniere», dichiara Ferrarese a Quotidiano.

Il commissario già ieri ha preso contatti col numero 1 dell’Authority.  E Prete conferma a Quotidiano: «Sì, il commissario mi ha chiamato dicendomi che dobbiamo vederci dopo il 15. Noi abbiamo pronto uno studio di fattibilità tecnico-economica che riconfigura l’intera ex stazione torpediniere, compreso il centro per gli sport nautici. È un lavoro che ha fatto Asset, l’Agenzia della Regione Puglia. Se così era previsto, così si farà», aggiunge Prete in merito al ritorno della vecchia ipotesi ex torpediniere. «Non si tratta di una marcia indietro. È così quando le cose si vanno a vedere meglio, si approfondiscono e si analizzano anche con l’ausilio dei tecnici e di chi, provenendo da questo sport, ha un contributo di esperienza da offrirci», chiarisce Ferrarese. Va detto che col centro nautico previsto dai Giochi del Mediterraneo, il Sud riconquisterebbe una posizione che ha perso negli anni. Infatti, mentre un tempo il Sud metteva in acqua tanti atleti di vela, canoa e canottaggio, oggi non ha una struttura all’altezza per consentire la preparazione a queste discipline. Inoltre, a livello nazionale prima c’era il centro di Piediluco, vicino a Terni, che però in seguito ha perso ruolo a favore di quello di Varese. Si tratta, in entrambi i casi, di campi di regata in acque protette. 

Il secondo sopralluogo


Ma ieri il commissario e lo staff hanno fatto un sopralluogo anche a Torre d’Ayala, l’area su viale Virgilio, attigua alla Camera di Commercio, dove è prevista la piscina. La verifica avrebbe dato un ritorno migliore rispetto ad una prima idea («meglio di quello che si pensava») ed ora ci saranno delle riunioni col Comune di Taranto per vedere tutta la documentazione. I tecnici hanno detto a Ferrarese che sicuramente realizzare la piscina in quell’area è più complesso, ma si può comunque andare avanti. E il commissario, in conferenza stampa, aveva detto che se fosse dipeso da lui, avrebbe scelto un’area diversa, ma che ugualmente avrebbe portato avanti il tutto, progetto e location. Intanto, i costi per la piscina a Torre D’Ayala sono passati da 24 a oltre 30 milioni, secondo la scheda consegnata al commissario del Comune. A proposito di costi, va aggiunto che anche riportare il centro degli sport nautici da cala nocchieri all’ex torpediniere ha un onere maggiore. Con la location alternativa ora venuta meno, i costi si sarebbero dimezzati, secondo quanto detto da Ferrarese. Ideata dallo studio MDU Architetti di Prato, che ha vinto il concorso internazionale di progettazione, lo stadio del nuoto avrà una piscina coperta ed una scoperta, entrambe da 50 metri. La giuria ha premiato questo progetto perché è stata ritenuta “lodevole l’integrazione percettiva con il mare e con il contesto identitario, storico e paesaggistico dell’area di Torre d’Ayala”. 

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