Disabili gravi, a Taranto integrazione scolastica in ritardo

Alunni disabili a scuola (foto d'archivio)
Alunni disabili a scuola (foto d'archivio)
di Lucia J. IAIA
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 12:05

I problemi di sempre tornano in tutta la loro gravità ed urgenza: 500 bambini e ragazzi con disabilità grave, mentre i loro coetanei sono tornati tra i banchi, devono affrontare difficoltà enormi. Ai nastri di partenza, dovrebbero esserci tutti insieme, così da evitare che si accumulino ritardi ulteriori e disagi, ma questo non accade. Quello che manca all’avvio di ogni anno scolastico o quasi è il servizio d’integrazione. Si tratta di un ausilio fondamentale ed è bene ribadirlo, rappresenta soprattutto un diritto. 

La denuncia


A denunciare la drammatica situazione in cui versano centinaia di famiglie tarantine la Cgil che, insieme alla Funzione Pubblica Cgil di Taranto, ha interrogato la Provincia di Taranto, competente in materia, rispetto al ritardo di un appalto che rischia di pregiudicare un sereno avvio di anno scolastico per studenti e lavoratori. Tutti diversamente abili sono iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado di Taranto e provincia e le loro famiglie hanno fatto regolare richiesta di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica ma, malgrado la certificazione medica, per esercitare il diritto allo studio dovranno ancora aspettare.

E con i ragazzi fino agli inizi di novembre ci saranno anche 215 lavoratori, tra educatori ed Oss che, di fatto, dovrebbero aiutare questi allievi e allieve, nella loro autonomia, nella crescita educativa e nell’apprendimento scolastico. 

Le dichiarazioni


«Già di per sé la constatazione che sia ancora un appalto privato a regolare questo servizio così strategico e di interesse pubblico, costituzionalmente sancito, è un abominio», spiega Tiziana Ronsisvalle, segretaria della Cgil di Taranto. «La nostra preoccupazione principale infatti – prosegue Mimmo Sardelli, segretario generale della Fp Cgil - riguarda il benessere e l’efficacia di un servizio che richiede pianificazione accurata, tempi adeguati, preparazione e invece come al solito viene trattato come in una partita doppia in cui far pareggiare i conti». 
Non poche le criticità anche a carico di chi svolge questo importante supporto. «A questo – rimarca Sardelli - si aggiunge il fatto che i lavoratori che forniscono questo servizio, rimangono in sospensione lavorativa non retribuita per un lasso di tempo eccessivo e inaccettabile». Inoltre, rimane sul tavolo il problema della tempistica. «Il servizio infatti, verrebbe sempre finanziato per meno mesi rispetto a quelli effettivi di svolgimento delle attività scolastiche per cui la coperta, troppo corta, determinerebbe ritardi o rinvii. Il pubblico insomma, mentre è chiamato a integrare e sostenere con sforzi ulteriori le fragilità, di fatto sceglie di investire solo una parte del percorso lasciando spesso soli proprio quei genitori che di quel sostegno avrebbero bisogno 365 giorni l’anno», precisa la Ronsisvalle. La Funzione Pubblica a tal proposito, ha già chiesto alla Provincia di Taranto un riesame della questione, chiedendo l’immediato avvio dell’appalto.

La testimonianza

Ogni giorno in più senza aiuti così essenziali è un’agonia per queste famiglie. 
«Sono la mamma di due ragazzi di 16 e 17 Anni - ci racconta Maria - e sono letteralmente arrabbiata col disservizio della provincia di Taranto. Non è accettabile al giorno d’oggi lasciare i nostri figli senza servizio per almeno due mesi. Sarebbe giusto iniziare a settembre tutti insieme. I miei figli non sono più quelli che erano, mi chiedono in continuazione se l’educatore tornerà. Come me, penso che anche altri genitori abbiano il diritto di avere questo aiuto all’inizio dell’anno scolastico. È una ingiustizia nei confronti delle famiglie, dei ragazzi e dei lavoratori».

Le preoccupazioni

Ma nel frattempo la Cgil rinnova la sua disponibilità a collaborare anche in considerazione di un quadro epidemiologico che pone in evidenza ulteriori urgenze. Si presentano mesi complicati sotto molti aspetti, tutti però accomunati da una inevitabile ricaduta sulle fasce più fragili della popolazione. Da qui, l’appello del sindacato affinché le istituzioni tutte tengano i in debita considerazione proprio i più deboli. «I servizi di sostegno al diritto allo studio, come asili nido, bonus libri, sostegno, integrazione, partono sempre più in ritardo anche per via di regolamenti che concentrano le azioni amministrative nel mese di agosto, notoriamente dedicato alle ferie – dice la Ronsisvalle – vanno rivisti questi tempi». 
Ma a parte gli appalti, quello che emerge è l’esigenza di implementare e accelerare gli aiuti perché, spesso queste famiglie si sentono abbandonate proprio da chi dovrebbe aiutarle. «Vanno riviste le priorità del servizio pubblico – incalza la Cgil di Taranto - anche alla luce degli incrementi di casi di minori in condizioni di disagio socio-economico, ma anche delle ultime informazioni registrate in una recente cabina di regia con il Comune di Taranto, relative al sostanziale incremento di diagnosi di bambini affetti da disturbi dello spettro autistico». 

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