Condannati per spaccio: processi inutili, tutto da rifare

Condannati per spaccio: processi inutili, tutto da rifare
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 10:18
Tutto da rifare dopo anni di indagini e celebrazioni di processi giunti all’ultimo grado di giudizio: un nuovo processo di primo grado dovrà essere celebrato a carico di cinque imputati lizzanesi, coinvolti in un presunto giro di sostanze stupefacenti. Gli stessi erano già stati condannati in primo e secondo grado.



A decidere il trasferimento degli atti all’esame del tribunale di Taranto è stata la Corte d’appello di Lecce, dopo che la Corte di Cassazione nel 2014 aveva disposto un nuovo giudizio, con rinvio davanti alla Corte d’appello, in accoglimento del ricorso promosso dagli avvocati Giuseppe Lecce, Biagio Leuzzi, Angelo Masini e Franz Pesare.

All’epoca, i legali avevano eccepito la nullità della sentenza con cui la Corte d’appello di Taranto aveva sostanzialmente confermato l’esito del primo grado.



L’eccezione su cui avevano fatto leva i difensori aveva riguardato, nello specifico, una violazione che sarebbe stata riscontrata durante il giudizio di primo grado, definito nell’estate del 2011.



In quella circostanza, il collegio giudicante che aveva istruito il processo scaturito dal rinvio a giudizio del gup, era cambiato «in corsa», cioè durante la fase dibattimentale. Nonostante questo, non vi era stata rinnovazione degli atti del dibattimento, dal momento che il tribunale aveva ritenuto superflua la rinnovazione. Con il nuovo giudice in seno al collegio, infatti, l’attività istruttoria svolta era stata giudicata irrilevante ai fini della decisione finale.



In ordine a questo punto, però, i difensori degli imputati avevano fato mettere a verbale l’eccezione proposta e il rigetto sopraggiunto su ordinanza.

Nella causa di secondo grado, davanti alla Corte d’appello insediata al Paolo VI, gli stessi legali avevano proposto la “nullità” della sentenza di primo grado, facendo leva su quanto rilevato durante il processo di primo grado. La Corte d’appello aveva respinto l’eccezione, ritenendo congrua la motivazione contenuta nell’ordinanza del primo giudice.



Proponendo ricorso in Cassazione in punto di diritto, i legali dei cinque imputati avevano proposto la stessa questione. I giudici supremi di Cassazione, sezione penale sesta, avevano però ritenuto fondata la questione sollevata dalla difesa. Alla luce di ciò, e contrariamente alla richiesta del procuratore generale che aveva concluso per il rigetto del ricorso, gli “Ermellini” avevano annullato la sentenza di secondo grado, disponendo un nuovo processo d’appello.



Sulla scorta dei rilievi della suprema Corte, la Corte di Lecce ha ritenuto che i diritti della difesa siano stati violati. Così, mentre la causa era giunta al suo ultimo grado, dovrà essere celebrata ex novo.

Ne beneficeranno Giovanni Pastorelli di 45 anni, Massimiliano Palombella di 44, Maurizio Cavallo di 53, Vito Susca di 50 e Adriano Renelli di 52, tutti originari di Lizzano. Gli imputati erano stati condannati a vario titolo a pene variabili fra i quattro anni e mezzo e i sei anni di reclusione, per un presunto giro di droga che sarebbe stato consumato fra Lizzano e l’area di Grottaglie.



A suo tempo, in ogni caso, l’aggravante degli ingenti quantitativi di stupefacenti, contestata a tutti gli imputati, era stata cancellata con la sentenza di primo grado.

L. Cam.