Colpo al traffico di droga, 15 condanne

Colpo al traffico di droga, 15 condanne
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Sabato 20 Aprile 2024, 06:43 - Ultimo aggiornamento: 10:00

Venti anni di reclusione per Marcello Lucchese detto Bruce Lee e 20 per il suo braccio destro, Luigi Romano. Queste le condanne inflitte ieri mattina ai due principali imputati del procedimento “Taros 2” definito in abbreviato a Lecce per 20 imputati, con il verdetto del giudice Marcello Rizzo. 
L’inchiesta «Taros 2» esplose ad ottobre di due anni fa con il blitz dei carabinieri che portò in carcere 15 persone affiliate, secondo l’accusa, al gruppo che avrebbe fatto capo a Lucchese. Quest’ultimo è ritenuto il capo indiscusso di un’organizzazione, con epicentro a San Giorgio in provincia di Taranto, ma ben ramificata nel territorio, dedita al traffico e spaccio di droga con capacità di infiltrazione nel tessuto sociale e politico dei comuni del versante orientale della provincia.

La sentenza

Al termine della camera di consiglio di ieri il gup Rizzo ha inflitto in tutto 137 anni di reclusione per 15 imputati condannati, assolvendone 5.

Tra i condannati a 4 anni e 8 mesi figura l’ex comandante della stazione carabinieri di San Giorgio Ionico, Adriano Meleleo, ritenuto responsabile di corruzione. In cambio di denaro il sottufficiale avrebbe favorito «Bruce Lee», distruggendo una relazione di servizio di due carabinieri che durante un controllo non lo avevano trovato nella sua abitazione dopo le 20 non rispettando così l’obbligo imposto dalla magistratura. 

Questi i nomi degli altri imputati con le relative condanne. Antonio Bicchierri 8 anni e 4 mesi; Giovanni Carella 9 anni e 8 mesi; Cristian Cervino 8 anni e 8 mesi; Alessandro Cuppone 14 anni e 10 mesi; Cosimo D’Ambrogio 8 anni e 8 mesi; Gennaro D’Imperio un anno; Daniele De Marco 12 anni e 2 mesi; Giuseppe Merletto 6 anni; Daniele Antonio Pappadà 2 anni; Giovanni Rizzo 6 anni e 8 mesi; Giorgio Tucci 2 anni e 8 mesi; Nicolò Urso 2 anni. Sono stati assolti per non aver commesso il fatto Vincenzo Fonseca e Osvaldo Gigantiello (difeso dall’avvocato Salvatore Maggio), entrambi agenti di polizia penitenziaria accusati di essere al servizio del capo clan (accuse cadute). Perché il fatto non sussiste è stato assolto anche Teodosio Nigro e per non aver commesso il reato Pier Antonio Scarciglia e Eugenio Romano. Scarciglia, Eugenio Romano e Pappadà, tutti difesi dall’avvocato Luigi Danucci, sono tornati in libertà. 

L'indagine

L’inchiesta dei carabinieri del Ros, coordinata dal pmdell’antimafia Milto De Nozza, aveva mosso i primi passi grazie alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia. Il presunto gruppo facente capo a Lucchese, si legge sempre negli atti dell’inchiesta, oltre a controllare il mercato della droga, «aveva interessi anche nella politica con il potere di indirizzare voti nelle consultazioni del comune di San Giorgio Ionico». Nelle elezioni amministrative del 2016 di quel comune, il condizionamento della mala, sostiene l’accusa, fece eleggere due candidati uno dei quali fu nominato poi assessore. Per gli inquirenti esisteva un accordo che aveva «le medesime connotazioni di un “patto” illecito di natura tipicamente politico-mafiosa». I due politici in questione, pur non essendo indagati, dopo la pubblicazione delle intercettazioni si dimisero.
Il folto collegio difensivo che ha assistito gli imputati nel corso del procedimento era composto, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Danucci, Biagio Leuzzi, Michele Rossetti, Patrizia Boccuni, Franz Pesare, Salvatore Maggio, Fabio Salomone, Fabio Cervellera, Tiziana Lacapria, Fabrizio Lamanna, GiuSeppe D’Ippolito e Fabio Piergianni.
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