Albini: multinazionale interessata al sito di Taranto

Un presidio dei lavoratori davanti alla fabbrica
Un presidio dei lavoratori davanti alla fabbrica
di Domenico PALMIOTTI
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 06:00

Altri dodici mesi di cassa integrazione, a partire da dicembre prossimo, per i 114 addetti della Tessitura Albini a Mottola, in provincia di Taranto.

L'intesa

Li prevede l’accordo che ieri a Bari, con la mediazione della task force lavoro della Regione, hanno raggiunto i sindacati dei tessili con Albini. I lavoratori sono già in cassa e la proroga avverrà attraverso il patto di transizione occupazionale, strumento introdotto dall’ultima legge di bilancio.

L’accordo, però, non è ancora operativo. I sindacati lo hanno subordinato al via libera degli interessati che domattina si riuniranno in assemblea davanti allo stabilimento.

La novità

Intanto Leo Caroli, capo della task force, annuncia a Quotidiano “che c’è una multinazionale della metalmeccanica che sta investendo in Puglia che sarebbe interessata al sito Albini. È venuta a trovarci in Regione, è una realtà solida. Così come ci sono altri contatti che sta tessendo la Vertus, l’advisor incaricato da Albini per cercare nuovi investitori, il cui mandato è stato prorogato di altri 12 mesi. Motion, che inizialmente si era candidata e poi ha fatto retromarcia, è venuta anch’essa in Regione ed ha detto che entro fine anno ci darà una risposta definitiva. Un piccolo margine per Motion c’è ancora”. “Ma per costruire soluzioni - dice Caroli - serve tempo. Dell’accordo di ieri sono soddisfatto perchè per un altro anno mette al sicuro i lavoratori”. Con la continuità degli ammortizzatori sociali, Albini ha ottenuto - ed era una delle condizioni poste nel precedente incontro - l’avvio della procedura di licenziamento collettivo a fine 2023, dopo che la nuova cassa sarà terminata. A mitigare quest’elemento, i sindacati hanno fatto inserire nell’accordo che Albini non dovrà disimpegnarsi dalla partita Mottola qualora nel corso del 2023 dovessero esserci nuovi ammortizzatori sociali.

Le dichiarazioni

“Il percorso che si è delineato - spiega a Quotidiano Marcello De Marco della Femca Cisl - è in un certo senso obbligato. Tuttavia abbiamo strappato l’impegno di Albini di non abbandonare il campo dopo il prossimo anno, tanto più se dovessero maturare ulteriori possibilità”.

I sindacati hanno chiesto all’azienda di valutare anche la possibilità di ricorrere all’ agevolato per coloro che volessero volontariamente chiudere il rapporto di lavoro e cercare occupazione altrove. Non è stata fatta per il momento alcuna quantificazione economica dell’incentivo. Albini ha invece chiesto ai sindacati di portare via alcuni macchinari dallo stabilimento di Mottola. Non si sa se per venderli o ricollocarli in altri stabilimenti del gruppo. “Albini ci ha detto che siccome deve fronteggiare la nuova cassa integrazione, se gli diamo la possibilità di prendere alcune attrezzature e portarle via, lo aiutiamo in termini di cassa - rileva De Marco -. Anche di questo parleremo con i lavoratori in assemblea”. “Al momento è confermato che Motion non è in campo” afferma Francesco Bardinella della Filctem Cgil. Motion è l’azienda che, con un piano da circa 30 milioni di euro, la costruzione di un nuovo capannone, l’assorbimento della manodopera e il suo futuro incremento, si era impegnata a riconvertire l’attività dello stabilimento. Che sarebbe passato dalla produzione di tessuto per camiceria di alta gamma alla fabbricazione di dispositivi elettrici e meccanici per la regolazione dell’inclinazione e della seduta di poltrone e divani. Dopo un incontro l’11 agosto in Regione, nel quale ha confermato il piano per Mottola, Motion, con una lettera di fine agosto, ha fatto sapere che soprassedeva sino a fine anno perchè lo scenario di mercato si era complicato e i costi di investimento, rispetto alla previsione iniziale, saliti del 10 per cento. “Albini non ha più sentito Motion e più che cercare risposte a livello locale - afferma Bardinella -, credo che dovremmo porre la questione al Mise. Cercare di sapere in quella sede cosa è successo, visto che Motion si era candidata per un contratto di sviluppo”. “Abbiamo bisogno di più tempo con gli ammortizzatori sociali - aggiunge De Marco -. Dodici mesi ulteriori potrebbero non bastare. Lo abbiamo visto con i 24 già utilizzati con la cassa integrazione”. “Bisognerà premere per nuove deroghe a fronte di necessità occupazionali - sostiene Piero Pallini, coordinatore Uil -. Nuovi investitori per Albini? Non abbiamo notizie al riguardo, Vertus, su incarico di Albini, continua a cercare, e in ogni caso dopo la botta presa con Motion, saremmo più che cauti. E lo saremmo anche nell’eventualità che Albini stesso dovesse rimeditare la sua decisione su Mottola”.  

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