Il capitano del Lecce, Fabio Lucioni suona la carica: «Pronti per la sfida col pisa. I 25mila tifosi saranno il dodicesimo uomo in campo»

Fabio Lucioni nella redazione del Nuovo Quoridiano di Puglia
Fabio Lucioni nella redazione del Nuovo Quoridiano di Puglia
di Lino DE LORENZIS
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Venerdì 22 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:53

«Siamo già pronti». Il messaggio del capitano arriva chiaro e forte a pochi giorni dal big-match con il Pisa, in programma lunedì 25 aprile, alle tre del pomeriggio, in un Via del Mare che per l’occasione presenterà un colpo d’occhio straordinario, con circa 25 mila spettatori. Un numero da capogiro per la serie B (e anche per molti stadi della serie A), in linea però con l’importanza di una partita che può valere un’intera stagione e che Fabio Lucioni ed i suoi compagni di squadra intendono affrontare al meglio della proprie possibilità potendo contare anche sul contributo della tifoseria giallorossa. «Qui a Lecce ho vissuto il periodo in cui non si poteva entrare allo stadio e quello in cui lo stadio era sempre pieno - ha detto capitan Lucioni nel corso dell’incontro organizzato ieri pomeriggio nella redazione centrale del Nuovo Quotidiano di Puglia e trasmesso in diretta sulla pagina Facebook del giornale -. I tifosi sono davvero il nostro dodicesimo uomo. Noi cerchiamo di dare sempre il massimo, anche nelle partite in cui non tutto gira per il verso giusto. Da capitano posso assicurare che questo gruppo non molla mai: lo dico a gran voce e ci metto la faccia».

 

"La forza del gruppo"

Il peso del match col Pisa sulla strada della promozione diretta è testimoniato anche dall’attenzione con la quale vengono vissuti i giorni che precedono la partita. «Abbiamo iniziato a prepararla partita già da tempo e continueremo a farlo al meglio. Posso assicurare che i ragazzi sono tranquilli, alle spalle hanno già quelle gare necessarie per far sì che siano pronti lunedì sera. Sono tutti tranquilli perché hanno dalla loro la freschezza e la gioventù». E qui Lucioni svela uno dei tanti segreti dello spogliatoio. «Proprio l’altro giorno ho detto ai miei compagni di squadra di non fasciarsi la testa. Non si possono vincere 38 partite e ci sta di scivolare, di cadere. L’importante è rialzarsi subito e questo gruppo l’ha sempre fatto con determinazione e voglia di riscattarsi.

E poi, lasciatemi dire, alla vigilia di questo campionato, nessuno avrebbe pensato che il Lecce potesse avere 65 punti a tre partite dalla fine e con la possibilità di conquistare la promozione diretta in serie A nonostante la presenza di tante altre squadre costruite per vincere».

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Il ruolo di Baroni

Tra i segreti del campionato del Lecce c’è il grande lavoro fin qui svolto dal tecnico Baroni e dagli uomini dello staff. «Il mister lo conosco bene da tanti anni. Lui lavora molto a livello mentale e sappiamo tutti che una buona condizione mentale ti permette di andare a raschiare il barile. È un po’ l’indole umana, accontentarsi, e invece con lui no. L’aspetto mentale diventa fondamentale, forse addirittura determinante. Non c’è solo quello fisico, lì stiamo tutti quanti bene, siamo una squadra giovane, fatta di ragazzi, che hanno l’entusiasmo. È la testa a mandare le gambe a mille».
Quando gli si fa notare la scarsa cattiveria agonistica della squadra giallorossa, Lucioni spiega che «ci sono squadre costruite solo sotto l’aspetto agonistico e squadre costruite per giocare a calcio. Noi abbiamo sempre giocato a calcio. Non nascondo che in alcune occasioni abbiamo sofferto un po’ contro alcune squadre, questo sì, ma non perché non siamo aggressivi». Il capitano è il simbolo della squadra del presidente Sticchi Damiani: ma cosa darebbe per vincere il campionato, il secondo dopo quello vinto con Liverani in panchina? «Darei tanto. Cosa? È solo materiale. Quando sono arrivato qui stavo scontando una squalifica ma sono stato accolto benissimo, facendomi sentire subito a casa insieme con la mia famiglia. A Lecce si vive divinamente e questa è stata una stagione bellissima, non solo perché siamo lassù ma perché è bello stare assieme a questi ragazzi, condividere gioie e dolori, vederli crescere e cercare di dargli quei consigli per far sì che magari non commettano gli errori che abbiamo già commesso noi. Darei tanto per tornare in A con il Lecce, questa piazza merita la Serie A. La società è ambiziosa e ci tiene tanto a crescere».

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"Qui si indossa la maglia tutti i giorni"

Dalle sue parole si percepisce l’affetto che nutre nei confronti del Lecce e della gente salentina. Il legame con l’ambiente è forte e non a caso, a quattro anni dall’arrivo nel Salento, Lucioni è considerato leccese d’adozione. «Forse vincere al Sud è più difficile, però è più bello - dice con un sorriso smagliante -. Qui ti trasmettono qualcosa anche per strada, non solo allo stadio. Questo ti fa sentire più calciatore, indossi una maglia 365 giorni l’anno, la maglia ce l’hai sempre. E poi, ovunque vai, hai sempre un grande seguito. A Ferrara come a Cremona, a Brescia, a Cittadella o anche a Pisa c’erano tantissimi tifosi fuori dall’hotel: quella per esempio è una grande iniezione di fiducia per la squadra che si carica a mille. Per questo dico che è più bello vincere al Sud».
Fabio Lucioni fa suo il pensiero espresso dagli ex giallorossi Sergej Aleinikov e Gigi Garzya in una recente intervista rilasciata al Nuovo Quotidiano di Puglia sul tema dei fischi rivolti in maniera inopportuna ai calciatori. «Fanno solo male - assicura -. Avere 25mila spettatori che ti incitano e ti danno anche energia in più, che significa fare una rincorsa in più in un momento difficile della partita, di sicuro ti dà una mano. I fischi è giusto che ci siano, fanno parte dello sport: al 97’ il fischio è un disappunto per quanto hai fatto, ma durante la gara è preferibile ricevere una pacca sulla spalla. Quella sì che aiuta». Da buon capitano, Lucioni tende sempre a mettere in evidenza l’importanza del gruppo. A volte basta poco per alleggerire la tensione, una battuta, uno sguardo o una semplice risata. Tra i protagonisti in positivo dello spogliatoio del Lecce si scopre esserci anche uno degli ultimi arrivati. «È sicuramente Ragusa - rivela Lucioni -. Antonino è arrivato nello spogliatoio verso la fine del mese di gennaio, negli ultimi giorni di mercato, e si è subito inserito. È stato tutto molto semplice e vi spiego anche perché: quando entri in una famiglia coesa e tutti fanno quello devono fare, è facile stare insieme. E Ragusa è l’emblema di questo».

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"Daremo il cento per cento"

La visita nella redazione del Nuovo Quotidiano di Puglia è stata anche l’occasione per parlare al cuore dei tifosi del Lecce. «Senza fare proclami e senza sbandierare i risultati, il messaggio che vorrei mandare al popolo salentino è molto semplice - ha concluso Lucioni -. Avete una garanzia, la squadra darà sempre il 100 per cento e questo per un tifoso credo sia importante».

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