Lucioni indica la strada per la A: "Niente calcoli, viviamo ogni partita come una finale. I tifosi ci daranno una mano"

Fabio Lucioni, capitano del Lecce
Fabio Lucioni, capitano del Lecce
di Lino DE LORENZIS
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Giovedì 14 Aprile 2022, 05:00

Da buon capitano, Fabio Lucioni sa bene che per raggiungere l’obiettivo finale è assolutamente necessario rimanere sul pezzo fino all’ultimo istante di gioco del torneo cadetto 2021-2022, tra i più complicati degli ultimi venti anni. Proprio per questo motivo martedì, nell’ultimo giorno di vacanza concesso da Baroni, lo “zio” ha martellato tutti i compagni di squadra presenti all’Acaya per partecipare a una seduta di allenamento facoltativa. E guai a parlargli di tabelle di marcia o di quota promozione. «Perché tutto questo serve a poco - dice con forza -. Ciò che conta è giocare ogni partita come se fosse l’ultima della stagione. I conti si faranno alla fine».
Quale pensa possa essere la difficoltà maggiore nell’affrontare lo sprint finale?
«Le difficoltà in realtà sono molteplici. Bisogna anzitutto cercare di affrontare ogni avversario nel migliore dei modi perché oggi, più di ieri, tutti ci aspetteranno con il coltello tra i denti per cercare di fare bella figura. Questa è la prima cosa che dobbiamo metterci in testa, bisogna essere pronti ad affrontare ogni tipo di avversità che dovesse presentarsi sul nostro cammino. L’aspetto mentale farà la differenza».
Cosa vi ha insegnato l’esperienza della scorsa stagione in cui il Lecce ha perso la promozione in serie A proprio nel momento in cui tutto l’ambiente pensava di averla già in tasca?
«Ci ha insegnato tanto anche se sono situazioni totalmente differenti perché questo è un campionato equilibrato e difficile per tutti. Del resto, a 4 giornate dalla fine ci sono 6 squadre nel giro di 2, 3 punti che ambiscono alla promozione diretta. Fatta questa premessa, alla luce dell’esperienza vissuta nello scorso campionato, è evidente che per arrivare fino in fondo è necessario avere un grande equilibrio mentale e la voglia di portare a casa quel risultato che fino ad oggi ci siamo guadagnati sul campo».
E magari senza commettere l’errore di dare per scontato ciò che deve essere ancora conquistato...
«Io penso che nemmeno lo scorso anno il Lecce abbia dato per scontato l’obiettivo finale. Sapevamo che c’erano delle difficoltà da superare. Quest’anno poi il gruppo, in gran parte composto dagli stessi elementi di un anno fa, ha sempre dimostrato di vivere e di affrontare ogni partita come se fosse l’ultima, senza rivolgere il pensiero alla gara successiva ma vivendo la quotidianità con la massima concentrazione. Credo che sotto l’aspetto mentale siano stati fatti dei passi in avanti davvero significativi, poi chiaramente le gare vanno giocate sul campo e lì subentra la bravura nostra nel saper interpretare più partite nel corso dei cento minuti di ogni singola partita. Di sicuro, le esperienze del passato ci aiuteranno tantissimo in questo difficile finale di campionato».
La svolta è arrivata nelle ultime tre partite in cui il Lecce ha sempre vinto incassando soltanto un gol.
«Questo è un punto per me molto importante. Io credo che la solidità difensiva non sia solo il frutto del lavoro dei difensori bensì di tutta la squadra che partecipa alla fase difensiva con tutti gli uomini in campo. Come dico spesso, i primi difensori sono gli attaccanti, poi ci sono i centrocampisti e quindi i difensori. La differenza sta nel saper difendere tutti insieme e il Lecce lo sta facendo da tempo».
Nelle ultime settimane si sono alternati al suo fianco Tuia e Dermaku: quali sono le differenze tra i suoi due compagni di reparto?
«Non mi piace mai parlare del singolo calciatore, nemmeno di me stesso. Io parto dal concento che è sempre il gruppo ad esaltare il singolo calciatore, quindi credo che vada sempre più esaltato questo gruppo non tanto per i risultati conseguiti, frutto di tante componenti, quanto per il sacrificio e la voglia di allenarsi, di sacrificarsi per il compagno e di stare insieme quotidianamente. Sono certo che in queste ultime quattro partite prevarrà questo fattore che di sicuro è un valore aggiunto».
I tifosi della Curva hanno chiesto solo vittorie fino alla fine. E' un'impresa possibile?
«Ripeto, a me non piacciono le tabelle di marcia, preferisco concentrarmi sul presente.

E lunedì c’è una partita fondamentale a Reggio Calabria che non sarà per niente facile. Anche se loro sono ormai fuori dai giochi dei play off credo però che ci aspetti un ambiente particolarmente caldo, un po’ per le sfide del passato, un po’ per la rivalità tra le tifoserie. Sono certo che non sarà una passeggiata andare a Reggio Calabria e per questo ci auguriamo che tutto l’ambiente che ruota attorno alla squadra ci aiuti a vivere il quotidiano e a vivere partita dopo partita. Se mi è permesso vorrei dire che quel coro della Curva “vogliamo quattro vittorie” è per noi una spinta in più e mi auguro che loro continuino ad essere il dodicesimo uomo in campo del Lecce, sia in casa che in trasferta»

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