Il Lecce allo sprint salvezza. L'ambiente ritrovi equilibrio e lucidità

Gabriel Strefezza
Gabriel Strefezza
di Lino DE LORENZIS
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Martedì 9 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:14

È vero, nelle ultime undici giornate il Lecce ha incassato ben nove sconfitte e raccolto soltanto quattro punti, frutto del pareggio con la Sampdoria e del successo con l’Udinese. È vero, molti dei principali protagonisti della cavalcata fino a Bergamo (Baschirotto, Gonzalez, Blin ed altri) da tempo non riescono ad esprimersi a quei livelli. Però, appunto, ci sono ancora quattro punti in più rispetto alla zona retrocessione, che consentono ai giallorossi di tenere a debita distanza lo Spezia, quando mancano ormai soltanto quattro turni alla fine del campionato.


Calendario e classifica alla mano, il Lecce potrebbe raggiungere l’agognato traguardo della salvezza già domenica 21 maggio, al Via del Mare, in occasione dello scontro diretto con i liguri. O al massimo in uno dei due impegni successivi contro Monza o Bologna. Essere padroni del proprio destino in questo momento della stagione ha un valore inestimabile che però rischia di essere messo in pericolo dalla cappa di pessimismo che da tempo ormai aleggia sul cielo salentino. Ma siamo proprio certi che fischi e contestazioni siano la medicina giusta per aiutare questi ragazzi a portare il Lecce in salvo? Probabilmente no. Forse qualcuno ha dimenticato che Marco Baroni è alla guida della squadra di massima serie più giovane d’Europa, composta in gran parte da calciatori alla loro prima esperienza in serie A; è possibile anche che non tutti abbiano idea di cosa significhi riuscire a essere comunque competitivi con il monte ingaggi più basso del campionato, in ossequio a quell’equilibrio di gestione indispensabile per una realtà minuscola rispetto ai giganti che vanno avanti tra bilanci taroccati, grandi firme e fallimenti.

Ed è curioso che la parte più rumorosa del popolo giallorosso, invece di menar vanto di quanto la società sta cercando di costruire, pensi piuttosto di creare tensione attorno ad un gruppo che ha solo la “colpa” di essere andato al di là delle più rosee previsioni d’inizio stagione. Quando, e molti evidentemente non se lo ricordano, il Lecce era la candidata numero 1 alla retrocessione.
E allora, per il bene del Lecce, per il bene del Salento, non resta che recuperare un briciolo di lucidità per trasmettere fiducia, carica e serenità attorno a Hjulmand e ai suoi compagni di squadra per affrontare al meglio le gare decisive per la salvezza.

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