Cosmi: "Lecce, hai tutto per salvarti in anticipo. Ramadani e Krstovic super"

Serse Cosmi
Serse Cosmi
di Antonio IMPERIALE
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:35
Gli occhi aperti sul campionato. Non si perde un atto, Serse Cosmi, “l’uomo del fiume”, dal libro autobiografico dove si racconta, lui che è perugino di Ponte San Giovanni. È in attesa di chiamata dopo l’esperienza in Croazia con il Rijeka, dopo aver collezionato, a 65 anni, da allenatore, ben 849 panchine. Ora si diletta fecando il commentatore per Rds, lui che è stato anche attore, insegnante ed ha sintetizzato mille interessi.
«Sono in giro, mi informo, mi tengo aggiornato, guardo». Gli parli di Udinese-Lecce e gli tocchi il cuore. Ricordi indelebili, sul piano sportivo, sul piano umano. Udine, 2005, significa l’affaccio sul balcone europeo, con la squadra portata alla partecipazione in Europa, dove a sbarrargli la via dei sogni fu il Barcellona; Lecce significa «una stagione intensa, indimenticabile, i cuori battevano al rimbalzo di un pallone. Peccato, per la storia finale. Ma la gente di Lecce sa darti tutto ed è già anche la forza di questo Lecce che ha un presidente come Saverio Sticchi Damiani, fior di dirigenti, un Corvino straordinario, capace di scoprire ovunque campioni futuribili».
Quando comincia ad elencarti i giocatori di quest’anno che regalano i sogni al Lecce ed alla sua gente, inciampa nei nomi, si ferma, sorride. «A Pantaleo vorrei chiedere solo di scegliere calciatori con il nome pronunciabile». Eccoli, gli uomini sui quali si sofferma. «Il Lecce ha una rosa completa, ampia, sulla quale D’Aversa può contare. Un uomo chiave, determinante, mi pare Ramadani che non solo non ha fatto rimpiangere Hjulmand, ma si è imposto da subito come leader sul campo, con quella capacità di guidare la squadra e imporre il gioco; determinante è subito diventato l’attaccante montenegrino Krstovic, che sembra avere il gol nell’animo, e che è qualcosa di più di un riferimento offensivo, un ragazzo destinato a fare grandi cose. Come quel giovanotto che ho visto giocare sulla corsia sinistra in difesa e che mi dicono venga dalla Primavera, Dorgu. Parlo dei nuovi e vorrei citarne altri, mi piace sottolineare la conferma di un giocatore dai grandi numeri come Strefezza». E rivela. «Per vedere da vicino il Lecce mi è piaciuto tornare al Via del Mare, in occasione della partita col Genoa, durante la quale ho rivissuto tante emozioni, e ho ritrovato il calore straordinario della gente leccese con un tifo che è un valore aggiunto per la squadra, come lo è stato sempre, con una partecipazione unica che lascia il segno. Del Lecce mi piace la forza di reagire ai momenti difficili, di provare sempre a rovesciare situazioni sfavorevoli, una squadra che ha una grande coesione, come si è visto subito, sin dall’inizio: personalità, caparbietà, determinazione a non arrendersi mai. Il valore più grande del Lecce è proprio lo spirito tanto forte e vivo che mi affascina». Un occhio alla classifica, Monza, Frosinone e Lecce, lassù. «È un segnale importante. Se il Monza però è una realtà di altro pianeta sul piano economico e legittima le sue ambizioni anche e soprattutto per questo, Frosinone e Lecce stanno meritando oltre le stesse previsioni, ed il loro risultato è proprio per questo di eccezionale importanza. Qui c’è il miracolo che riescono a compiere società che devono fare i conti con il bilancio e con il futuro. Il miracolo leccese è sempre quello di una formazione che si impone con giocatori in molti casi sconosciuti e che riesce a valorizzare anche in prospettiva del domani».
È possibile vedere in questo Lecce di Corvino, la logica dei Pozzo che ha fatto grande l’Udinese, quella di scoprire i talenti in ogni angolo del mondo e garantirsi un futuro sempre più importante con le plusvalenze e la saggia gestione? Serse Cosmi conosce bene le vicende udinesi, per aver vissuto un tempo felice con la squadra sugli scenari europei. «La politica vincente dell’Udinese è rimasta in fondo sempre la stessa. Ho l’impressione che ultimamente ci sia stato qualche calo sul piano della qualità. Ma questa Udinese è una formazione che raccoglierà risultati superiori rispetto a quelli già conseguiti in questa parte della stagione. È una squadra molto forte fisicamente ed è destinata a tirar fuori l’intero livello tecnico e a farsi sentire ed a risalire la classifica».
Udinese e Lecce giocheranno dopo la pausa, nel corso della quale i rispettivi allenatori non hanno potuto disporre dei tanti giocatori stranieri impegnati nelle rispettive nazionali. Quanto può pesare una sosta condizionata in questo modo? «Questo è sempre un punto interrogativo, specialmente per chi, come Udinese e Lecce, ha giocatori in Nazionale deve augurarsi prima di tutto che siano tornati sani».
Udinese-Lecce dove può decidersi. «Giocare a Udine comporta sempre una grande pressione. Ma sotto questo aspetto il peso della pressione può gravare di più sull’Udinese che ha l’obbligo del risultato pieno. Sul piano tecnico sarà una partita aperta». Il Lecce lassù in classifica può farsi girar la testa? «Io auguro con il cuore e con l’animo che il Lecce si salvi con grande anticipo. Ci credo. Ha tutto per continuare sulla strada intrapresa. Corre solo un rischio: quella di sentirsi grande e di smarrire il contatto con la realtà. Ha solo bisogno perciò di restare sempre con i piedi per terra»
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