Le maglie larghe del Lecce, a Verona la zona stavolta non paga

In fase difensiva, col Verona che cercava sempre Djuric, le difficoltà dei giallorossi si acuivano sui calci da fermo. Come nell’azione del 2-2 scaligero

Le maglie larghe del Lecce, a Verona la zona stavolta non paga
di Michele TOSSANI
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 21:59

Il pareggio di Verona è stato frutto di una partita dai due volti. A un primo tempo di netta marca giallorossa ha fatto seguito una ripresa dove la formazione salentina si è ritrovata troppo spesso in balia dei gialloblù guidati dall’ex Marco Baroni. Il pareggio alla fine è quindi giusto, anche se resta il rammarico in casa salentina sia per non aver segnato la rete del due a zero (l’errore di Banda a tu per tu col portiere scaligero Montipò grida vendetta) sia per aver regalato la rete del pareggio, grazie ad un improvvido passaggio centrale in una zona pericolosissima del campo effettuato da un Dorgu non in giornata. Ultimamente è capitato troppo spesso che il Lecce giocasse bene una frazione di gioco, con una proposta offensiva ed efficace, regalando invece l’altra parte di gara agli avversari. Lo si è visto contro il Verona, ma lo stesso dicasi per le uscite contro la Roma e contro il Milan. 

Complementare a questo aspetto mentale ce n’è un altro prettamente tattico che ha accompagnato il Lecce in questo scorcio di stagione, vale a dire la facilità con la quale la squadra di Roberto D’Aversa (nella foto) concede agli avversari tiri e occasioni da gol. Contro il Verona, per restare all’ultima sfida, i salentini hanno sì creato molto (14 conclusioni effettuate per un dato complessivo di 1.40 in termini di expected goals) ma hanno anche concesso tanto. Sono state infatti ben 19 le conclusioni prodotte dai gialloblù, 11 delle quali nello specchio della porta (a fronte delle sole 5 del Lecce indirizzate fra i pali difesi dal già citato Montipò). Per fortuna del Lecce a difendere la porta giallorossa c’era il solito, straordinario Falcone. Ad appesantire i dati difensivi giallorossi hanno contribuito le difficoltà nel gioco aereo. Col Verona che cercava sistematicamente Djuric, per andare poi a giocare sulla seconda palla, i giallorossi sono stati sempre in difficoltà. Queste difficoltà si acuivano nelle situazioni da calcio piazzato, punizioni e angoli. In queste circostanze la formazione di D’Aversa ha patito la stazza e i centimetri di Djuric, ma anche disattenzioni dei singoli nell’attuare la difesa a zona. Tale atteggiamento richiede infatti costante attenzione e concentrazione da parte di tutti i giocatori che vanno a difendere. In questo senso, non ci può essere chi torna indietro tanto per fare.

Nel dispositivo a zona infatti ogni giocatore è responsabile della propria zona di competenza, generalmente compresa fra se stesso e il compagno immediatamente più avanzato. Ogni palla che cade alle spalle del mio compagno è quindi mia responsabilità (come nella pallavolo). Inoltre, non si tratta di attendere passivamente l’arrivo del pallone, ma di essere attivi per andargli incontro, contrastando eventuali avversari che vanno appositamente a mettersi negli spazi che si vengono a creare fra difendente e difendente. I dati relativi a queste situazioni stanno ad oggi dando risultati misti per il Lecce. I giallorossi hanno infatti concesso 3 gol da situazioni di palla inattiva (escludendo i rigori). In media con altre squadre, ma facendo meglio soltanto di Empoli /7 reti subite), Cagliari (6) e Frosinone (4). E questo nonostante gli appena 2.14 xG concessi da palla inattiva. In questo senso, meglio del Lecce solo Fiorentina (0.93), Juventus (2.03) e Inter (2.06). In generale, la fase difensiva andrà registrata meglio, per non vanificare quanto di buono si produce in quella d’attacco. 

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