Gioia Lecce, la rimonta è di casa. Il giorno perfetto di Dorgu e gli applausi a Falcone

Gioia Lecce, la rimonta è di casa. Il giorno perfetto di Dorgu e gli applausi a Falcone
di Michele TOSSANI
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Domenica 4 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23:01

Just a perfect day cantava Lou Reed. E proprio un giorno perfetto è stato quello di Patrick Dorgu, venerdì nell’anticipo di campionato contro la Fiorentina. Probabilmente, quando il tecnico Roberto D’Aversa ha chiesto a Dorgu di entrare in campo (ad un quarto d’ora dalla fine della partita e con il Lecce sotto di una rete) nemmeno il numero 13 giallorosso poteva immaginare che, di lì a poco, sarebbe diventato il protagonista della serata, nell’improbabile veste di match winner. Per il diciannovenne danese infatti l’ingresso in campo in quel momento rappresentava soltanto la possibilità di aiutare una squadra. Spingere in avanti, attaccare è quello che il giovane prodotto del vivaio salentino (dove è arrivato nel 2022 provenendo dai danesi del Nordsjaelland) sa far meglio. E il ragazzo, grande protagonista dello scudetto Primavera conquistato dai giallorossi lo scorso anno, si è fatto trovare pronto realizzando la rete della vittoria. Una rete nella quale c’è tutto Dorgu. Ritrovatosi poco oltre la linea della propria area di rigore nel momento in cui è partito il contropiede decisivo, ha aperto la falcata per ritrovarsi pochi secondi dopo in area avversaria, pronto a raccogliere una respinta di Terracciano su tiro di Krstovic. Quel pallone è invitante: Dorgu lo calcia di prima, mirando in alto alla sinistra della porta difesa dal numero uno viola. È gol. Poi la corsa sotto la Nord per festeggiare. Qualcuno lo tocca, ma non è un compagno: è D’Aversa che lo abbraccia, ebbro di gioia. Arrivano i compagni, esultano con lui. Per Dorgu e per il popolo leccese è festa grande. 

«Oggi abbiamo dimostrato che siamo una squadra unita e un grande gruppo, pronti ad aiutarci sempre e a raggiungere l’obiettivo uniti. Ringrazio i miei compagni per avermi regalato una gioia in una serata che poteva essere brutta e ringrazio tutti i tifosi per l’affetto incondizionato dimostratomi». Con queste parole postate sul suo profilo Instagram Wladimiro Falcone ha voluto chiedere scusa ai tifosi leccesi dopo l’erroraccio (in compartecipazione con Baschirotto) che ha portato al gol del momentaneo vantaggio della Fiorentina. Proprio grazie alle reti di Piccoli e Dorgu lo svarione con i piedi di Falcone verrà presto dimenticato. Ma già al momento del fattaccio l’intero stadio aveva espresso solidarietà al numero uno giallorosso. D’altra parte, come dimenticare le due stagioni giocate da Falcone in Salento? Quante volte il portiere ha salvato il risultato? Se è vero che un giocatore non si giudica da un calcio di rigore (come sosteneva Francesco De Gregori ne La leva calcistica della classe '68), è altrettanto evidente come non si possa giudicare un portiere per un solo errore. Tutti i portieri commettono errori, ma solo alcuni sanno poi rialzarsi. E anche Wladimiro, dopo il gol concesso, ha mostrato carattere con un intervento che ha impedito agli avversari di segnare ancora. L’abbraccio dei compagni, l’applauso del Via del Mare…si è scritto molto della solitudine del portiere, ruolo particolare e incline a vedere quasi ogni errore commesso trasformarsi in una rete subita. Stavolta però Lecce e il Lecce hanno fatto capire a Falcone di non essere per niente solo.

Una vittoria incredibile quella del Lecce contro la Fiorentina. Una sfida che i 25 mila del Via del Mare non dimenticheranno. Una partita che diverse decine di spettatori hanno deciso di non vedere tutta. Perché, sul due a uno per la Fiorentina, in tanti hanno abbandonato la loro poltroncina in tribuna, ormai rassegnati. Neanche il tempo di arrivare in auto, però, che dal Via del Mare si sono sentiti due forti boati, a breve distanza l'uno dall'altro. Per i gol di Piccoli e Dorgu che hanno firmato rispettivamente il pareggio e la vittoria giallorossa. La rete dell'Under 21 danese ha dato il via alla festa per la vittoria ritrovata dopo 48 giorni. Dopo tre sconfitte consecutive. Il successo che ci voleva. Anche per come è arrivato. Pur costando tanta sofferenza perché dopo il gol regalato a Beltran la squadra di D'Aversa ha dovuto superare un po' di scoramento per come, appunto, era maturato il vantaggio della squadra di Vincenzo Italiano. È la seconda volta che il Lecce si regala un finale da batticuore, sempre nel proprio stadio. La prima fu contro il Milan, lo scorso 11 novembre. Sotto di due reti, la formazione leccese trovò la forza per riacciuffare la squadra di Pioli. Prima Banda e poi Sansone ripresero il diavolo. E in pieno recupero Piccoli trovò pure il gol del 3-2 poi cancellato dal Var per un pestone dello stesso Piccoli a un difensore rossonero. Anche quella sera il Via del Mare esplose di gioia negli ultimi sussulti di una partita che sembrava ormai segnata. Contro la Fiorentina non ci sono stati richiami dagli arbitri in cabina. Menomale. 

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