Addio a Tony Allen, padre dell'afrobeat. Illuminò la Notte della Taranta con Phil Manzanera. La jam session da Giuliano Sangiorgi con Paul Simonon - VIDEO

Addio a Tony Allen, padre dell'afrobeat. Illuminò la Notte della Taranta con Phil Manzanera. La jam session da Giuliano Sangiorgi con Paul Simonon
di Ilaria MARINACI
2 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Maggio 2020, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 20:09
Nel 2015 era stato superospite dell’edizione della Notte della Taranta targata Phil Manzanera e quella a Melpignano è stata una delle sue ultime esibizioni in Italia. Il leggendario batterista Tony Allen, fra i padri fondatori dell’afrobeat, è morto giovedì sera a 79 anni in un ospedale di Parigi. A confermare la notizia è stato il suo manager Eric Trosser, che ha parlato di una scomparsa improvvisa, dovuta a un aneurisma.  
 


Allen era arrivato al Concertone invitato da Manzanera, ex Roxy Music e co-produttore dei Pink Floyd, a far parte di una super band che quell’anno riunì sul palco, fra gli altri, lui, il bassista dei Clash Paul Simonon (ritratto sulla celebre copertina di “London Calling”) e il rocker Ligabue, unico italiano in uno dei parterre più internazionali vantati dalla kermesse grika.



Qualche sera prima del Concertone, Allen e Simonon furono protagonisti a casa di Giuliano Sangiorgi di una indimenticabile jam session con il leader dei Negramaro alla voce, Allen alla batteria, Simonon alla chitarra (vedi foto). Eseguirono una versione originale di “Lu rusciu te lu mare” accompagnati anche dai talenti salentini del jazz, il sassofonista Raffaele Casarano e il pianista William Greco. Lo ha ricordato in un post di omaggio per la scomparsa di Allen il conduttore radiofonico e dj Luca De Gennaro, che era presente. «Una notte di agosto di cinque anni fa, sul prato di casa Giuliano Sangiorgi in Salento. Una jam incredibile con Paul Simonon bassista dei Clash e il grande #TonyAllen, inventore dell’Afrobeat, alla batteria. Un onore – scrive De Gennaro – avergli stretto la mano quella sera. L’ho incontrato di nuovo un anno fa al Bataclan di Parigi prima del suo concerto con The Good The Bad And The Queen. Proprio a Parigi ieri ci ha lasciati, a 79 anni. Un maestro. Uno dei più grandi batteristi di sempre. May your rhythm of the saints be with us forever. Rest in peace, maestro».

Membro degli Africa 70, la band di Fela Kuti, Allen, nigeriano di nascita e naturalizzzato francese, è stato definito da Brian Eno il miglior batterista del mondo e uno dei più grandi musicisti del ventesimo e del ventunesimo secolo. Ha contribuito a rivoluzionare il ruolo del batterista, lasciando la sua impronta indelebile in album diventati classici del genere come “Zombie” del 1976. «Senza Tony Allen – ha sentenziato una volta Fela Kuti – non ci sarebbe l’afrobeat». 
Con la sua morte, se ne va un pezzo da novanta del panorama musicale mondiale.

Concertone, tutto esaurito: la Taranta morde ancora

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA