Dai migranti a Putin, l'ironia tagliente di Checco Zalone nei teatri

Dai migranti a Putin, l'ironia tagliente di Checco Zalone nei teatri
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Lunedì 7 Novembre 2022, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:33

Sberleffo e satira politicamente scorretta, Checco Zalone è pronto per la tournée nei teatri e nei palazzetti di tutta Italia con il nuovo spettacolo, Amore + Iva, scritto con Sergio Maria Rubino e Antonio Iammarino, al debutto domani a Palazzo Wanny a Firenze, per toccare poi Bologna, Conegliano, Trieste, Ravenna, Torino e gli Arcimboldi di Milano per tre settimane nel periodo natalizio. 

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La storia «di una signora che a febbraio voleva adottare una famiglia ucraina, ma era disperata perché erano finite: alla onlus le avevano detto che erano rimaste solo quelle siriane».

La questione migranti, «o meglio il tema dell'integrazione, affrontato con il punto di vista di Mendel, padre della genetica». La guerra, «con un Putin inedito - e una citazione chapliniana - che parla in dialetto bitontino, o meglio un grammelot tra gli accenti pugliesi di provincia che assomiglia al russo». Il tema delle donne, «con una parte di sano maschilismo, perché abbiamo al governo una donna e il pubblico apprezza tantissimo». E il nuovo esecutivo? «Non ho visto la tv, preparavo lo spettacolo. Posso dire che di Giorgia Meloni mi ha colpito positivamente la capacità di comunicazione».

Già 100mila biglietti venduti

Prodotto da Arcobaleno Tre e MZL, con l'organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta, il tour - che durerà un anno - ha già toccato i 100 mila biglietti venduti solo sulla piattaforma Ticketone. «E' un ted questo spettacolo, in cui parlo di adozioni, diritti civili, tra momenti pungenti e temi scottanti. non ci si annoia. Mi aspetto le polemiche, le stroncature sane», racconta Zalone incontrando la stampa a Firenze alla vigilia dell'esordio. «Nelle prime tre date a Senigallia la mia performance è andata crescendo - scherza - il primo giorno mi avreste stroncato, il secondo incensato». «Se ho mai sofferto per le polemiche? Una volta sola, ho fatto l'imitazione di Misseri e me ne sono pentito, forse ho sbagliato, era eccessiva. Da lì ho imparato a limitarmi, tracciando una linea di confine tra ciò che è simpatico e cio che è inopportuno». Ma la voglia di stuzzicare è rimasta: «Nello spettacolo propongo la storia di una famiglia arcobaleno che adotta un bambino in un orfanotrofio di Predappio. Come andrà a finire?».

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