Uno studio sul teatro greco a Taranto: «Esiste, bisogna cercarlo»

Uno studio sul teatro greco a Taranto: «Esiste, bisogna cercarlo»
di Francesca RANA
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Lunedì 7 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:13

Un messaggio nella bottiglia alla città si può lanciare in tanti modi, ad esempio inserendo in un saggio anni di ricerche sul campo, verifiche, studi e una piantina aggiornata ricca di indizi sulle campagne di scavo ideali. È lo scopo di Gianpiero Romano, archeologo e guida turistica, attraverso il suo saggio “Mar Piccolo, Archeologia dei Paesaggi” (Edizioni Scienze e Lettere, luglio 2022), percorso specifico di nuova concezione sulle trasformazioni di Taranto lungo il Mar Piccolo e nel Borgo, in diverse fasi storiche - età greca, età romana, tarda antichità, età moderna, Ottocento - e strumento utile ad una facile individuazione di siti con notevole rischio archeologico.

Il "giallo"

Il sogno nel cassetto è valicare il limite di sorveglianze archeologiche o archeologia preventiva circoscritte a lavori pubblici e cantieri e ispirare indagini archeologiche sistematiche nella Taras greca, in particolare nei giardini dell’Ospedale Militare, alla ricerca del teatro antico, mai cercato sul serio, nonostante sia stato proprio il compianto Enzo Lippolis a proporre un’indagine: «Si riprende l’ipotesi di Lippolis - racconta l’autore - con nuovi elementi dovuti alla rilettura di resoconti di viaggio e alla riconsiderazione generale di informazioni. Al termine del volume, in una fotografia si mettono a confronto dimensionale l’area attuale dell’Ospedale Militare ed il teatro greco di Siracusa. Ci sono analogie dimensionali abbastanza sorprendenti. Fino a quando non ci sarà un’attività di scavo, e speriamo possa avvenire quanto prima, le nostre rimarranno sempre ipotesi».
Le ipotesi principali sul teatro antico maggiore sono due: Luigi Todisco lo collocava dove oggi c’è l’anfiteatro romano, sotto l’ex mercato coperto nel Borgo, e quindi ipotizzava la sua distruzione prima di costruire il nuovo anfiteatro; Enzo Lippolis lo collocava nell’invaso semicircolare nell’area oggi coincidente con i giardini dell’Ospedale Militare, unito ad un antico santuario o tempio dorico.

Le considerazioni

«La possibilità di fare scavi - spiega Romano - sia nel sito dell’anfiteatro, sia all’Ospedale Militare, potrebbe gettare luce su questa questione e darci informazioni sulla sistemazione di due siti di grandissima importanza nella città antica. In un periodo in cui c’è stata grande progettazione, l’archeologia urbana è rimasta sempre un po’ al palo. Le possibilità teoriche di intercettare i resti del teatro greco sarebbero un’eventualità eccezionale non solo a Taranto - assicura - metteremmo in luce resti di uno dei monumenti più importanti, citato da tante fonti in eventi che lo collegano alla guerra con Roma, uno degli edifici più citati nella Magna Grecia. Nel caso non ci fosse il teatro, uno scavo ci darebbe informazioni sulla sistemazione antica vicino ai quartieri residenziali».
In questa zona, le suggestioni sono tante e l’autore racconta ai lettori il suo avvincente ritrovamento nel sacello romano nell’Ospedale Militare di un’iscrizione a riprova di una continuità religiosa tra greci e romani, un’epigrafe in alfabeto laconico tarantino in un blocco di tufo di reimpiego, citata in un articolo di Felice Gino Lo Porto nel 1961 su un tempio greco dedicato ad Artemide e non più rintracciata in successivi sopralluoghi: «Era dispersa - chiarisce - si pensava non fosse pertinente al monumento.

Invece c’è, è discretamente leggibile, viene pubblicata una fotografia la prima volta ed apre considerazioni sul culto praticato».

Ancora, l’archeologo fa considerazioni su dove si possa trovare il ginnasio, nel Borgo, e le sue osservazioni si estendono a Villa Peripato e ad evidenze archeologiche associabili ad un quartiere monumentale, auspicato oggetto di scavi sistematici e valorizzazioni: «Sarebbe occasione di recupero di importanti monumenti e informazioni sulla sistemazione urbanistica di luoghi centrali. Sulle domus di Villa Peripato, le testimonianze archeologiche ci sono. Grazie agli scavi del ‘91 e 2004, sappiamo con certezza ci siano resti importanti, abitazioni di livello alto (furono trovati mosaici). Sono mancati scavi sistematici. Si potrebbe mettere in luce il più possibile e progettare una valorizzazione nel parco pubblico».
Le indagini, si conclude, si potrebbero tecnicamente fare, sia nei giardini dell’Ospedale Militare, sia in Villa Peripato, dove non ci sono costruzioni, sia almeno all’ex mercato coperto ed in altre strade nel borgo umbertino, potenziali scrigni di antichità urbana.

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