Artemisia Gentileschi, donna, artista, stuprata

Artemisia Gentileschi, donna, artista, stuprata
di Eraldo MARTUCCI
5 Minuti di Lettura
Sabato 5 Novembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:27

“Violenza familiare: Artemisia, Agostino e Orazio” è il titolo dell’incontro che Costantino D’Orazio terrà domani alle 11 al Petruzzelli di Bari per la rassegna “Lezioni di storia”, incentrata quest’anno su “La guerra dei sessi” e organizzata dagli Editori Laterza in coproduzione con la Fondazione Teatro Petruzzelli, con il patrocinio della Regione Puglia e con il contributo del Comune di Bari. Costantino D’Orazio, classe 1974, saggista e storico dell’arte presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, da oltre vent’anni racconta la storia dell’arte italiana anche in radio e in Tv. Ha pubblicato con successo numerosi libri nei quali spiega agli appassionati le vite dei più grandi artisti e i segreti nascosti nelle loro opere. Tra gli altri, ha scritto “Caravaggio segreto”, “Leonardo svelato”, “Raffaello segreto”, “Michelangelo. Io sono fuoco”, “Il mistero Van Gogh”, e per Laterza “L’arte in sei emozioni” e “Vite di artiste eccellenti” che sarà presentato dopodomani alle 18 nella Libreria Laterza di Bari. Con l’autore dialogherà Lia De Venere.


--------------------------------------------------

Sia nel mondo musicale che in quello dell’arte il Seicento (ma non solo) è stato un secolo fortemente misogino e quasi interamente dominato da uomini. Pochissime le eccezioni, come Barbara Strozzi: musicista professionista e indipendente, cantante apprezzata, pagò la propria autonomia con l’infamante accusa, non del tutto smentita dagli storici, di essere una cortigiana. Ma ancora più paradigmatico è l’esempio di Artemisia Gentileschi, una vera e propria leggenda dell’arte pittorica, il cui talento è stato però spesso oscurato dalla fama del processo pubblico seguito alla violenza subita da ragazza ad opera di un amico di famiglia, il paesaggista Agostino Tassi. Una vicenda ancora piena di nodi irrisolti, legati soprattutto al ruolo di suo padre, il pittore Orazio Gentileschi. Una figura affascinante di cui il critico d’arte e saggista Costantino d’Orazio si è occupato in numerose occasioni, tra le quali, per gli Editori Laterza, le “Lezioni di storia” e il volume “Vite di artiste eccellenti”. D’Orazio, quando Giuseppe Laterza ebbe la felice intuizione di creare le “Lezioni di storia” forse non immaginava l’enorme successo che avrebbero avuto. 

Dal punto di vista di uno storico dell’arte come lei, seguitissimo dal vivo e in televisione, a cosa è dovuta questa benemerita attenzione?

«Prima di tutto, e questo non lo dico perché sono coinvolto, il successo è dovuto alla eccellente qualità dei relatori e dei narratori: tranne me sono tutti accademici che però raccolgono la sfida di parlare al grande pubblico. Che ha così la possibilità di ascoltare la lezione di Barbero e della Cantarella, o di Canfora, solo per fare qualche nome, che solitamente parlano ai propri studenti dentro le mura dell’università; e poter accedere a questo loro sapienza sapendo che loro avranno fatto ogni sforzo per essere il più coinvolgenti possibile. Per cui, secondo me, il segreto di questo successo risiede nel fatto che queste storie non tradiscono mai le aspettative perché sono preparate con grandissima serietà.

Senza dimenticare il grande lavoro di Laterza con cui noi relatori ci confrontiamo per trovare la chiave più coinvolgente possibile. E di fatto, più che lezioni, sono dei racconti di storia. Ma c’è anche un altro aspetto da sottolineare».

Quale?

«Nessuno dei relatori viene invitato a presentare un proprio libro, e quindi c’è anche lo sforzo di produrre un racconto magari limitrofo come è accaduto a me: Artemisia è infatti uno spin-off della ricerca che ho fatto sulle artiste donne, ma è un approfondimento parallelo a quello dei miei studi».

Nel suo caso però c’è anche l’esperienza ventennale di raccontare l’arte in televisione...

«Diciamo che ho una “fortuna”, che è quella di raccontare le mie storie avendo a disposizione delle immagini. Come farò per Artemisia, cercando di far capire come la vicenda della violenza subita abbia influito sul suo lavoro di pittrice. Se noi dovessimo chiedere a qualcuno di citare un’artista donna del passato, probabilmente uscirebbero solo due nomi: Frida Kahlo e Artemisia Gentileschi. Ma se dovessimo farci indicare delle opere di queste artiste probabilmente verrebbero fuori al massimo due titoli, malgrado abbiano dipinte centinaia di opere. Questo significa, e devo aggiungere purtroppo, che la loro fama non è legata tanto al talento e al contributo che hanno dato alla storia dell’arte, ma è inevitabilmente legata al loro vissuto».

Come tratterà dunque l’argomento?

«Nella mia lezione ovviamente mi concentrerò sul tema della violenza, ma cercherò di far capire che se è vero che ha influito sul suo lavoro, è anche vero che Artemisia era una grande artista in grado di emanciparsi da una società fortemente maschilista che vedeva l’arte soltanto come attività aperta agli uomini. E se la critica successivamente ha riscontrato, soprattutto per i dipinti degli anni fiorentini, l’astio della pittrice nei confronti del genere maschile, in realtà si tratta di straordinarie prove di pittura nelle quali la Gentileschi dimostra di aver trovato una strada nuova coniugando la “violenza” di Caravaggio e i gesti frenetici dei Carracci, superando suo padre Orazio per originalità e forza pittorica».

L’impatto “mediatico” del processo è ancora oggi però molto rilevante…

«Senza dubbio, anche perché è controverso sotto diversi aspetti. E anticipo solo un elemento di cui parlerò domani: il processo contro Agostino Tassi viene aperto dal padre di Artemisia, Orazio, un anno dopo l’accadimento del fatto. Durante questo periodo entrambi sperano che questo evento increscioso possa essere ricomposto attraverso un matrimonio riparatore. È perciò di grande interesse capire le motivazioni di questa scelta, anche perché all’interno di questa vicenda ci sono dei personaggi che hanno un ruolo fondamentale di cui nessuno parla mai. E che mi permettono, tra l’altro, di tracciare un affresco molto suggestivo della società italiana del Seicento. La lezione diventerà così una sorta di viaggio all’interno della città: inizierò infatti facendo vedere una mappa della Roma dell’epoca indicando tutti i punti coinvolti in questa storia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA