Stop a chi sporca, un esercito di volontari

Stop a chi sporca, un esercito di volontari
di Annarita INVIDIA
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Giovedì 26 Marzo 2020, 15:22 - Ultimo aggiornamento: 16:52
Una piccola spiaggia poco conosciuta dove si arriva solo a piedi o in bicicletta. Un'oasi di bellezza e di serenità che lascia senza fiato e racconta anche una storia. Quella di come la natura preservi se stessa. Per una serie di fortunate congiunture, in questa baia, all'interno della riserva naturale di Torre Guaceto, le conchiglie dei molluschi si spiaggiano sull'arenile e, così, giorno dopo giorno, combattono la loro silenziosa ma efficace battaglia contro l'erosione costiera. Nel corso del tempo, migliaia di frammenti e gusci interi di conchiglie hanno preso il posto della sabbia e la loro presenza protegge le delicate dune dalla potenza del mare. Questa caletta delle conchiglie è solo una delle tante meraviglie nascoste nella Puglia dei parchi naturali, dove a far da padrona è la biodiversità. Luoghi incontaminati in cui, dal Gargano al Salento, si può entrare in autentica connessione con la natura e scoprire qualcosa di nuovo su un territorio tanto lungo quanto variegato, che, attraversando i millenni, è cambiato pur rimanendo sempre lo stesso.
Oggi, nell'era della globalizzazione e della interconnettività, questi posti si presentano come rifugi dell'anima e ristoro per i corpi. Numericamente, la Puglia vanta 2 parchi nazionali, 3 aree marine protette, 16 riserve statali e 18 aree protette regionali. Nel portale Paesaggio Puglia, dedicato al Piano Paesaggistico Regionale e all'Osservatorio regionale della Biodiversità, si legge che «sul totale delle quasi 6.000 specie vegetali note in Italia, ben 2.500 (oltre il 41%) sono presenti in Puglia, che tra l'altro ospita dieci diverse specie di querce. Mentre sono 47 gli habitat naturali presenti, su un totale dei 142 censiti in Europa».
I parchi nazionali sono due: quello del Gargano e quello dell'Alta Murgia. Primo a essere istituito nel 1991 e il più esteso con i suoi 120mila ettari, il Parco Nazionale del Gargano comprende anche la riserva naturale delle Isole Tremiti e quella, famosa per la sua unicità, della Foresta Umbra, ultimo baluardo di una vegetazione a tratti molto fitta e, quindi, ombrosa (da qui il nome) molto comune in epoca preistorica. È la più grande foresta italiana di latifoglie con faggi, veri e propri monumenti botanici, che superano i 40 metri di altezza e il metro di diametro. Durante le escursioni nel Parco, si può incappare nel capriolo garganico, assurto a simbolo del luogo, ma anche nel tasso, nella volpe, nel daino e in molte altre specie animali.
Spostandosi più a sud, dal Foggiano al Barese, troviamo il Parco Nazionale dell'Alta Murgia, istituito nel 1998, che, nei suoi 68mila ettari, custodisce l'ultimo esempio rimasto in Italia di steppa mediterranea. Un paesaggio così brullo da essere stato usato spesso dalle troupe cinematografiche come set per scene ambientate in zone semidesertiche. Qui spiega le sue grandi ali il falco grillaio, che incrocia il suo volo con quello del corvo imperiale, mentre lepri, volpi e faine, ricci e ramarri si muovono fra orchidee selvatiche e rose canine, fra funghi e asparagi. Tante, poi, le masserie fortificate all'interno del perimetro del parco che indicano l'antropizzazione da parte dell'uomo e, fra queste, spicca per fama e per bellezza Castel del Monte realizzato per volere di Federico II e oggi Patrimonio mondiale dell'Umanità per l'Unesco. Un'ultima curiosità: nella più grande dolina del parco, si trovano circa 20mila impronte di dinosauri databili a 80 milioni di anni fa.
Per gli amanti delle profondità terrestri e di ambienti tanto unici quanto suggestivi non a caso negli ultimi anni hanno ospitato la teatralizzazione dell'Inferno dantesco non si può trascurare una visita alle Grotte di Castellana, cavità sotterranee di origine carsica che, da quando sono state aperte al pubblico, sono state percorse da più di 15 milioni di persone. A 70 metri sotto terra, si incontrano caverne dai nomi fantastici, canyon, abissi profondi, fossili, stalattiti e stalagmiti.
Restando in zona, merita una visita il Parco delle Gravine, che si estende nel territorio di 13 comuni della provincia di Taranto. Le gravine sono profonde gole rocciose di origine carsica, che partono dall'altipiano murgiano e si dirigono verso il mare, memoria di antichi fiumi che oggi si riformano solo occasionalmente, dopo abbondanti piogge. Un'area unica nell'Europa Occidentale per la concentrazione di insediamenti rupestri e siti archeologici, ricchezze naturalistiche e fenomeni carsici e un ricco patrimonio di biodiversità che va dalle orchidee selvatiche al Capovaccaio, l'avvoltoio degli antichi Egizi. La sfida dell'economia sostenibile è stata accolta dal Parco Regionale delle Dune Costiere, fra Ostuni e Fasano. Fra spiagge, lame carsiche, specchi d'acqua popolati da aironi e dolmen preistorici come il più famoso, quello di Montalbano, che risale al II millennio avanti Cristo il sito è diventato anche presidio Slow Food per la coltivazione del pomodoro Regina e del grano duro della pregiata varietà Senatore Cappelli. A pochi chilometri di distanza, si trova la Riserva Naturale di Torre Guaceto, che custodisce la splendida caletta delle conchiglie. È il regno degli aironi e dei fenicotteri, ma anche di un uccello tanto piccolo, quanto speciale, il fratino, e di tantissime altre specie animali e vegetali. Essendo anche un'area marina protetta ampia 2.200 ettari, nasconde un fondale impreziosito dalla presenza di praterie di posidonia e colonie di coralligeno. Fra le attività che qui si possono fare: vela, snorkeling, bird watching, trekking e ciclo trekking. Nel Salento i parchi più famosi sono il Parco Regionale di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, a Nardò, e l'Oasi Wwf delle Cesine, a Vernole. Il primo è un luogo che non si può dimenticare con un bosco di pini fitti da attraversare prima di trovarsi di fronte un mare verde smeraldo. Fra una spiaggetta di ciottoli, guardata a vista dall'antica torre, piccole calette e scogliere a strapiombo come quella di Uluzzo (dove sono stati rinvenuti i dentini dell'homo sapiens più antico d'Europa), lungo la litoranea, si arriva poi alla Palude ricca di spunnulate, grotte a cui è crollata la volta formando laghetti di acqua salmastra.
Dalla costa ovest alla costa est, l'Oasi delle Cesine, gestita dal Wwf, è uno degli ultimi tratti superstiti delle vaste paludi che si estendevano tra Brindisi e Otranto. Meta prediletta degli amanti del trekking, a piedi o in bici, e del bird watching, è composta da paesaggi cangianti: la duna, l'area palustre, il bosco, la macchia e la zona coltivata. Il litorale per lo più sabbioso si estende per 6 km, mentre nella zona umida i due stagni si alternano con grandi estensioni di canneto, tratti a palude e acquitrino e una rete di canali. In chiusura di questo excursus un consiglio per chi ama fare esperienze nuove all'insegna dell'ecosostenibilità: nel Golfo di Taranto, area famosa per la riproduzione dei cetacei, si può uscire in barca per il Dolphin Watching: vedere i delfini nuotare nello Jonio. Quindi, dai dinosauri ai delfini, dalle foreste ombrose alle calette di conchiglie, c'è una Puglia tutta ancora da scoprire.
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