Xylella, il prof citato dalla Procura:
Falsa quella mia frase sul no agli abbattimenti

Xylella, il prof citato dalla Procura: Falsa quella mia frase sul no agli abbattimenti
di Daniele RIELLI (Quit the doner)*
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Venerdì 22 Gennaio 2016, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 10:14
Nel giorno in cui Adriana Poli Bortone ventila l’ipotesi che dietro la xylella potrebbero esserci le scie chimiche, lasciando invece inesplorate altre piste altrettanto suggestive come gli alieni, l’allenatore del Napoli e la Corea del Nord, la notizia è la clamorosa sconfessione della procura di Lecce da parte di una delle fonti citate nella richiesta di sequestro degli ulivi interessati dal (fu) piano Silletti.

Si tratta della dichiarazione dello scienziato americano Alexander Purcell che secondo il dispositivo della procura avrebbe detto durante un workshop a Bruxelles “non fate il nostro stesso errore: contro la xylella, gli abbattimenti non servono a nulla”, una frase talmente importante nel teorema accusatorio che il sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone l’ha citata anche durante la conferenza stampa di presentazione della richiesta di sequestro.

La procura negli atti cita però Purcell utilizzando un articolo di Videoandria in cui il virgolettato del professore appare assieme ad un fluviale ed ispirato commento dell’eurodeputata grillina Rosa D’amato. Peccato che nel video originale dell’intervento scientifico, di questa frase di Purcell non ci sia traccia. La D’amato sostiene di aver parlato con Purcell dopo l’incontro ma il professore intervistato da Alessandro Mattedi sul blog di divulgazione scientifica “Italia unita per la scienza” ha spiegato di non aver mai dichiarato niente del genere anzi al contrario ribatte “la citazione fatta dalla D’Amato, sia quella attribuita a me che quella attribuita al Prof. Joao Lopes, è completamente falsa” Purcel aggiunge anche “Non ho mai sostenuto di essere contrario alla rimozione degli alberi, al contrario l’ho appoggiata fortemente”. Più chiaro di così.

Sconfessata in pubblica piazza, la grillina D’amato arranca sulle scivolose pareti a cristalli liquidi dei social di fronte all’unica domanda che le viene posta: Se Purcell nega di aver mai pronunciato quella frase, anzi sostiene proprio al contrario, e se nel video originale del suo discorso si vede chiaramente che la frase citata non viene mai pronunciata, cosa ha commentato lei esattamente? E da dove viene quel virgolettato? L’altra domanda, ancora più urgente, è: volendo utilizzare una frase di Purcell nel suo teorema accusatorio perché la Procura di Lecce fra le tantissime fonti disponibili, alcune delle quali dirette, ha scelto invece proprio quella riportata e contenuta in quell’articolo?

Forse in questi tempi di crisi la procura non possiede i potenti mezzi (come una casella email) di cui invece dispone una corrazzata investigativa del calibro di un piccolo blog scientifico, sarà per questo che ha preferito inserire una citazione di seconda mano nel dispositivo di sequestro, presa da quello che non si capisce neppure bene se è un articolo o un’intervista di videoandria (testata che si definisce “il primo videoblog di Andria e della Puglia”)
Certo, considerato che i pm non hanno solo il compito di costruire l’accusa ma, nel farlo, hanno anche quello di ricercare la verità, forse si sarebbe potuta mandare una mail di controllo a Purcell ( pare che sia uno che risponde sempre, è americano) oppure ancora citare le sue dichiarazioni a sostegno dei ricercatori pugliesi nella lettera aperta al Foglio, comodamente consultabile da casa a patto di possedere costosi mezzi tecnologici appannaggio di pochi come un telefono con cui connettersi internet (per quelli che volessero in futuro tentare il concorso di magistratura la stringa di ricerca in questo caso era “Purcell + xylella + lettera aperta).

D’altrocanto la citazione di seconda mano poi clamorosamente smentita di Purcell non stupisce del tutto in un provvedimento che conosce altri momenti notevoli come la parola MONSANTO scritto tutto maiuscolo, ironie nei confronti di scienziati con sessant’anni di carriera alle spalle e i puntini di sospensione nei momenti più drammatici, come nei thriller da autogrill.

Nel frattempo Cataldo Motta dichiara che il ritrovamento di un focolaio di Codiro ad Avetrana non fa che confermare le tesi della procura sulle molteplicità delle xylelle e presenza pregressa e quindi, parrebbe di capire, una sostanziale innocuità del batterio. Di fronte a quest’affermazione noi che siamo dei gentiluomini non possiamo fare molto altro che grattarci la testa e assumere un’espressione interrogativa e chiederci “E perché, di grazia?”. A noi infatti questo ritrovamento sembrerebbe ingenuamente l’ennesima evidenza che l’epidemia avanza con un andamento sempre più esponenziale e terribile. Questo è quello che ci suggerisce il quadro scientifico di pubblico dominio, dato che le consulenze scientifiche della procura, sulla base delle quali dobbiamo aspettarci tragga le sue differenti conclusioni Cataldo Motta, sono invece segrete.

Fra quel poco che conosciamo delle consulenze ci sono delle formule assolutamente dubitative come quando, a riguardo della molteplicità delle xylelle salentine, si afferma “Se questo fosse effettivamente vero ( ma è da dimostrare) cosa potrebbe significare?”. E queste, credeteci o meno, sono le parole di uno dei consulenti della procura. È dunque solo in virtù di queste forme dubitative che indaga la procura? O c’è dell’altro ? Dopo anni in cui le stesse associazioni ambientaliste da cui sono partiti gli esposti chiedono a social unificati l’apertura della ricerca a “360 gradi”, la maggior parte delle già timide misure di contenimento della xylella messe in campo vengono bloccate in virtù anche e soprattutto di una consulenza che rimane segreta. Ironico, non c’è che dire.

L’appello proposto da Marco Cattaneo su “Le scienze” chiede proprio che queste consulenze vengano messe a disposizione della comunità scientifica. In un momento in cui per via di un principio di precauzione che sembrerebbe basato solo su un’ipotesi “tutta da verificare” il piano di contenimento è stato bloccato, sarebbe bello, o per meglio dire sarebbe assolutamente necessario, che queste nuove direzioni di ricerca venissero condivise per accelerare eventuali svolte nella lotta al batterio. Certo ci sarebbe anche il rischio che il responso che potrebbe dare la comunità scientifica una volta messe le mani sulle perizie lasci qualcuno, che molto si è esposto in questo periodo, con l’amaro in bocca, ma possiamo anteporre il bene di pochi a quello di tutti? Non credo.

Il punto però, nonostante tutto, è ancora un altro. Che xylella sia o meno il responsabile principale del Codiro, la sua avanzata va fermata comunque prima che raggiunga altre colture, infesti e si stabilisca in altri territori. Gli abbattimenti limitati alle zone di confine servivano proprio a questo. Trattandosi di un batterio da quarantena in grado di colpire moltissime altre specie ospiti xylella rappresenta una minaccia serissima alla agricoltura di tutta Europa. Con quale senso di responsabilità il Salento e la Puglia guardano oggi, se non a se stesse, almeno alle altre due comunità di cui fanno parte, quella italiana e quella europea? È una domanda a cui prima o poi bisognerà dare una risposta perché questo tema fino ad oggi è stato sistematicamente ignorato. Infine, comunque la pensiate su xylella, vi rassicurerà sapere che in questo momento i monitoraggi di controllo sul territorio sono sospesi, che per altro è proprio il genere di cosa che in Europa prendono bene.

Oltre al diffondersi dell’epidemia, al blocco delle misure di contenimento, alle ancora molto limitate risorse stanziate per individuare varietà d’ulivo naturali resistenti alla xylella (oltre al leccino) e dare così un futuro all’olivocultura in provincia di Lecce, sull’Italia intera pende anche la spada di Damocle della procedura d’infrazione europea. Una procedura che se arriverà in fondo avrà però sicuramente almeno un pregio: metterà, per la prima volta in questa vicenda, gli italiani d’accordo su una cosa: aprire il portafoglio per pagare una sanzione che si annuncia pesantissima.

*scrittore (Lascia stare la gallina), giornalista (reportage e inchieste per Internazionale, Repubblica, Linkiesta) e blogger