Omotransbifobia: a Bari e Lecce una veglia in due parrocchie per superare le discriminazioni. L'arcidiocesi: «Iniziativa non organizzata da noi»

Omotransbifobia: a Bari e Lecce una veglia in due parrocchie per superare le discriminazioni. L'arcidiocesi: «Iniziativa non organizzata da noi»
di Leda CESARI
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Sabato 13 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 19:37

Omotransbifobia: a Bari e Lecce una veglia in due parrocchie per superare le discriminazioni. Intanto l'Arcidiocesi di Bari-Bitonto si dissocia. Fanno discutere le veglie di preghiera contro l'omobitransafobia organizzate questa sera nella parrocchia di San Sabino, a Bari, e nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Lecce da parte di Zaccheo Puglia, associazione dei cristiani Lgbt pugliesi, in collaborazione con Agedo, Arcigay e il progetto Transizioni contro le vittime del fenomeno di discriminazione.

L'arcidiocesi di Bari-Bitonto e la Curia di Lecce

Mentre a Bari l'arcivescovo ha diffuso una nota per sottolineare che «l'iniziativa non è organizzata dall'Arcidiocesi di Bari-Bitonto», a Lecce, «la Curia diocesana fa presente che la veglia sarà un momento di preghiera contro ogni forma di discriminazione». «Non corrisponde invece al sentire della comunità cristiana l'uso di un linguaggio che attinga ad elementi presenti nella teoria del gender o a battaglie ideologiche», annota la Curia salentina affermando che «il parroco di San Giovanni Battista è pienamente in linea con le presenti indicazioni, affinché il momento di preghiera sia fonte di comunione». «Se da una parte - annota la curia di Bari - si auspica una sempre maggiore inclusività contro ogni forma di discriminazione tra le persone, dall'altra non ci si riconosce in un linguaggio mutuato dalle logiche di rivendicazione dei diritti civili, né nella teoria gender già definita da Papa Francesco 'colonizzazione ideologicà». «La comunità ecclesiale - conclude sempre valorizza e sostiene il desiderio della preghiera condivisa che, anche nei suoi linguaggi e in ogni occasione, deve alimentare la comunione e non prestarsi a interpretazioni divisive».

L'iniziativa

Non giudicare, non condannare. Il messaggio evangelico, d’altronde, è chiaro: “Chi accoglie voi accoglie me”, avverte Matteo (10,40). E anche la Chiesa, di recente, si è adeguata al precetto della misericordia: l’omosessualità potrà essere un peccato, giammai un crimine, ha detto di recente Papa Francesco affermando che Dio ama tutti i suoi figli così come sono, ed invitando di conseguenza i vescovi cattolici a spalancare le braccia della Chiesa alle persone Lgbtq. Anche perché di peccati, alla fine, ne commettiamo tutti, di ogni forma e risma, rincara la dose don Gerardo Ippolito, padrone di casa, domani alle 20, del tempio leccese che alle 20 accoglierà la Veglia per il Superamento dell’Omotransbifobia: la chiesa di San Giovanni Battista, al Quartiere Stadio.

Dove in contemporanea con la chiesa di San Sabino a Bari, in occasione del 17 maggio - Giornata mondiale contro l’omotransbifobia - i fedeli cristiani si ritroveranno per pregare insieme contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e in memoria di chi, a volte, è stato costretto a soccombere in qualsiasi modo a queste odiose opinioni. 

La Veglia


La Veglia è una consuetudine che si perpetua ormai dal 2007, un momento di riflessione “affinché la nostra società e le nostre comunità cristiane sappiano fare spazio a tutti per diventare sempre più santuari di accoglienza e sostegno verso le persone Lgbt e verso ogni persona colpita da discriminazione”, si legge infatti sul sito Gionata.org, portale digitale su fede e omosessualità. «Vegliamo perché nessuno sia lasciato mai più indietro, per quelli che sono caduti, per quelli che sono e per quelli che verranno, per chi chiede diritti, per chi vuole essere se stesso, per chi vuole giustizia e un posto nel mondo. Vegliamo per le vittime dell’omotransfobia, per la fine dell’omotransfobia. Vieni a vegliare con noi», infine, l’invito generalizzato all’iniziativa, sostenuta anche dalla Commissione Fede, Genere e Sessualità delle chiese battiste, metodiste e valdesi (Bmv), dal Global Network of Rainbow Catholics, dall’European Forum of Lgbt Christian Group, dal Progetto Gay Christian Africa e dall’associazione ecumenica inglese “OneBodyOneFaith”. Ideata da Louis-Georges Tin, curatore del “Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003), la prima Giornata internazionale contro l’omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2004, a 14 anni dalla decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. La fine di un incubo che ha dato la stura alla necessità impellente di molti cristiani Lgbt di essere riconosciuti come fedeli tra gli altri; molte comunità a tema sono nate da quel momento in poi, tra cui quella della “Tenda di Gionata”.

Le parole

Associazione fondata nel 2018 da alcuni volontari del Progetto Gionata su sollecitazione di don David Esposito, sacerdote della diocesi di Fermo (prematuramente scomparso) deciso a promuovere l’accoglienza, la formazione e l’informazione dei cristiani Lgbt, dei loro familiari e degli operatori pastorali, nonché il dialogo su questi temi con le diverse realtà cristiane: «Per la prima volta ospitiamo a Lecce quest’iniziativa che mira a portare un momento di riflessione congiunta su questi temi», spiega infatti Don Gerardo Ippolito, parroco appunto di San Giovanni Battista a Lecce. «I tempi sono maturi perché finalmente la Chiesa accolga nel suo seno questi nostri fratelli, che non possono e non devono essere giudicati o condannati in alcun modo. È vero, l’omosessualità è un peccato - lo ha detto anche Francesco - ma quanti altri peccati commettiamo tutti noi, ogni giorno, magari in altri campi? Se uno tradisce la moglie non commette forse peccato? E allora abbasso l’omofobia, e ringraziamo questo Papa per il suo coraggio e la sua apertura mentale in materia».
 

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