Turismo, tante presenze ma manca il personale. Ed è a rischio la stagione in Puglia

L’allarme lanciato a livello nazionale da Assoturismo: è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori mancanti nelle imprese turistiche di tutta Italia

Turismo, tante presenze ma manca il personale. Ed è a rischio la stagione in Puglia
di Alessio PIGNATELLI
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Lunedì 6 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:29

Il paradosso si ripete. Anche più fragorosamente. Il turismo riparte alla grande, i flussi aumentano ma il rischio concreto, a partire già da Pasqua, è di non avere personale per l’accoglienza. E non si parla solo di ristorazione ma di tutto il comparto che necessita di figure ormai introvabili: dalla segreteria per il front office fino ai social media manager passando per i lavapiatti. In Puglia, ma non solo, il corto circuito è reale. Del resto, anche la scorsa stagione ha vissuto più o meno le stesse dinamiche: furono diverse le strutture che non riuscirono ad aprire o, comunque, non furono in grado di presentare un’offerta completa a causa di queste mancanze. 

L’allarme è stato lanciato a livello nazionale da Assoturismo (e, nell’intervista a seguire, rimpolpato a livello regionale): per la Pasqua e i mesi primaverili dei Ponti - periodi di picco della domanda - è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori mancanti nelle imprese turistiche di tutta Italia. Il problema è chiaro, netto. E ne è consapevole anche il ministro del Turismo, Daniela Santanchè: «Dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni raccontando loro quanto sia stimolante lavorare in un comparto così variegato e trasversale.

E su questo, oltre a mettere in campo attività legate alla formazione, faremo una specifica campagna di comunicazione».

I numeri

In Puglia, un esempio può rappresentare plasticamente la situazione: le pulizie degli alberghi sono solitamente appaltate a ditte terze. Ebbene, queste ultime non riescono a firmare contratti con gli hotel proprio per la mancanza di addetti. Ed è un vero problema. Si pensi che quest’annata si prospetta più florida del 2022. Secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika, per la Puglia sono attesi 16,3 milioni di presenze (+10% rispetto allo scorso anno) e 4,1 milioni di arrivi (+10,6%). E la cartina di tornasole arriva già da questi primi due mesi. Nei due aeroporti pugliesi, Bari e Brindisi, è stato già superato il milione di passeggeri in transito. Rispetto a febbraio 2022 il dato complessivo dei due aeroporti registra un +20,8% di passeggeri tra arrivi e partenze. 

E proprio la cosiddetta “The Big Wave”, la grande onda della ripresa del turismo, è stata il tema della Btm 2023, la fiera b2b del turismo che si è svolta a Bari. Un settore sempre più in fermento tant’è che sono state circa 25mila le presenze che in tre giorni hanno inondato il padiglione della Fiera del Levante. Oltre 120 i buyer presenti da 25 nazioni, di cui 10 extra europee: principalmente Nord America con Usa, Canada e Messico. L’area Btm Wedding, coordinata da Serena Ranieri, ha visto la presenza di alcune delle più belle location per matrimoni, masserie e hotel di lusso della Puglia, pronte ad accogliere un business che vale 599 milioni in Italia nel 2022 e ha ampie previsioni di crescita per l’anno in corso dove 11mila coppie straniere hanno già deciso di celebrare il proprio matrimonio in Italia. E l’offerta enogastronomica pugliese può contare su oltre 10mila ristoranti, quasi 200 masserie didattiche, 1.800 agriturismi e circa 50 mila aziende a superficie vitata, numerosi luoghi del gusto tra musei, frantoi e birrifici, oltre che sui Dop, Igp e più di 300 prodotti riconosciuti tradizionali.

L'allarme

Ebbene, tutto questo rischia di essere vanificato dalla difficoltà di reperimento di figure specializzate e non. Complessivamente, in media le imprese segnalano difficoltà di reperimento delle figure professionali nel 34% dei casi, non solo per preparazione inadeguata ma, sempre più spesso, per mancanza di candidati. Come spiega Assoturismo, i profili necessari sono per il 2,6% di professioni con elevata specializzazione, l’81,5% professioni qualificate, l’1,3% di addetti specializzati e il 14,6% di professioni non qualificate. Ma sono proprio queste ultime figure quelle di più difficile reperimento, in particolare facchini, camerieri semplici, lavapiatti e addetti alle pulizie. Per un cameriere semplice si parte da 1.560 euro lordi al mese, per capo cuoco o capo barista si parte sopra i 1.740 euro mensili, lo stesso per un primo portiere. Figure fondamentali ma sempre meno facili da trovare con il rischio di depauperare l’offerta pugliese di un settore sempre più in crescita.

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